Tappa di buona lunghezza, con dislivello perlopiù negativo, su fondo sempre agevole.
La giornata regala paesaggi variegati e mozzafiato, che ricordano a tratti il Cammino di Santiago e la Val d'Orcia. Arriviamo ai piedi di Gangi, uno dei borghi più belli d'Italia.
Ci sono alcuni cancelli di filo spinato che occorre aprire (e richiudere, sempre!).
Unico punto acqua nella riserva di Campanito-Sambughetti, a inizio tappa: portare buona scorta.
Rischio zecche.
Da Sella Contrasto, dopo un brevissimo tratto di strada, prendiamo la carrozzabile sulla destra e saliamo dolcemente (100 m D+ ca.) nel bosco, con diversi saliscendi, attraversando la bellissima riserva di Campanito-Sambughetti. Dopo alcuni km, prendiamo a scendere dolcemente, sempre su ottimo fondo, verso il Monte Saraceno: il paesaggio cambia radicalmente, gli alberi scompaiono e al loro posto troviamo le pale eoliche, disposte sui dolci poggi di toscana memoria.
Proseguiamo sulla dorsale verso ovest, quindi pieghiamo verso sud-ovest e passiamo su strada asfaltata, iniziando così la lenta discesa (500 m D- ca.) verso il torrente Rainò. Superata contrada Marrocco, prendiamo la carrozzabile (non evidente, tenere d'occhio la traccia GPS) sulla destra, ci manteniamo per un tratto a mezzacosta, quindi riprendiamo a scendere, ritornando su strada asfaltata. Nell'ultimo tratto di discesa, abbandoniamo l'asfalto e torniamo su una mulattiera di ciottoli, che ci porta ad attraversare dapprima il fosso Nocito, quindi il torrente Rainò.
Con un ultimo sforzo, risaliamo ripidamente (150 m D+ ca.) fino a raggiungere una larga carrozzabile, curviamo a sinistra e scendiamo agilmente fino alla bellissima Villa Rainò.
Nel 1756 a Gangi fu fondata l'Accademia degli Industriosi, che sostituiva la precedente Accademia degli Sprovveduti.
Era un circolo massonico in cui circolavano gli ideali giansenisti e veniva propagandato il libero pensiero.Gli accademici che partecipavano alle riunioni discutevano degli argomenti più nobili, dalla politica alla teologia morale, riunendosi nel Palazzo Bongiorno, edificio realizzato dal fondatore dell'Accademia Francesco Benedetto Bongiorno. Il lavoro dell'Accademia portò alle stampe ben sette opere tra componimenti poetici, saggi e altri scritti.
Ogni prima domenica d'agosto a Gangi si svolge la festa dei burgisi (o Sagra della Spiga).
Si tratta di una festa religiosa che trova le sue radici nei culti alla terra, un ringraziamento al Creatore per i raccolti. Sei gigantesche forme di pane, simbolo del legame tra i prodotti della terra e il lavoro degli uomini, vengono portate in processione dai ragazzi di Gangi, vestiti con l'abito tradizionale.
Il termine burgisi sta per “borghese” perché probabilmente i primi a iniziare questa tradizione furono i contadini benestanti, anche se il mito si perde nella notte dei tempi e nei riti pagani.
Gangi è famosa per "l'assedio di Gangi", messo in scena nel film di Pasquale Squitieri Il prefetto di Ferro, uscito nel 1977.
Nel 1926 Mussolini qui inviò il prefetto Cesare Mori con la missione di mettere in ginocchio la mafia, che all’epoca aveva a Gangi il suo fulcro.
A seguito di una retata improvvisa, che non produsse nessun esito (i carabinieri incontrarono solo donne e bambini in città), il prefetto fece circondare Gnagi affinchè nessuno potesse scappare e a quel punto tagliò l'approvvigionamento idrico ed elettrico per mettere in ginocchio la popolazione locale (che nascondeva i capi mafiosi) e così costringere i malavitosi a uscire dai loro covi.
L'episodio, controverso per l'uso dei metodi cruenti che fiaccarono la popolazione locale, segnò soltanto una piccola vittoria della lotta alla mafia, culminata con l'arresto (e il successuvo suicidio) di don Calogero Albanese.
Nella piazza di Gangi sorge la chiesa di San Nicolò di Bari, costruita nel XV secolo.
Nella chiesa è presente il Giudizio Universale di Giuseppe Salerno, noto come “lo Zoppo di Gangi”, e diverse statue lignee realizzate dallo scultore Filippo Quattrocchi. Il campanile della torre era un tempo la torre civica della città, chiamata “torre dei Ventimiglia”, realizzata nel 1337 dalla famiglia Ventimiglia, per volere di Francesco I.
Ad arricchire la chiesa è la fossa di parrini. Il Museo della morte, noto anche come “la cripta delle mummie”, si trova nei sotterranei della chiesa e contiene centinaia di corpi mummificati degli ecclesiastici che operarono a Gangi. Nella cripta è ancora presente il tavolo in cui avveniva l'asciugatura naturale dei cadaveri.
Per ulteriori info e orari, si veda il seguente LINK.
Altra infrastruttura realizzata dalla famiglia dei Ventimiglia è il Castello di Gangi. Costruito a cavallo del XIII e XIV secolo è molto simile al castello di Castelbuono, dove risiedeva la famiglia.
Nel Seicento il castello passò prima alla famiglia Graffeo e poi alla Valguarnera. In questo secolo il castello si trasformò nel palazzo che ospitava i principi di Gangi. Situato a 1.000 metri d'altezza sulla cresta del Monte Marone, sopra il centro abitato, domina la valle del torrente Rainò.
Il Palazzo Bongiorno, sede dell'Accademia degli industriosi, è stato edificato dal barone Francesco Benedetto Bongiorno nel XIII secolo. Fu il pittore romano Gaspare Fumagalli a realizzare gli affreschi del palazzo che seguivano i concetti morali-religiosi perseguiti dall'accademia.
Il palazzo, passato in mano al Comune nel 1967, è sede dell'amministrazione comunale. Sicuramente tra le più notevoli strutture settecentesche di tutte le Madonie.
Su uno sperone roccioso sorge la masseria fortificata di Bordonaro, un complesso architettonico di origine medievale che faceva parte del sistema di possedimenti feudali che controllavano le campagne circostanti.
Altra esempio di masseria fortificata nei pressi di Gangi è il castello di Regiovanni, che sorge su un pinnacolo di roccia del colore bruno-rossastro.
Attrattiva di Gangi è sicuramente il laboratorio La capra canta di Fabrizio Fazio, produttore di tamburi.
Fabrizio ha imparato le tecniche tradizionali con cui realizza tammorre, tamburi a cornici, tamburi medievali e imperiali. Si tratta di vere e proprie opere d'arte che continuano a far risuonare le musiche della tradizione popolare nel borgo: i tamburinari gangitani erano infatti già famosi in epoche antiche - addirittura qualcuno fa risalire la tradizione al periodo siculo-greco. Fabrizio Fazio è ufficialmente entrato nel Registro delle eredità immateriali della regione Sicilia (REIS) come unico erede di un antico sapere.
Tradizione delle festività pasquali è ‘u fasciddatu, una tipologia di pane di forma rotonda che viene realizzato con diverse decorazioni.
È il protagonista della storica Sagra del Grano.
Villa Rainò, a Contrada Rainò. Tel. 0921 644680
A Gangi sono presenti diverse strutture ricettive
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Capizzi, partendo dalla città di Catania con cambio a Troina.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!