Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Barbara Veronese.
Tappa di lunghezza importante e dislivelli significativi, con le due salite al Passo Palombino e al Passo Silvella a mettere alla prova le gambe. Pur in assenza di difficoltà tecniche particolari, alcuni alberi crollati rendono il percorso a tratti impegnativo.
Le chicche del percorso sono le creste delle Crode dei Longerin e la vista incantevole dal Passo Silvella che abbraccia le vette pallide delle Dolomiti di Sesto.
Durante la salita alla cresta del Palombino il sentiero viene spesso inghiottito dall’erba alta e bisogna prestare attenzione ai segnavia e tenere d’occhio la traccia GPS.
Lungo la cresta del Palombino e in occasione del superamento del Rio Mandrette, laddove da strada carrozzabile si passa su sentiero, il tracciato presenta tratti franati; si passa agilmente, ma occorre prudenza.
Nel lungo traverso da Casera Melin fino a Casera di Silvella il tracciato (sulla strada carrozzabile iniziale e sul sentiero successivo) è talvolta interrotto da alberi caduti; il passaggio è comunque possibile (con qualche piccola acrobazia), ma occorre prudenza.
Lungo la carrozzabile che sale al Passo Silvella è possibile incontrare vipere: bene sbattere continuamente i bastoncini sul terreno per avvertirle della propria presenza.
MTB: si può arrivare più agilmente a Passo Palombino passando da Casera Londo; dalla Casera Melin si consiglia di tenere il fondovalle fino alla Casera di Silvella, da cui poi si prosegue senza difficoltà.
Lasciamo la Malga Dignas e cominciamo subito la lunga salita (550 m D+ circa) verso la cresta del Palombino. Dopo alcuni tornanti, lasciamo la strada e prendiamo il sentiero sulla sinistra. Il tracciato sale deciso, ma senza strappi. Man mano che usciamo dal bosco, la traccia si perde tra l’erba alta e dobbiamo prestare attenzione a non perderci.
A circa 2.150 metri, un bivio segnala la possibilità di arrivare al Passo Palombino con traverso verso sinistra, senza salire fino alla cresta antistante. Continuiamo però diritto, in salita, in decisa pendenza. Giunti alla sella pieghiamo verso sud per risalire gli ultimi metri lungo l’ampia cresta pratosa. Sulla sommità ci sorprende la vista delle Crode dei Longerin, aguzze e chiarissime.
Superando i camminamenti delle vecchie trincee (diversi pezzi di filo spinato sul terreno), scendiamo (300 m D- circa) fino al Passo Palombino. Proseguiamo scendendo (300 m D- circa) su ottimo sentiero verso il versante settentrionale della vallata, fin quasi alla Casera Melin; quindi prendiamo la carrozzabile sulla destra e riprendiamo lentamente quota (200 m D+ circa), fino ad attraversare il Rio Mandrette e tornare su sentiero, in continuo e facile saliscendi nel bosco. Superata la Casera Cavallino, proseguiamo su sentiero a mezzacosta fino alla Casera di Silvella.
Su carrozzabile attacchiamo la lenta salita (500 m D+ circa) al Passo di Silvella. La strada è lunga, ma in pendenza lieve e costante. Dal passo (2.329 m) la vista si spalanca sulle Dolomiti di Sesto: le creste dentate dei Lastron dei Scarperi, Croda Rossa (2.965 m), Cima Undici (3.092 m), Cima Bagni (2.983 m)…
Circumnavigando da est il Col Quaterna (2.503 m), salendo appena ci portiamo alla Sella del Quaterna (2.379 m) e da lì, superate le vecchie trincee, prendiamo la carrozzabile che scende (500 m D-) dolce fino al bel Rifugio Casera Rinfreddo, dove una fontana d’acqua freddissima offre conforto ai nostri piedi stanchi.
Il Rifugio Rinfreddo è situato sul versante orientale della Val Comelico, in alto Cadore.
La divisione amministrativa tra i comuni della valle si rifà alla tradizione della centena, la suddivisione territoriale tipica dei popoli del Nord Europa: la valle subì infatti l’invasione di varie popolazioni barbariche, che si insediarono in Italia intorno al V secolo.
Il Cadore corrisponde geograficamente al bacino idrografico dell’alto Piave, dalla Carnia fino a Cortina D’Ampezzo. La Magnifica Comunità di Cadore vanta sin dai tempi della sua alleanza alla Serenissima (XIV secolo) una forte autonomia.
Ne è esempio la persistente istituzione delle 16 Regole cadorine, delle comunità territoriali formate dalle famiglie locali, che rimangono il soggetto giuridico deputato a gestire (attraverso i propri organi) le risorse silvo-pastorali delle valli come un bene comune inalienabile, indivisibile e inusucapibile, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente e delle radici culturali.
Istituite nel XII secolo, le Regole vennero abolite dal Regno d’Italia; per fortuna oggi sono state ricostituite grazie ad una legge regionale. Il titolo di regoliere viene trasmesso per via paterna, ma, in tempi recenti, alcune Regole hanno permesso la trasmissione anche per via materna. Per avere diritto al titolo di regoliere una famiglia deve risiedere nel territorio da 80-100 anni.
La cresta del Palombino è segnata dai resti di trincee e gallerie della Grande Guerra.
Quest’area era molto importante per il fronte italiano; in particolare il Col Quaterna, con la sua forma aguzza, rappresentava un ottimo punto di osservazione dominando la vasta area sottostante. E’ possibile risalirlo velocemente (a patto di avere ancora benzina nelle gambe) dal Col Quaterna, con la traccia che stacca verso destra all’altezza della targa dedicata a papa Giovanni Paolo II.
Il Rifugio Rinfreddo nasce come casera (struttura per i pastori in alpeggio) a cui si è aggiunto nel tempo una stalla doppia. Ancora oggi questa è una malga dove soggiornano capre e mucche ed è possibile acquistare ottimi formaggi tipici dal caseificio attaccato alla stalla.
I canederli alle ortiche e cavoli freschi del rifugio sono uno sfizio da non lasciarsi scappare: le ortiche sono raccolte a mano dalla rifugista Olga con i suoi aiutanti. Semplicemente squisiti.
Un altro piatto da non perdere sono le casarecce con la salsiccia (la pasta è fatta a mano in rifugio).
Rifugio Casera Rinfreddo, sotto il Col Quaterna e poco distante dal parcheggio di Malga Coltrondo. Tel. 328 114 1655
Malga Coltrondo, a circa 20 minuti di cammino in discesa dal Rifugio Rinfreddo. Tel. 340 491 4101
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Presenaio, partendo dalla città di Belluno con cambio a Calalzo.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!