Tappa di buona lunghezza, con una salita iniziale che prelude a una bellissima vista panoramica sul paese di Rivello.
Dopo una prima parte in Campania, entriamo in una nuova regione: la Basilicata.
La prima parte della tappa è composta da una salita lunga, pur priva di particolari strappi; bene affrontarla senza fretta.
Lasciato Fortino, seguiamo per poco la strada asfaltata, quindi pieghiamo a destra e imbocchiamo una sterrata, su cui affrontiamo una prima, lunga salita 300 m D+ ca.) all'interno di un bosco che ci allieta con la sua ombra (facile incontrare qualche mucca al pascolo. Il percorso è ben tracciato, ci sono alcuni cancelli dei pastori da superare.
Continuiamo a prendere quota tra gli alberi per poi sbucare in cima al passo (siamo a poco più di 1.000 m di altitudine), dal quale si ha una vista molto bella sul paese di Rivello e i monti alle sue spalle.
Riempiti gli occhi e ripreso fiato, scendiamo quindi abbastanza ripidamente (400 m D- ca.) fino a raggiungere e attraversare il piccolo paese di Rotale, molto carino. Proseguiamo ancora un poco in leggera discesa fino ad affacciarci su una strada regionale, che seguiamo a destra per poche centinaia di metri, quindi svoltiamo a sinistra in una stradina (che diventa presto sterrata) e riprendiamo a salire (200 m D+ ca.) nel bosco; raggiunta la località Puglio, scendiamo agevolmente (300 m D- ca.) e raggiungiamo la statale, godendoci la vista sul paese di Rivello, arroccato davanti a noi, dal lato opposto della valle. Attraversata la strada, affrontiamo una nuova discesa (150 m D- ca.), breve ma intensa, al fiume Noce, dove possiamo rinfrescarci in vista dell'ultima salita (100 m D+ ca.) sugli scalini che ci conducono nel cuore del bellissimo paese, fatto di vicoli stretti e case tradizionali.
Il borgo di Rivello si estende sopra un piccolo crinale composto da tre colline, in un labirintico intreccio di stradine, scalinate e piccole piazze.
Costruita sulla città lucana di Sirinos, deve il suo nome all'antica città di Velia: Rivello sta infatti per Re-Velia (sullo stemma della cittadina campeggia la scritta latina (Iterum Velia Rennovata Rivellum). A fondarla furono i Longobardi e Bizantini che fuggivano dalle invasioni saracene. L’insediamento diede vita ad una strana convivenza tra i due popoli, che vivevano vicini ma separati: ognuno aveva la propria chiesa (quella di San Nicola per i Longobardi e quella di Santa Maria del Poggio, di rito greco, per i Bizantini) e la propria fontana.
Nel borgo di Rivello, nel mese d'agosto, il comune organizza il festival musicale Polifonié. I concerti si svolgono nelle location più suggestive del paese, ad esempio vicino al convento di Sant'Antonio Abate.
Monumento simbolo di Rivello è il convento di Sant'Antonio da Padova.
Costruito nel 1515, fu un importante centro di cultura per la zona grazie anche alla ricca biblioteca. E’ situato nella parte bassa del paese ed è caratterizzato dal chiostro quadrangolare, dalle numerose tele cinquecentesche e dagli affreschi. In particolare, tra questi ultimi spiccano quelli attribuiti a Giovanni Todisco da Abriola (XVI secolo), tra cui la maestosa Ultima Cena presente nel refettorio (1559).
Il convento fu chiuso e soppresso durante il periodo delle leggi napoleoniche, ma rimase abitato dai frati fino al 1889. Oggi, al piano superiore, è presente la mostra archeologica "Noce e Lao tra greci e indigeni", in cui viene testimoniato il rapporto tra gli abitanti delle aree interne e le città della Magna Grecia.
Nel borgo sono presenti altre due importanti chiese: la Chiesa Madre di San Nicola e la Chiesa di Santa Maria del Poggio.
La prima nasce sulle rovine di un antico castello e ha alla base la cripta di San Nicola; l'ingresso è impreziosito dalla scalinata settecentesca. Sul versante opposto del borgo sorge la seconda, di epoca settecentesca, posta a strapiombo proprio sulla sommità di un poggio - posizione che la rende simile ad una fortezza. Edificata dai Bizantini, era la chiesa dove si celebrava il rito greco. L'interno, rimaneggiato nel Settecento, è decorato in stile barocco - spicca l'organo in stile roccocò napoletano.
Tra i vicoli del borgo c’è il piccolo spaccio alimentari di Clementina dove si possono mangiare i tipici taralli lucani (a forma di otto) da accompagnare alla lucanica - nome con cui già i Romani si riferivano alla salsiccia, proprio in riferimento alla Lucania. Sempre presente è Meneghina, simpaticissima e vigorosa, sempre pronta ad allietare i momenti con il suo organetto.
Tipiche del periodo natalizio sono le zeppole cresciute, preparate con un impasto di farina e acqua che viene fatto lievitare e poi fritto. Vengono guarnite con zucchero e miele.
Le laghenelle sono il formato di pasta tipico e vengono tradizionalmente cucinate con i fagioli saltati con aglio e olio. La ricetta è chiamata laghene e fasule sfritte.
B&B Lo straniero, a Rivello. Tel. 0973 428076
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Lagonegro con cambio a Maratea, partendo dalla città di Sapri.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!