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Tappa

348

Rifugio Monte Maccione (Oliena) > Rifugio Sa Oche

Lunghezza
13.3
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
715
m
-
1269
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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800279444
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Una tappa da non sottovalutare: sebbene non troppo lunga, il dislivello si fa presto sentire, così come il fondo dissestato e l'assenza di acqua.

Camminiamo in un ambiente meraviglioso, tra immense pareti calcaree, lecci e grandi grotte naturali, per arrivare alla meravigliosa valle di Lanaitto.

Note particolari

Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.

Talvolta la traccia non è chiarissima sul terreno, occorre aguzzare la vista per scorgere i segnavia (sempre presenti: talvolta sono ometti sul terreno, altre sassi incastonati tra i rami degli alberi) e monitorare la traccia GPS.

Punti d'acqua totalmente assenti, anche all'arrivo: portarne ottima scorta.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciato l’Hotel Monte Maccione, ci inerpichiamo per il buon sentiero retrostante e iniziamo una ripida salita (100 m D+ ca.), ripercorrendo a ritroso l'ultimo tratto della tappa precedente. Quindi, al bivio teniamo la sinistra e iniziamo un ampio giro nel bosco, aggirando da nord-ovest le pareti rocciose soprastanti. Camminiamo su traccia sempre visibile, inizialmente molto scorrevole, sospesi sopra la piana di Oliena; col passare dei km, tuttavia, i saliscendi del percorso si accentuano e il fondo diviene più incerto, fatto di sassi spesso sdrucciolevoli: occorre prestare attenzione (fortunatamente, siamo quasi sempre all'ombra del bosco). Talvolta, sopra di noi compaiono dei campanili biancastri di grande; a metà di questo traverso passiamo inoltre la grotta di S'Abba Medica, che merita una visita (occorre avere frontalina e dimestichezza, il fondo è piuttosto scivoloso).

Un paio di km dopo la grotta, svoltiamo a destra e attacchiamo una ripida salita (400 m D+ ca.), piuttosto impegnativa anche per via del fondo sassoso, un po' incerto, proprio all'ombra della bellissima Punta Cusidore (1.147 m); dopo diversi strappi, giungiamo in un'ampia sella, dove incontriamo un tipico ricovero per pastori. A ovest si estendono le pareti di Punta Sos Nidos (1.348 m), che paiono vortici di pietra.

Superato lo spartiacque, iniziamo in traverso la prima discesa (250 m D- ca.) verso il pianoro sottostante, raggiunto il quale (facendo attenzione a non perdere la traccia, non sempre evidente!) passiamo un ovile e affrontiamo la seconda porzione della discesa (550 m D- ca.): in questo tratto, la traccia si sposta talora dalla terra battuta alle rocce e dobbiamo badare a non sbagliare la direzione. Al termine della discesa, giunti nella bellissima valle di Lanaitto, incrociamo una carrozzabile e la prendiamo verso destra; dopo un paio di km, arriviamo a un'altra grotta, ancora più bella: Sa Oche ("la foce"), che merita sicuramente una visita - nei pressi della grotta si trova anche l'omonimo rifugio autogestito.

COSA SAPERE

La Barbagia è un'area storico-geografica la cui denominazione risale al periodo in cui i Romani chiamavano “Barbari” gli abitanti di quella parte della Sardegna che non commerciava con l’Impero. Citata addirittura da Dante nel XXIII canto del Purgatorio, si trova nel centro della Sardegna e ne simboleggia, in qualche modo, il cuore.

Abitata fin dall'epoca preistorica, nel periodo nuragico fu occupata prevalentemente dalla tribù degli Iliesi. La regione si è sempre contraddistinta per la fierezza e l'indipendenza dei suoi abitanti, che si opposero e dettero filo da torcere a tutte le popolazioni che dominarono l'Isola. Nel periodo medievale rientrava nel giudicato di Arborea, ultimo a cadere sotto i colpi degli Aragonesi.

A regolare la vita degli abitanti della Barbagia storicamente era il Codice Barbaricino, un sistema di leggi non scritte che sorreggeva l'etica del tessuto pastorale della Barbagia. Il filosofo Antonio Pigliaru lo analizzò negli anni '50 e nel libro La vendetta barbaricina lo descrisse come un sistema giuridico basato sulla vendetta, secondo il quale il reato commesso doveva essere compensato con una vendetta proporzionata al danno subìto, per tutelare l'onore dell'individuo.

All'inizio del ‘900 si tenne a Sassari un processo contro un caso di disamistade, termine che significa “inimicizia” e che indica la pratica della vendetta barbaricina di Orgosolo. Lo Stato si pose contro i Barbaricini attraverso il diritto moderno e il processo fu teatro di uno scontro fra ordinamenti: da una parte il diritto, dall’altra il codice della vendetta. L’esito fu però l’assoluzione totale degli imputati, grazie anche all’uso che questi seppero fare del diritto stesso.

Oggi il Codice Barbaricino ha perso significato nella risoluzione delle contese.  

COSA VEDERE

Tra le numerose cavità carsiche presenti nel Supramonte, quella di Grotta Corbeddu è una delle più celebri.

Descritta dalla scrittrice premio nobel Grazia Deledda nel romanzo “L'Edera”, deve il suo nome al bandito che vi si rifugiò: Giovanni Corbeddu Salis. Situata nella valle Lanaitto, è composta da tre sale per una lunghezza complessiva di 130 metri. Al suo interno sono stati rinvenuti numerosi resti umani, tra cui la falange di una mano risalente a 20 mila anni fa - la più antica testimonianza di homo sapiens in Sardegna.

COSA MaNGIARE

Sa Casatina è un sorta di torta salata a forma di sole, ripiena di formaggio fresco di pecora e menta; tipica del periodo pasquale, è diffusa in particolare nel nuorese.

DOVE DORMIRE

Rifugio Sa Oche, nei pressi della grotta omonima (il rifugio è autogestito e per avere le chiavi occorre chiamare il signor Pasquale Giobba). Tel. 348 604 0395

Rifugio Picave, nella Valle di Lanaittu, poco più a nord della grotta Sa Oche (il rifugio, che appartiene al gruppo speleologico Gruppo Grotte Nuorese, è piuttosto spartano e non dispone di acqua potabile; inoltre, è solitamente chiuso e occorre telefonare per chiedere il permesso di usarlo e le chiavi). Tel. 328 724 0881

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.

Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Nuoro.

Qui il LINK per controllare gli orari.

Punto di partenza NON raggiungibile in treno.

“Durante una salita che sembra infinita, ci imbattiamo nella bellissima grotta di S'Abba Medica: la frescura al suo interno non ci par vera”

Lasciati ispirare

Va' Sentiero è anche un libro edito da Rizzoli!

Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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