Tappa abbastanza breve e bellissima, priva di dislivelli significativi e resa speciale dal bellissimo Tracciolino, il sentiero che ricalca una vecchia rotaia, con vedute spettacolari sul Lago di Como.
Entriamo nella magica Val Codera, tra le più intatte delle Alpi: il paesino che le dà il nome è un gioiello raro, così come il borgo di San Giorgio.
Lungo il Tracciolino si superano diverse gallerie, completamente buie e abbastanza fredde: bene avere torcia e felpa a portata di mano.
Lasciato l’abitato di Frasnedo, imbocchiamo il sentiero che scende di quota (400 m D- ca.) verso Castano. Lì seguiamo le indicazioni del Tracciolino, lo spettacolare percorso su vecchia rotabile. Attraversiamo diverse gallerie e, godendo di vedute mozzafiato sul Lago di Novate Mezzola e sul Lago di Como, giungiamo a San Giorgio: un borgo incantevole, dove vorremmo fermarci per sempre.
Ripartiamo in direzione di Cii, prendendo di quota su ottimo sentiero (200 m D+ ca.). Proseguiamo a mezzacosta, scendendo nuovamente; superiamo in rapida successioni due ponti in pietra (Punt de la Val Mala e Punt de la Muta, uno più bello dell’altro) e, con un'ultima salita, entriamo nell’incantevole borgo di Codera.
Codera è l’unico borgo delle Alpi abitato tutto l’anno (se pur da una manciata di persone) raggiungibile solo a piedi, superando 4.000 scalini intagliati nella roccia che salgono da Novate Mezzola. Un gioiello da amare e tutelare: fino ai primi del Novecento era stabilmente abitato da più di 500 persone, ora gli abitanti si contano sulle dita di due mani.
In Val Codera sono state attive le Aquile Randagie, un gruppo scout che continuò in clandestinità la propria attività durante l’epoca fascista, nonostante fossero banditi tutti i gruppi organizzati.
Gli scout che si radunavano in Val Codera erano protetti dalla popolazione e anche la caserma della Guardia di Finanza non denunciò mai la loro attività.
La valle, per la sua conformazione, fu un luogo di resistenza partigiana e per questo motivo molte case furono bombardate dai nazi-fascisti. Le Aquile Randagie aiutarono sia partigiani sia militari inglesi e americani a fuggire in Svizzera.
Il Tracciolino è un bellissimo percorso panoramico in piano (alla quota costante di circa 912 m) che unisce la Val dei Ratti e la Val Codera. Segue il tracciato, e in parte è accompagnato dai binari, della piccola linea ferroviaria decauville (ferrovia a binario unico, facilmente montabile, usata per il trasporto di legname, minerali etc.), costruita negli anni Trenta, che serviva come linea di trasporto per i materiali tra la presa idroelettrica di Saline e la diga di Moledana.
Sul sentiero, poco dopo la frazione di Cii, si incontra un grosso masso che secondo la leggenda è il groppone dello Scapusc, una gigantesca creatura mitologica che vive sottoterra. Quando si passa da questa pietra bisogna lasciare un po' di erba sul masso (di cui lo Scapusc possa cibarsi) per essere protetti dagli inciampi lungo il sentiero.
Prima della salita finale, raggiungendo Codera, attraversiamo un ponte in pietra sospeso sul Torrente Codera: è il Punt de la Muta, un autentico capolavoro d’ingegneria del passato, affacciato su un orrido profondo almeno 40 metri.
Le tipiche patate di Codera vengono raccolte da volontari per la Festa delle Patate.
All'Osteria Alpina nei weekend di ottobre vengono proposti menù a base di patate.
Il patatarium è la piccola stanza dove si conservano le patate fino al momento della semina in Aprile.
Rifugio Osteria Alpina, a Codera. Tel. 0343 62037
La Locanda di Codera, Tel. 339 612 2179
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è Verceia.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
La località raggiungibile con il treno più vicina è Verceia, partendo dalla città di Lecco.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!