Tappa breve e molto intensa, da ogni punto di vista: il sentiero è in buona parte inesistente, ma i paesaggi sono mozzafiato, con Rocca Novara (1.340 m) e la vista sulle Isole Eolie a rubare il palcoscenico.
La salita che si affronta una volta lasciata la strada asfaltata avviene praticamente su sentiero inesistente, molto ripido e infestato di piante: occorre avere buona esperienza, senso dell'orientamento e monitorare costantemente la traccia GPS.
La segnaletica è praticamente inesistente, la si ritrova sporadicamente solo nella discesa verso Novara.
Durante tutto il tragitto si superano in diversi momenti dei cancelli di filo spinato che occorre aprire con prudenza (e ricordarsi di richiudere).
L'eventuale salita a Rocca Novara, di grandissima soddisfazione, è riservata ai più esperti per la ripidità della traccia alla croce di vetta.
La discesa per Novara avviene su sentiero infestato di piante, talvolta non facilmente riconoscibile.
Lasciamo il Centro Le Miniere su strada asfaltata e cominciamo la lunga salita (in tutto 400 m D+ ca.) sui tornanti. Dopo un paio di km, abbandoniamo la strada asfaltata in prossimità di alcune baracche e prendiamo il tracciolino sulla sinistra. Da qui in poi la salita si fa ben ripida e su traccia pressoché inesistente (priva di segnaletica), infestata di piante. Occorre orientarsi a vista, indovinando i passaggi tra i rovi, le ortiche e le buche scavate dai cinghiali; la tratta non è affatto semplice.
Infine giungiamo su un ampio pianoro erboso, al cui centro si trova una fontana, popolato di pecore e cavalli al pascolo; sterziamo verso ovest e poco dopo giungiamo comodamente al colletto ai piedi della maestosa Rocca Novara (1.340 m), una spettacolare piramide di roccia che gli isolani chiamano anche "il Cervino di Sicilia". I più esperti possono raggiungere la croce di vetta percorrendo il sentierino lungo la parete sud (150 m D+ ca.). A nord, una a una, fanno capolino le Eolie.
Dal colle iniziamo a scendere (550 m D- ca.), dapprima su larga strada sterrata, quindi proseguiamo in linea retta su piccolo sentiero lungo la dorsale, costeggiando una recinzione, per rientrare perciò, superando un cancello, sulla sterrata e giungere a Contrada Poma. Torniamo su sentierino non sempre visibile e, superando diversi cancelli (ricordiamoci di richiuderli, sempre), ci addentriamo sempre più nel bosco che porta a Novara di Sicilia, splendido borgo dell'entroterra siculo.
Lo splendido borgo di Novara di Sicilia è ricco di edifici, palazzi nobiliari e chiese, strade, fontane, dove si nota l'abile uso della pietra.
Il borgo è infatti famoso per essere gli scalpellini, in dialetto scarpilleu, un mestiere che è stato tramandato nei secoli. L'arte dell'intaglio della pietra di Novara è specializzata nella lavorazione dell'arenaria.
Oggi cinque anni nel borgo di Novara di Sicilia si festeggia la solenne Apoteosi dell'Assunta. In questa occasione le quindici statue dei santi che sono sparse nelle chiese cittadine vengono radunate nel duomo dove restano 15 giorni.
La più grande chiesa di Novara è il Duomo di Santa Maria Assunta, sopravvissuto a numerosi terremoti e che ha visto numerose modifiche nel corso dei secoli.
Davanti l'altare maggiore si apre la cripta, a cui si può accedere attraverso una botola, al cui interno è possibile vedere le mummie di preti e canonici della parrocchia - impressionanti! Le mummie si mantengono nonostante il contatto con l'aria: non sono mummificate ma essiccate eliminando tutti i liquidi dal corpo; nella stanza si possono vedere i colatoi usati per la pratica, che poteva avvenire anche all'interno delle nicchie stesse.
A valle del paese si situa il mulino ad acqua Giorginaro, datato 1690, ultimo dei 14 che venivano alimentati dal torrente San Giorgio.
Il sistema di canalette che alimenta i mulini fu costruito dagli Arabi e sfrutta la pressione alimentata da una serie di vasche di raccolta, che finisce in un imbocco che si stringe da tre metri a sei centimetri (saitta). L'acqua a pressione che ne fuoriesce alimenta la ruota orizzontale del mulino.
In particolare qui veniva macinata la timilia, una varietà di grano antico di cui oggi si sta tentando il recupero. Un'altra particolarità del mulino è che ogni cliente portava un santino del suo santo protettore e lo attaccava alla macina, in segno di buon auspicio - ancora oggi è possibile vedere i santini appesi.
Prodotto simbolo di Novara di Sicilia è il maiorchino, un formaggio ovino-caprino dalle grandi capacità di invecchiamento - può stagionare fino a trentasei mesi. Deve il suo nome alla maiorca, varietà di grano antico ormai quasi scomparsa; un tempo si diceva che il formaggio più buono veniva dai pascoli dei campi di maiorca.
Oggi lo storico pecorino è inserito tra i presidi Slow Food, non solo per le sue eccellenti qualità, ma anche per la tradizione del gioco della ruzzola: nei giorni di carnevale si tiene il "torneo del Maiorchino", in cui gli abitanti del paese si sfidano a lanciare la forma di maiorchino dalla piazza del paese fino al mulino Giorginaro - chi riesce nell'impresa (compiendo meno lanci) è il vincitore del torneo.
B&B Il Gattopardo, a Novara di Sicilia. Tel. 339 811 8820
Bed & Breakfast Noa, a Novara di Sicilia. Tel. 0941 650974
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Fondachelli Fantina (Evangelisti Rubino), partendo dalla città di Messina con cambio a Barcellona Pozzo di Gotto.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!