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Tappa

328

Alcamo > Segesta

Lunghezza
19.4
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
550
m
-
554
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa di media lunghezza, molto varia: penalizzata da una prima parte su asfalto, offre però la visita alle belle terme naturali del Fiume Caldo, l'attraversamento del Bosco di Angimbè e infine la visita al meraviglioso tempio greco di Segesta.

Note particolari

La tratta dalle sorgenti termali al tempio di Segesta rappresenta una variazione al Sentiero Italia (che segue lo sviluppo dell'autostrada), preferita per ammirare il bellissimo Bosco di Angimbè e la Valle Gaggera.

Tappa sconsigliata nelle giornate estive.

Punti acqua assenti, portarne buona scorta.

Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciamo la cittadina di Alcamo e ne attraversiamo l'area industriale, quindi prendiamo una stradina asfaltata e iniziamo una lunga e progressiva discesa (200 m D- ca.), passando presto su sterrata. Con qualche intermezzo di asfalto, camminiamo per circa 1 km sotto il corso dell’autostrada, prima di giungere alle terme libere segestane, che meritano assolutamente una deviazione e una sosta (risalendo il Fiume Caldo, si trova una grotta in cui l'acqua ha una temperatura di circa 47 gradi; le pareti della grotta sono ricche di fanghi ottimi per rigenerare la propria epidermide).

Tornati sulla strada, ci immettiamo sulla provinciale per poi prendere sulla sinistra una larga sterrata che va salendo (200 m D+ ca.) verso una larga sella, dopo la quale camminiamo per un breve tratto in falsopiano per entrare nel Bosco di Angimbè, che andiamo risalendo (100 m D- ca.) superando il centro didattico dell'Associazione Bosco di Angimbè (ottimo punto di sosta, grazia alla sua area attrezzata). Usciti dal bosco, prendiamo a scendere lentamente (200 m D- ca.); giunti su una stradina asfaltata, la seguiamo per 1 km prima di riprendere lo sterrato, sempre su buon tracciato, godendo dei paesaggi rurali della Valle Gaggera.

Giunti al fondovalle nei pressi della vecchia stazione ferroviaria di Calatafimi, prendiamo verso destra rimanendo su strada bianca, quindi ci immettiamo nella statale per attraversare il fiume Gaggera e subito dopo prendiamo una stradina sulla destra, passando per i profumati aranceti dei tipici ovaletti di Calatafimi (le arance locali, dalla forma ovale). Superato un guado, andiamo percorrendo delle vigne fino a sbucare sulla strada, che seguiamo per l'ultimo km fino a giungere al parcheggio sottostante il tempio di Segesta. Chiudiamo così la tappa guardando le antiche colonne greche, in un contesto di rara bellezza.

COSA SAPERE

Segesta fu un’antica città edificata dal popolo degli Elimi di cui oggi rimangono un tempio in stile dorico e un meraviglioso teatro di età ellenistica.

La fondazione della città è certamente precedente al IX secolo a.C.: lo storico greco Tucidide scriveva dei profughi troiani che fondarono la città. Secondo il mito a fondare Segesta fu Aceste, mentre Virgilio sostiene che a fondarla fu addirittura lo stesso Enea, che scelse di fondare la città per far riposare i suoi concittadini prima di riprendere l'epopea verso Roma.

La storia antica di Segesta fu segnata dal continuo conflitto con la confinante Selinunte. Durante le Guerre Puniche si alleò con Roma, per via delle presunte comuni origini troiane, e per questo, dopo la vittoria sui Cartaginesi, le fu garantito lo status di città libera.

Lo sviluppo cittadino si fermò nel V secolo con l'invasione dei Vandali, che distrussero l’antico città.

La località di Segesta si trova all'interno del territorio di Calatafimi, in cui avvenne la battaglia di Calatafimi, la prima della spedizione dei Mille garibaldini.

Le truppe guidate da Garibaldi, sbarcate a Marsala l'11 maggio, vennero accolte da un migliaio di giovani volontari siciliani che si unirono ai veterani Cacciatori delle Alpi; il 15 maggio 1860 si scontrarono con l'esercito delle Due Sicilie. Il combattimento, che vide la ritirata delle truppe borboniche, spinse la città palermitana ad insorgere.

Nella località di Pianto Romano, dove i soldati combatterono, si erge il monumento contenente l'ossario dei caduti.

