Una tappa di buona lunghezza e dislivello positivo non indifferente ci conduce ai piedi del versante settentrionale del Gran Sasso. Gli highlights della giornata sono la vista sul Monte Corvo (2.623 m) dal Rifugio del Monte e l'arrivo nel pittoresco borgo di Pietracamela, uno dei più belli d'Italia.
La traccia è talvolta coperta da vegetazione invasiva, occorre tenere d'occhio i segnavia (quando presenti) e monitorare la traccia GPS.
Nella salita da Prato Selva al Colle dell'Abetone, in alcuni tratti occorre indovinare la traccia per terra senza che essa sia effettivamente segnata.
L'ultimo tratto di discesa verso la Valle del Rio Arno presenta un fondo sconnesso e insidioso, prestare attenzione.
Unico punto d'acqua al Rifugio del Monte, a circa metà percorso.
Lasciamo Nerito e iniziamo la lunga salita verso Colle San Pietro (1.000 m D+ circa). La prima parte si svolge su comoda carrozzabile in falsopiano, costeggiando il Torrente Rocchetta; quindi prendiamo il largo sentiero sulla sinistra e la pendenza aumenta, pur senza difficoltà. Dopo alcuni chilometri nel bosco sbuchiamo sulla strada asfaltata che seguiamo verso destra giungendo in breve a Prato Selva (1.368 m), con un rifugio inagibile e un impianto di risalita abbandonato.
Riprendiamo il sentiero in direzione sud e saliamo gradualmente facendo ben attenzione ai segnavia. Guadagnata una carrozzabile, nei pressi di un pilone dell'impianto di risalita, svoltiamo a destra e poco dopo entriamo nel bosco, seguendo intuitivamente una traccia sul terreno (segnavia assenti) che sale abbastanza ripida fino a raggiungere una nuova carrozzabile, che prendiamo verso destra aggirando da ovest il Colle dell'Abetone fino a raggiungere un largo prato. Superatolo, ci aspetta un'ultima, ripida salita dopo la quale giungiamo velocemente a Colle San Pietro (1.806 m, gran vista sul gruppo del Gran Sasso).
Iniziamo la discesa (600 m D- circa), perlopiù nel bosco; dopo 1 km giungiamo nella radura del Rifugio del Monte (ora inagibile); a sud troneggia il Monte Corvo (2.623 m). Proseguiamo in facile discesa nel bosco e raggiungiamo il fondovalle; seguiamo una strada carrozzabile verso sinistra, quindi riprendiamo il sentiero sulla destra salendo con decisione (200 m D+ circa) ai Prati Cantiere e, poco dopo, al Colle dell'Asino (1.472 m).
Un'ultima discesa (200 m D- circa, un po’ dissestata) ci conduce al ponte sul Rio Arno, superato il quale costeggiamo il torrente su facile carrozzabile fino a giungere all'ameno borgo di Pietracamela, uno dei più belli d'Italia.
Il suggestivo borgo di Pietracamela sorge a 1.005 m di altitudine; un tempo, a monte e a valle dell’attuale paese, sorgevano tre villaggi (Plicanti, Riouso e San Leucio) dei quali è rimasto solo qualche resto.
L’origine del nome Pietracamela è ancora poco chiara: per quanto riguarda la prima parte non ci sono dubbi che indichi la roccia che contraddistingue il paese, mentre camela sembrerebbe derivare dall'antica popolazione dei Cimmeri. Oggi il cammello è entrato nello stemma comunale (forse a sostituzione di un ovino) e se chiedete in giro il perché, vi risponderanno semplicemente: "le rocce in cima al paese ricordano le gobbe di un cammello...".
Pietracamela è stato uno dei centri abruzzesi conosciuti per la presenza dei cardatori, antico mestiere legato alla produzione della lana (la cardatura consiste nel ripulire la lana dalle impurità, districando le fibre tessili, per permettere le successive operazioni di filatura). Questi lavoratori esercitavano la loro arte sia nelle regioni confinanti sia in quelle più distanti.
Tra le pareti dei roccioni di Pietracamela è nata la Scuola degli Aquilotti: una scuola di alpinismo fondata nel 1925 dal medico Ernesto Sivitilli. La scuola, tuttora esistente, ha aperto moltissime vie, non solo sul vicino Gran Sasso, ma anche sull'Himalaya.
Nelle Grotte di Segaturo, nella parte alta di Pietracamela, si possono ammirare le pitture rupestri di Guido Montauti: nato nel 1918 a Pietracamela, è un pittore famoso a livello internazionale.
Dopo un’esperienza parigina, è rientrato in patria e ha fondato il gruppo pittorico Pastore bianco, insieme ad altri pittori e a un pastore. Il gruppo ha avuto come centro della sua pittura la figura (l’uomo, la roccia, l’albero, la casa), contrapponendosi a quello che considerava l’“esasperante modernismo della pop-art”.
Il timballo di scrippelle è una sorta di lasagna (meno umida) formata da strati sovrapposti di scrippelle (specie di crepes), tipicamente farcito con il sugo con le pallottine (piccole polpette di carne mista), oppure in bianco con besciamella, funghi, prosciutto e piselli.
Le ricette variano da famiglia a famiglia.
La pizza dogge è un classico dolce del teramano. Molto simile ad una zuppa inglese, è costituito da strati di Pan di Spagna (alcuni imbevuti di liquore alchermes) alternati a crema pasticcera e crema al cacao.
Albergo Antica Locanda, a Pietracamela. Tel. 0861 955120
B&B La dimora del Cavaliere, a Pietracamela. Tel. 329 618 7287
A Pietracamela sono presente diverse strutture ricettive.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Teramo.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!