Una tappa da non sottovalutare, con una salita importante che ci conduce in cima al monte Tuttavista (806 m): il nome non tradisce le aspettative!
Merita menzione anche il bel borgo di Irgoli, col suo caratteristico centro storico.
Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.
La salita al monte Tuttavista richiede un buon allenamento; si consiglia inoltre di partire di buon ora per sfruttare le ore più fresche.
Unico punto acqua a Galtellì, al termine della discesa: portare buona scorta.
Lasciamo l'abitato di Orosei su strada asfaltata; quindi imbocchiamo una strada sterrata sulla destra, che seguiamo in falsopiano per circa 1 km. Superato un cancello di filo di ferro, imbocchiamo un sentiero e attacchiamo la prima salita (100 m D+ ca.), dopo la quale abbiamo modo di rifiatare in un bel tratto pianeggiante, ai piedi di grandi pareti rossastre, dentro alle quali individuiamo la grotta di Conca Ruja.
Al termine del tratto pianeggiante perdiamo leggermente quota, per poi iniziare la lunga salita (600 m D+ ca.) al monte Bellavista. Il sentiero, che si sviluppa lungo la dorsale, inizia ben presto a tirare, tra gradoni rocciosi e vegetazione talvolta invasiva: dobbiamo dosare le energie e aguzzare la vista per scorgere gli ometti di pietra. Giunti a Punta Fragaida (552 m), perdiamo appena quota per poi ritornare a salire, fino a giungere a Punta Conca Niedda (718 m), caratterizzata da una casetta d'osservazione della forestale. Da lì, procediamo per poco su strada asfaltata, quindi ci immettiamo nuovamente su sentiero e saliamo appena raggiungendo così il grande crocifisso sulla cima del monte Bellavista (806 m), da cui godiamo di splendido panorama sulla costa di Orosei, sulla lunga cresta del Montalbo e sul monte Corrasi.
Iniziamo così una lunga discesa (700 m D- ca.) su sentiero piuttosto ripido, pur privo di particolari difficoltà; da sentiero passiamo su strada carrozzabile e proseguiamo agilmente fino al bel centro storico di Galtellì, con le sue case semplici e pulite. Superato l'abitato, continuiamo su asfalto superando il fiume Cedrino (uno dei pochi rivi sardi che portano acqua tutto l'anno), dopo il quale giriamo a destra seguendone il corso. All'incrocio con il Riu Santa Maria, giriamo a sinistra e giungiamo in breve nel centro di Irgoli.
Tipico di Irgoli è su ballu brincu, anche noto come “ballo saltato”.
Tipicamente accompagnati dall'organetto, i danzatori si tengono per mano o a braccetto formando un cerchio che ruota in senso orario con un ritmo sussultorio che segue la musica. Diversi sono i passi che accompagnano i movimenti e caratteristica del ballo è l’idiosincrasia tra la parte superiore del corpo (rigida) e quella inferiore (molto agile).
A Irgoli si tiene dal 1986 il Festival Internazionale dell'Organetto, occasione di incontro tra i diversi stili musicali sardi e non solo.
Ideato da Totore Chessa assieme alla Pro Loco locale, è diventato un momento vitale del paese, tanto da fare di Irgoli una sorta di capitale dell'organetto. Durante il festival è presente una larga collezione degli strumenti a mantice che vanno dalla fine dell'Ottocento fino ai giorni nostri.
Irgoli si trova all'interno della subregione chiamata Baronia, area storico-geografica situata tra la Barbagia e l'Ogliastra.
La vetta più alta della Baronia è il Montalbo (“Monte Bianco”); i fiumi principali sono il Cedrino e il Rio Posada - quest'ultimo, insieme al Montalbo, delimita il Parco Naturale Regionale dell'Oasi di Tepilora.
Lungo i vicoli di Irgoli si possono ammirare numerosi murales - sono più di 150!
Alcuni sono stati realizzati da tre artiste muraliste locali: Pina Monne, Nicoletta Congiu (anche pittrice) e Francesca Vacca. Le iniziative artistiche sono iniziate negli anni '90; a differenza dei più noti murales di Orgosolo che rappresentano le istanze di lotta e di internazionalismo, i temi qui ricorrenti sono quelli della vita cittadina quotidiana.
Nella vicina Galtellì è presente il Parco Letterario di Grazia Deledda.
Inaugurato nel 1996, il parco permette di rivivere i passi di Canne al Vento, romanzo ambientato a Galtellì che permise alla scrittrice di aggiudicarsi il Premio Nobel per la letteratura nel 1926 - diventando così l’unica donna italiana a ricevere l'ambito riconoscimento.
La scrittrice, originaria di Nuoro, mise in scena tra gli scorci del borgo l'essenza del carattere sardo, tra norme arcaiche, rimorsi e pentimenti. Nel paese si ritrovano i luoghi del romanzo, come la "casa a un sol piano" delle Dame Pintor, frequentata dalla famiglia della scrittrice; oppure la casa di Zio Crobeddu, il ricco cugino delle Dame Pintor.
E’ imperdibile il “pranzo nativo” proposto dai ragazzi dell'associazione True Sardina - un pranzo tipico sardo accompagnato da vino e musica in un bellissimo casolare di campagna.
Questi simpaticissimi ragazzi offrono ai turisti un'esperienza autentica tra le bellezze di Irgoli e dintorni.
In quelli che erano i vecchi stabilimenti del Salumificio Murru, sorge oggi il birrificio agricolo Marduk.
Marduk, divinità sumera/babilonese, proviene dall’area geografica e dal periodo storico in cui è nata la birra; caratterizzata da quattro braccia e da quattro occhi, è il simbolo del birrificio. I quattro occhi della divinità guardano oltre… come il birrificio: quasi tutto il fabbisogno viene coltivato nel raggio di 10 km; l'acqua proviene da una sorgente di Su Gologone. Il luppolo è l'unica materia acquistata, ma i titolari stanno lavorando per essere autosufficienti anche in questo.
Il birrificio propone sei birre tutto l'anno, più un paio stagionali. Sexy Pompia è la birra che viene realizzata con la buccia della pompia, agrume antico che cresce lungo la valle del Cedrino.
Agriturismo Piperedda, in località Sauccu Nieddu (2 km a nord di Irgoli). Tel. 333 840 0836
A Irgoli sono presenti diverse strutture ricettive.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Nuoro.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!