Nei pressi di Segesta si sviluppa il Bosco di Angimbè, una selva di sughero caratterizzata dall'abbondante presenza d'acqua e dalla presenza di numerose gebbie e cisterne. Ancora oggi le cortecce delle querce vengono utilizzate per la produzione dei tappi di bottiglia.

Esteso per 213 ettari, contiene al suo interno la sede dell'Associazione Angimbè, attiva nella valorizzazione del turismo sostenibile locale.

COSA VEDERE

Il sito archeologico di Segesta, divenuto parco archeologico nel 2013, contiene al suo interno numerosi edifici dell'antica città elima di Segesta; su tutti spiccano il tempio e il teatro.

Il tempio, denominato anche Tempio Grande, risale al V secolo a.C. e sorge sopra la collina fuori le mure cittadine. Composto da 36 colonne (6x14) alte 10 metri e ancora intatte, si discosta dai classici templi greci per l'assenza di una struttura interna. La questione ha generato numerosi dibattiti: alcuni studiosi tendono a considerarlo un recinto sacro non di culto greco. I dubbi sono di difficile soluzione, in quanto l'opera non fu mai completata.

Il teatro, costruito sul Monte Barbaro, dà le spalle all'agorà e ha davanti a sé uno splendido panorama sulle colline circostanti che arrivano fino al mare. Edificato nel III secolo a.C. con pietra calcarea locale, è caratterizzato dall'architettura a cavallo tra quella dei teatri greci e quella dei teatri romani. Oggi è la sede di numerosi spettacoli teatrali e concerti.

Ad ovest di Calatafimi, sopra un colle, sorge il castello Eufemio, posto a difesa della città di Segesta.

Fu utilizzato dalle truppe di Federico II contro i ribelli mussulmani e nei secoli seguenti fu la dimora dei feudatari locali. Il castello fu abbandonato nella seconda metà del XIX secolo. Oggi delle tre torri originarie ne rimangono soltanto due; all'interno si possono scorgere i graffiti dei detenuti, che rimandano al periodo in cui il castello fu usato come prigione.

Non distante dal parco archeologico sgorgano le terme di Segesta.

Le sorgenti si trovano lungo il fiume Crimiso, dove un tempo sorgevano numerosi mulini, il cui nome è legato alla mitologia greca: la divinità fluviale Crimiso per scaldare la ninfa Egesta, in fuga da Troia, creo le sorgenti di acqua calda.

Le acque termali, molto calde (arrivano a temperature di 47 °C!), sono citate anche da Strabone e Plinio il Vecchio per le loro virtù terapeutiche. Lungo le pozze si trovano i resti di un ponte arabo.

COSA MaNGIARE

Tipico di Calatafimi è il cucciddatu, un pane antico (risale al 1600) che veniva realizzato in occasione della festa del Crocifisso Padrone di Calatafimi Segesta.

Il pane, dalle caratteristiche a forma di sole, è un impasto di semola rimacinata, acqua e lievito madre; può essere conservato per settimane.

Dolce tradizionale sono le cassatelle di Calatafimi (cassateddi), specie di calzoni fritti ripieni di ricotta, scorza di limone e cioccolato.

Prodotto unico di questo territorio è l'ovaletto di Calatafimi.

Si tratta di una varietà tardiva dell'arancia, dall'incredibile forma ovale. Rintracciata nei primi decenni del Novecento in questo territorio, si tratta di una derivazione dell'ovale calabrese. Dalla buccia sottile e dal sapore intenso e gradevole, è un prodotto a rischio di scomparsa per la sua difficile collocazione sul mercato; i produttori locali stanno lavorando per farlo rientrare tra i presidi Slow Food.

DOVE DORMIRE

B&B Polvere di Stelle, a circa 10 km dal tempio di Segesta. E' disponibile il servizio navetta gratuito da parte dei (simpaticissimi!) gestori. Tel. 349 774 4693 - 348 952 2273

Agriturismo Baglio Pocoroba, 1 km dopo il tempio di Segesta. Tel. 338 1139150

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.

Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Trapani.

Qui il LINK per controllare gli orari.

Punto di partenza NON raggiungibile in treno.

“Anche in cammino non bisogna trascurare la cura di sé: con questo spirito risaliamo il Fiume Caldo per concederci un trattamento open air di fanghi naturali”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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