Tappa facile, con scarso dislivello positivo; purtroppo interamente su asfalto, ma comunque divertente e scorrevole. Giungiamo nella cittadina molisana di Isernia.
La tratta rappresenta una variante al Sentiero Italia (che da Rivisondoli piega verso sud-est, in direzione di Pescolanciano, per poi dirigersi a sud-ovest verso Isernia), preferita per la bellezza paesaggistica delle Mainarde.
La tappa si svolge interamente su asfalto.
Usciamo dal centro di Colli al Volturno e saliamo lentamente (200 m D+ circa) su strada asfaltata, fino a guadagnare una dorsale in piano con bella vista sulle Mainarde e sulla Valle del Volturno. Giunti in località castello, prendiamo la stradina sulla destra e con ampio giro scendiamo tranquillamente fino al borgo di Fornelli, con le sue belle mura.
Proseguiamo la discesa (200 m D- circa) verso il fiume Vandra; giunti sulla strada provinciale, giriamo a sinistra e dopo aver superato il fiume prendiamo una stradina sulla destra, che si inoltra verso sud nel fondovalle, in piano. Appena prima di incrociare il fiume Cavaliere giriamo a sinistra e proseguiamo a lungo, in piano tra i campi coltivati.
Dopo diversi chilometri giungiamo a Isernia.
La storia di Isernia è stata segnata da numerose tragedie: la distruzione della città sannita ad opera dei Romani, il terremoto dell’847 d.C., le numerose invasioni saracene e quella normanna, che distrusse le antiche mura ciclopiche.
L'ultima tragedia è quella del 1943, quando la città di Isernia fu vittima di un pesantissimo bombardamento da parte degli aerei americani. Gli Alleati avevano l'obiettivo di far saltare in aria i ponti di Cardarelli e Santo Spirito per ritardare la ritirata dei Tedeschi, ma le bombe colpirono la città nel giorno del mercato uccidendo circa 4.000 persone. A memoria di quanto è stato distrutto, la pavimentazione di Piazza Celestino V (la più importante della città) è decorata con la planimetria degli edifici esistenti prima del bombardamento.
Isernia si vanta di essere la prima capitale d'Italia (ben prima della nascita della Nazione): fu infatti la capitale della Lega Italica, l'alleanza siglata dai popoli italici che dichiararono guerra a Roma per costringerla a concedere loro la cittadinanza, con tutti i benefici del caso. Durante la Guerra Sociale, dopo la caduta di Corfino, la capitale della Lega italica fu spostata prima a Bojano e poi ad Aesernia (inizialmente fedele a Roma), città in cui probabilmente furono coniate le monete su cui appare, per la prima volta, il nome Italia.
La guerra finì con la vittoria militare dei Romani guidati da Lucio Cornelio Silla, ma nonostante la pesantissima sconfitta i popoli italici riuscirono ad ottenere la cittadinanza romana.
I Sanniti Pentri furono il popolo guerriero che abitò nell'area dell'attuale provincia di Isernia (città che ancora oggi ha lo scudo sannita come simbolo).
Protagonista dell'artigianato locale è il merletto al tombolo. Il tombolo isernino (un particolare tipo di pizzo), probabilmente introdotto dalla Spagna dalle suore di Santa Maria delle Monache, è caratterizzato dalla finissima fattura e dal colore avorio particolarmente luminoso ed elegante. E’ materia di studio presso il liceo artistico cittadino e ancora oggi, lungo le vie cittadine, si può udire il ticchettio dei fuselli (gli attrezzi usati per realizzare i merletti).
Il simbolo di Isernia è sicuramente la Fontana Fraterna, una fontana costruita dalla famiglia Rampini nel 1835 utilizzando blocchi di pietra recuperati da edifici di epoca romana presenti in città.
