Una tappa di media lunghezza e buoni dislivelli, prevalentemente in cresta, che offre bellissimi scenari sull'ultimo tacco dell'Ogliastra, forse il più scenografico e sicuramente il più alto: ladies and gentlemen, arriviamo al cospetto del monolite di Perda ‘e Liana (1.293 m)!
La tappa rappresenta una variante al Sentiero Italia (che giunge a Perda ‘e Liana dalla caserma Montarbu), preferita per poter visitare Lanusei e le attrazioni del Bosco Selene.
Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.
Il tratto di discesa dal Monte Armidda presenta diversi pezzi privi di traccia, in cui occorre andare a intuito e monitorare la traccia GPS.
Punti d'acqua assenti, portarne ottima scorta. Anche all'arrivo non vi sono fontane: la più vicina è a circa 3 km dall'arrivo, seguendo la strada asfaltata verso sinistra (guardando verso Perda ‘e Liana) fino ad arrivare all'incrocio con un'altra strada.
Lasciamo il Bosco Selene su strada asfaltata, quindi superiamo la strada statale e prendiamo la strada sterrata che, con ampi tornanti, va lentamente salendo (300 m D+ ca.) nel bosco; dopo un ultimo, ripido strappo, giungiamo in cima a Monte Armidda (1.270 m), dove troviamo un piccolo osservatorio astronomico. Proseguiamo in saliscendi sulla cresta aerea, calcando un buon sentiero che però talvolta si confonde nel terreno (la direzione è comunque intuitiva e ci sono diversi ometti di pietra), fino a superare un altro edificio - si tratta di una stazione meteo, da cui godiamo di bellissima vista sul mare e, più vicino, sul Lago Alto del Flumendosa.
Subito dopo, iniziamo la lunga discesa (400 m D- ca.), su sentiero non sempre facile da individuare e talvolta un po' ripido. Verso la fine, ritroviamo la strada sterrata e scendiamo fino al fondovalle dove, superati i binari del Trenino Verde (Gairo Taquisara - Arbatax), ci immettiamo su strada asfaltata; fatte poche centinaia di metri, prendiamo a sinistra una buona strada forestale e iniziamo la seconda salita del giorno (400 m D+ ca.), per buona parte all'ombra del bosco.
Giungiamo così agilmente a Punta Erdorrù (1.236 m), che ospita un bel bivacchino della forestale (provvisto di camino e nient'altro, ottimo per una sosta all'ombra): davanti a noi si innalza il monolite rossastro di Perda ‘e Liana, una meraviglia della natura. Passiamo su sentiero ben tracciato, scendiamo (100 m D- ca.) fino a un valico, quindi risaliamo appena (100 m D+ ca.) per poi percorrere la comoda cresta che ci porta in cima a Cuccuru 'e Mufloni (1.232 m), dove troviamo un altra casetta d'osservazione.
Da lì, sempre su sentiero, scendiamo in breve fino all'area attrezzata di Perda Liana, in prossimità di un parcheggio: riposato un poco, ci andiamo a godere il tramonto ai piedi della rocca di Perda ‘e Liana (1.293 m), tinta di rosso dal sole.
Per mettere in collegamento l'interno della Sardegna con la costa, verso la fine del XIX secolo fu costruito il Trenino Verde. Si tratta di una ferrovia a scartamento ridotto lunga 438 km - la più lunga d'Europa, che oggi rivive come servizio turistico.
Denominato “Trenino Verde” per il colore della carrozze, fu dismesso nel 1981. Soltanto nel 1995 venne ripreso come servizio turistico con i suoi mezzi storici: automotrici diesel, ma anche treni a vapore (non presenti del periodo estivo).
Un vero e proprio gioiello, che qualcuno ha definito la ferrovia più bella del mondo: un viaggio nel tempo che permette di scoprire in modo diverso i paesaggi della Sardegna.
Perda 'e Liana è un monumento naturale di straordinaria bellezza, il più importante e imponente dei Tacchi dell'Ogliastra. Un torrione dell'era giurassica che si stacca dal promontorio con una parete verticale alta cinquanta metri e larga un centinaio, raggiungendo un'altitudine di 1.293 m: uno scenario che catapulta in un'atmosfera alla Tex Willer, da Far West americano.
Perda 'e Liana, come gli altri Tacchi dell'Ogliastra, si è originata grazie all'erosione dell'acqua e degli altri agenti atmosferici. Il significato del nome è ancora avvolto nel mistero, sicuramente "perda" in sardo significa pietra/masso, ma per quanto riguarda il termine liana ci sono varie versione: alcune lo fanno risalire alla roccia levigate, altri in riferimento alla popolazione nuragica degli Iliensi, e altri ancora al corbezzolo presente alle pendici del monte, chiamato olione.
Dichiarato monumento naturale nel 1993, questo dito di pietra teso al cielo è un punto riferimento naturale per tutto il territorio ed è stato un punto di raduno, un totem, per le popolazioni nuragiche.
La vegetazione dei sentieri è disseminata di piante dalle foglie resinose, dalla forma simile a quelle del rosmarino. Si tratta del cisto, un arbusto che inebria del suo odore resinoso le campagne sarde.
Un tempo era molto utilizzato per accendere il fuoco e con i rami si facevano delle scopettine che si utilizzavano per pulire il forno, lasciandovi l’aroma all’interno. Numerose sono le proprietà benefiche del cisto: antinfiammatorio e antibatterico, è ottimo anche contro gli spasmi e le malattie gastriche. Caratteristico della Sardegna è il cisto marino, noto anche come cisto sardo.
Nella zona si trova il lago Bau Muggeris, nella gola omonima, nato in seguito allo sbarramento artificiale con diga realizzato tra il 1948-1949 nel Basso Flumendosa, per la realizzazione di una centrale idroelettrica e la distribuzione delle acqua.
Un suggestivo specchio d'acqua in cui è praticata la pesca sportiva, ma anche l'acquacoltura per la trota iridea.
Al termine dei pranzi e delle cene in Sardegna non può mancare il filu 'e ferru, un'acquavite ricavata dalle vinacce delle uve sarde (in particolare della vernaccia).
Si tratta di un potente alcolico in grado di stroncare i più pavidi avventori, tant'è che è anche chiamato abbardente, ovvero "acqua che prende fuoco". Il nome filu 'e ferru è invece legato alla produzione clandestina di questo distillato: infatti un tempo le bottiglie e l'alambicco per produrre il distillato venivano nascoste sottoterra per non essere scoperte dai gendarmi; per ritrovarle, i contadini usavano legarvi al tappo un filo di ferro, che veniva lasciato spuntare dal terreno.
A Perda Liana non vi sono strutture ricettive: l'unica è dormire in tenda all'area attrezzata, presso il parcheggio.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Nuoro.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!