Concludiamo la traversata lucana con una tappa di media lunghezza, ma piuttosto faticosa (significativo dislivello positivo), nel cuore pulsante del Parco Nazionale del Pollino.
La ricompensa è la cima del Monte Pollino (2.248 m), tra le più belle dell'Appennino Meridionale, in un meraviglioso paesaggio caratterizzato dai pini loricati. Basilicata, è stato un vero piacere!
La salita al Monte Pollino rappresenta una variante al Sentiero Italia (che dalla Piana del Pollino taglia verso Piano Gaudolino attraverso le pendici settentrionali del monte), preferita per l'esperienza imperdibile della vetta e, lungo la discesa a seguire, del Patriarca, tra i più antichi dei pini loricati del parco.
La tappa è presenta dislivelli importanti: è necessario avere buon fiato e gambe allenate.
Punti acqua assenti fino a fine tappa: portarne una buona scorta.
La tappa si conclude in un bivacco spartano: chi volesse più comodità, da Piano Gaudolino può proseguire in ripida discesa fino all'Agriturismo Colloreto (tel. 347 323 6914), appena dopo aver superato l'autostrada al termine del sentiero; calcolare due ore buona di discesa.
Lasciamo il Rifugio Pino Loricato e, su ottimo sentiero, percorriamo una breve cengia rocciosa, con bella vista panoramica; quindi ci inoltriamo nel bosco e, sempre su buona traccia, camminiamo in saliscendi fino a superare un ponticello di legno, dopo il quale prendiamo quota (100 m D+ ca.) fino a sbucare a Piano Jannace. Dopo un breve tratto in piano, riprendiamo a salire gradualmente (200 m D+ ca.) per arrivare alla grande piana prativa che, dalle pendici di Serra di Crispo (2.054 m), ci conduce in godibile saliscendi alla Piana del Pollino, ai piedi di Serra delle Ciavole (2.130 m), regalandoci la vista dei numerosi pini loricati che costellano il versante occidentale del monte, come gendarmi attenti.
Andiamo a perdere dolcemente quota (150 m D- ca.) muovendoci in una grande prateria; quindi, attraversato il Piano di Pollino, attacchiamo la salita (450 m D+ ca.) verso la cima. Rientriamo nel bosco e affrontiamo una decisa salita fino al Colle del Malevento (1.970 m), dove torniamo allo scoperto; da lì proseguiamo in cresta, seguendo una traccia non sempre chiarissima ma facilmente intuibile (prestando attenzione ai segnavia) su terreno in parte roccioso. Arriviamo così alla vetta del Monte Pollino (2.248 m): bellissima la vista che va dal Tirreno allo Jonio, passando per la vicina cima del Dolcedorme (2.267 m, la più alta del gruppo del Pollino e di tutto l’Appennino Meridionale).
Rimesso lo zaino in spalla, affrontiamo la lunga discesa (550 m D- ca.); percorriamo dapprima su comoda traccia lo spigolo sud-occidentale del monte, quindi, giunti alla selletta da cui proseguirebbe la direttissima, viriamo di 90° attraversando una vasta conca prativa; poi, con una nuova virata, riprendiamo la discesa con pendenza ben decisa, fino a giungere nei pressi del Patriarca, uno dei pini loricati più antichi del Parco (vanta quasi 1.000 primavere!), un vero monumento naturale. Reso omaggio all'anziano monumento naturale, continuiamo ancora un poco in ripida discesa; quindi, giunti a un bivio, prendiamo a destra (senza salire perciò sul Pollinello) e percorriamo un facile sentiero in traverso, praticamente pianeggiante, che all'ombra del bosco ci conduce fino a Piano Gaudolino, dove troviamo una vasca con fontana, ottima per dare sollievo alle gambe stanche.
Il Parco Nazionale del Pollino si estende tra la Basilicata e la Calabria, dal Tirreno allo Jonio. Rappresenta una barriera naturale che separa le due regioni, ma anche un ponte, culturale e naturalistico, di enorme valore.
Con i suoi 192.565 ettari, il Parco è l'area protetta più grande d'Italia: divenne tale nel 1993 e dal 2015 è divenuto sito UNESCO. Le vette, modellate da antichi ghiacciai, contengono al loro interno numerose caratteristiche uniche: circhi glaciali, nevai, depositi morenici, fossili di rudiste (molluschi), grotte preistoriche (come quella del Romito), pianori carsici, inghiottitoi.
Il Pollino rappresenta un unicum naturalistico per il nostro Paese e per tutto il mondo.
Tra le vette del Pollino, a circa 1.900 metri di altitudine, si erge l'albero vivente più antico d'Europa (anche se diversi territori in tutta Italia attribuiscono questo primato a un proprio albero…).
E’ un pino loricato di ben 1.230 anni, soprannominato Italus. Gli studiosi gli hanno dato questo nome in onore del re degli Enotri vissuto tra l'età del bronzo e quella del ferro. L'imponente albero, alto più di 10 metri e con un diametro di 160 centimetri, è abbarbicato su di una fascia rocciosa molto difficile da raggiungere, sul versante Sud di Serra della Ciavole. Visto il tronco cavo, l'età di Italus è stata rilevata grazie alla datazione al radiocarbonio: ciò ha permesso di ricavare abbondanti informazioni sul clima degli ultimi 1000 anni.
Oltre le splendide cime e la straordinaria fauna, a caratterizzare il parco sono anche i bellissimi canyon e le gole - le gole del fiume Lao sono uno spettacolo senza eguali: consigliatissimo il rafting coi ragazzi di Pollino Rafting, simpaticissimi e preparati.
Per ulteriori info e prenotazioni, si veda il seguente LINK.
Simbolo del Parco è sicuramente il pino loricato, una rarissima specie che riesce a resistere negli habitat più ostili. Questi vecchi guardiani del parco vengono chiamati gendarmi.
Questo albero rappresenta una specie vegetale considerata fossile vivente. Albero imponente che si adatta ai terreni e alle condizioni più difficili, vive dagli 800 fino ai 2.200 metri - unico albero a grande fusto a vivere al di sopra delle faggete. Svetta spesso isolato ma si trova talora anche in piccoli nuclei; di assoluto fascino quando si inerpica sulle pareti di roccia. Nel parco sono presenti ben 138 esemplari.
La caratteristica più evidente è la corteccia che, con le sue placche squadrate, ricorda la corazza dei soldati romani, la lorica, da cui prende il nome - se non invece, alle immaginazioni più vive, le squame di un enorme rettile.
L'origine del pino loricato è legato a una fitomigrazione: durante il periodo delle glaciazioni, la penisola italiana era unita a quella balcanica.
Il peperone di Senise IGP è uno dei prodotti con cui si produce il famoso peperone crusco. Una volta raccolto viene fatto essiccare in lunghe collane 'nsertate a mano.
Una volta seccato, il peperone viene ripassato in olio bollente per poi essere gustato intero oppure sbriciolato su moltissime pietanze.
Bivacco Gaudolino, nel pianoro omonimo (il bivacco, piuttosto spartano, ha 2 brandine metalliche e un camino; occorre avere il proprio materassino). Sempre aperto.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è San Severino Lucano, partendo dalla città di Policoro con cambio a Senise.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!