Questa tappa è stata documentata grazie al contributo dell'Associazione Nutrizionisti per l'ambiente.
Tappa di media lunghezza e trascurabile dislivello, con scorci interessanti sul paesaggio carsico e luoghi di interesse storico, perlopiù della Grande Guerra.
Impreziosiscono la giornata la cima di Quota 144 (allora punto di osservazione strategico, come attestano le trincee) e la grande palude del Lago di Doberdò.
La segnaletica è talvolta insufficiente ed è facile perdersi: bene tenere sott'occhio la traccia GPS in prossimità dei bivi.
Rischio di zecche.
Unico punto d'acqua presso gli abitati di Medeazza e Jamiano.
Percorriamo il bosco fino a svalicare la spalla settentrionale del Monte Ermada. Dopo esserci imbattuti nei resti dei fortini austriaci della Grande Guerra, giungiamo a Medeazza, dove si trova una fontana. Poco dopo, riprendendo il sentiero, un punto panoramico consente la vista su Monfalcone (con le sue enormi acciaierie e l’imponente cantiere navale) e il fiume Timavo, un rivo in gran parte sotterraneo, che sbuca a S. Giovanni di Duino.
Continuando, giungiamo all’abitato di Jamiano. Da qui partono diversi sentieri “parlanti”, ossia muniti di cartelloni che illustrano le vicende del territorio durante la Prima Guerra Mondiale. Da Jamiano, una breve salita conduce al monte Arupacupa, noto anche come Quota 144 (era punto di osservazione strategico, come attestano le trincee tuttora visibili).
Ritorniamo sui nostri passi per un breve tratto; quindi saliamo al Monte Debeli, da cui avvistiamo il Lago di Doberdò (di origine carsica, simile a una palude). Scendendo, raggiungiamo una strada e costeggiamo la riva meridionale del lago, per poi virare verso nord; dopo una piccola ripida salita, arriviamo al panoramico ricovero Casa Cadorna, nei pressi del quale (oltre a numerosi resti militari) si trova una piccola falesia, ottima palestra per gli arrampicatori alle prime armi. Raggiungiamo infine il Centro Visite Gradina, che ospita un interessante museo sul Carso.
In quest'area fu combattuta la Battaglia di Doberdò durante la I Guerra Mondiale, tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico.
La battaglia viene anche chiamata “Battaglia dei popoli” per via delle diverse popolazioni in seno ai due schieramenti: i battaglioni austro-ungarici erano formati da ungheresi, romeni e sloveni, sul fronte italiano c’erano i sardi dal Battaglione Sassari.
Il Lago di Doberdò è circondato da una palude - un dedalo di canneti, sentieri e ruscelli.
La particolarità è che non ci sono immissari o emissari superficiali: essendo un lago carsico, è alimentato da sorgenti sotterranee.
Nel periodo primaverile, ai lati dei sentieri si possono facilmente raccogliere dei bellissimi asparagi selvatici, perfetti per una frittata a fine camminata!
Centro Visite di Gradina. Tel. 320 296 3942 - 0481 784111
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Trieste con cambio ad Aurisina.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!