Composta da sei archi a tutto sesto posti davanti alle sei bocche d’acqua, deve il suo nome al fatto che un tempo era situata nel quartiere della confraternita fondata da Celestino V, nativo di Isernia. Alcuni tuttavia sostengono che in realtà il nome sia legato alla funzione di aggregazione che svolgeva la fontana - oggi si trova proprio nel centro di maggiore socialità della città, la piazza Celestino V, spostata a seguito del bombardamento del 1943.
Il Museo Nazionale del Paleolitico, inaugurato nel 1999, raccoglie la storia paleolitica di Isernia emersa dall'area archeologica La Pineta, dove sono ritrovate le tracce di insediamenti di 70.000 anni fa.
Il sito archeologico fu scoperto casualmente nel 1978 dal ricercatore Alberto Solina, non distante dal centro abitato. Una ricerca pubblicata dalla rivista Science afferma che quello di Isernia sia uno dei siti più antichi dove è attestato l'uso del fuoco da parte dell'uomo; di notevole interesse anche i numerosi resti animali, che rivelano la presenza di specie sconosciute in questa zona. La presenza dell'uomo nell'area di Isernia in tempi tanto remoti è dovuta all'abbondante presenza di acqua (ci sono ben tre fiumi nell’area).
Per maggiori info e dettagli su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Nella Cattedrale di San Pietro Apostolo, situata nella piazza Andrea d'Isernia (che un tempo fu il foro romano), si ritrova la storia della città - sovrapposta su più strati: l'edificio sorge sul tempio italico del III secolo a.C. e su un lato della cattedrale è ancora visibile il podio, cioè il basamento rialzato su cui posava il tempio. Si trattava di un capitolium, cioè un tempio dedicato alla triade capitolina: Giove, Giunone e Minerva.
Nell’Alto Medioevo sul sito del tempio venne costruita una cattedrale greco bizantina, ma nel 1349 un tremendo terremoto distrusse l'edificio che, nel corso dei secoli, venne danneggiato e ricostruito più volte, fino ai restauri in stile neoclassico della seconda metà del XIX secolo.
A lato della cattedrale rimane la torre campanaria costruita nel 1349.
A Isernia, diverse opere di ingegneria civile meritano attenzione: l'acquedotto romano scavato nelle rocce di travertino che ancora oggi, dopo due millenni, continua a portare acqua fresca alla città; o l’imponente Ponte Cardarelli, costruito a fine Ottocento su due ordini di arcate, per una lunghezza di 130 m.
Il prodotto molisano per antonomasia è il caciocavallo, formaggio a pasta filata stagionata dall’inconfondibile forma. Il nome deriva dal fatto che, per farle stagionare, le forme di formaggio vengono legate in coppia e appesi a cavallo di un bastone.
L'azienda produttrice più rinomata è sicuramente il Caseificio Di Nucci, di Agnone, che da secoli tramanda la tradizione casearia da generazione in generazione. Da assaggiare anche la stracciata, una stracciatella senza panna - eccezionale!
Rinomata è la cipolla di Isernia, dalle grande dimensioni e dalla forma schiacciata.
Usata in passato anche come rimedio medico per le cisti e i duroni ai piedi, viene chiamata cipolla di San Pietro perché, secondo una leggenda, il santo calò una treccia di cipolle negli inferi, perché la madre ormai morta potesse aggrapparvisi e ritornare al mondo dei vivi; quando però altre anime provarono ad aggrapparsi, la madre prese a dimenarsi per scacciarle: la treccia si ruppe ed ella ricadde tra le fiamme.
Nei giorni del 28 e 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, c'è la Fiera delle Cipolle, testimoniata fin dal XV secolo. Uno dei piatti tipici è la cipollata, una frittata di cipolle.
Nella provincia di Isernia si raccoglie una notevole quantità di tartufo bianco, purtroppo poco conosciuto. Dal 2011 è stata indetta la Fiera del Tartufo bianco molisano.
B&B Il Palazzotto, a Isernia. Tel. 347 684 2980
B&B La Contessa, a Isernia. Tel. 328 958 5571
B&B Gli Orti, a Isernia. Tel. 338 326 2392
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Isernia.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!