Una tappa lunga e con dislivelli (positivo e negativo) da non sottovalutare. La fatica (nel complesso è tanta) viene ampiamente ripagata dal panorama mozzafiato sul mare, che ci accompagna dalla partenza fino alla fine della tappa.
Se si ha tempo per percorrerla con calma c’è la possibilità di concedersi un tuffo nell'acqua limpidissima!
Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.
Il caldo, combinato con l’assenza di fonti d’acqua per tutta la prima parte, il dislivello e la lunghezza rendono il percorso impegnativo.
Segnaletica assente: bene monitorare la traccia gps. Il sentiero è indicato da ometti (piuttosto visibili perché realizzati con pietre di di medio-grandi dimensioni) oppure da sassi incastonati tra i rami degli alberi.
La traccia sul terreno è piuttosto visibile fino a quando si sale in cresta; da lì in poi bisogna prestare attenzione perché le tracce sono diverse ed è facile sbagliarsi.
Importantissimi coprirsi il capo per ripararsi dal sole: i tratti all'ombra sono davvero pochi. Munirsi di bastoncini da trekking perché soprattutto la discesa stressa molto le ginocchia.
Attraversiamo il paese di Dorgali, camminando su asfaltto per il primo chilometro. Appena usciti dal paese, cominciamo una lunga salita (400 m D+ ca.), inizialmente su una strada carrozzabile acciottolata. Dopo uno strappo iniziale attraversiamo la Galleria Etza (nonostante sia lunga poco più di 500 m, è davvero scenografica!). Usciti dalla galleria camminiamo un po’ su sterrato per poi attaccare il sentiero vero e proprio, che per molti km rimarrà sempre in cresta, portandoci sul Monte Bardia che con i suoi 880 m ci regala una bellissima vista sul mare e su tutta la vallata che circonda Dorgali.
Perdendo progressivamente quota (600 m D- ca.), continuiamo lungo il filo di cresta; il sentiero alterna tratti esposti al sole con piacevoli passaggi ombrosi. Dopo essere arrivati al Monte Rosso, scendiamo fino ad incrociare una carrozzabile, che attraversiamo per poi continuare su sentiero, con una nuova salita ben tosta (300 m D+ ca.); grazie alla vista del mare è però facile distrarsi. Per qualche km il sentiero è tutto su sassi e rocce; incontriamo alcuni pinnettos (le famose capanne dei pastori,) dove ci possiamo riparare e rinfrescare un po'.
Iniziamo la lunga discesa (600 m D- ca.), da non sottovalutare perché ripida e difficoltosa per il terreno sconnesso. Arriviamo finalmente al mare e camminiamo fino a scendere alla bellissima spiaggia di Osalla (di sabbia). Camminiamo sulla sabbia e poi sugli scogli (dove occorre prestare molta attenzione: gli scogli sono taglienti e, poichè ricoperti di alghe, umidi ed estremamente scivolosi) fino a raggiungere la Spiaggia di Orosei… lunga qualche km. Il sentiero prosegue parallelo alla spiaggia sotto una profumatissima pineta, lungo le sponde dello Stagno Petrosu.
Infine attraversiamo lo stagno su di un ponticello e camminiamo lungo un argine, da cui ammiriamo l'imponente Monte Tuttavista, fino a entrare nel centro di Orosei (dove bisogna fare attenzione al traffico!).
Il comune di Orosei è rinomato per il suo marmo pregiato, che va dal bianco al giallo paglierino e rappresenta un unicum commerciale nell'isola.
E’ caratterizzato dalla presenza di numerosi fossili di conchiglie, coralli e altri microrganismi. Si trovano anche delle versioni di marmo scuro o screziato, ma il più richiesto è quello chiaro, per le sue raffinate venature.
A Orosei scorre il fiume Cedrino, raccontato dalla scrittrice sarda Grazia Deledda nei suoi romanzi - in particolare in Canne al Vento.
Il Cedrino era noto già al tempo degli antichi Romani che lo indicavano come Kaidros. Sgorga sul massiccio del Gennargentu e scorre per 80 km fino al mar Tirreno. Deve il suo nome alle numerose piantagioni di agrumi che si coltivavano nella zona attraversata - in particolare di cedro.
Nel comune di Orosei è presente il Santuario di Nostra Signora del Rimedio, luogo di culto caratterizzato dall'ampio porticato che ospita numerose stanze (87 cumbessias) dove i pellegrini si trasferiscono per la novena. La novena indica i giorni in cui i devoti si recano al santuario per pregare la Madonna; solitamente è di 9 giorni ma quella di Orosei, che si svolge la seconda domenica di settembre (Festa del Rimedio), dura esattamente il doppio: in quell’occasione il cortile del Santuario si riempie di vita e alle preghiere si alternano musica e cibo.
La chiesa fu edificata nel XVI secolo e poi modificata del XIX secolo. Dall'atmosfera vagamente messicana, è il luogo di ritrovo per tutta la comunità di Orosei e i tanti che vivono lontani dal paese natale.
Oggi sulle sponde del fiume Cedrino continua la produzione di un raro agrume: la pompia, un frutto quasi scomparso e riscoperto negli anni '90, che si sta tentando di recuperare.
Agrume di grosse dimensioni, è un incrocio tra un cedro e un limone, endemico della zona - in particolare nel comune di Siniscola. Il succo del frutto, troppo aspro per essere mangiato, veniva utilizzato un tempo per pulire le stoviglie. La buccia invece viene utilizzata per ricavarne canditi, marmellate, oli essenziali o liquori - ottimi digestivi.
La pompia è oggi protetta dal presidio Slow Food
Santuario di Nostra Signora del Rimedio, a Orosei (è una struttura religiosa autogestita, possibile uso cucina; è necessario richiedere il telefono al comitato gestore. Tel. 078498760
A Orosei sono presenti numerose strutture ricettive
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Nuoro.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!