Tappa abbastanza lunga e di dislivello significativo, la prima della circumnavigazione dell'Etna.
Il vulcano troneggia sopra la nostra testa per tutto il tempo, regalando però paesaggi in continuo mutamento: dapprima vigne, poi boschi verdissimi, poi ancora colate di lava - senza soluzione di continuità...
Punti acqua assenti; portare buona scorta.
Tappa priva di particolari difficoltà, ma lunga e faticosa: da non sottovalutare, specie nelle giornate più calde.
Segnaletica non sempre presente; bene monitorare la traccia GPX.
Lasciamo Mojo Alcantara su strade secondarie, superando il fiume Alcantara e giungendo al paesino di Verzella. Iniziamo la nostra lunga salita (1.300 m D+ ca.), molto dolce, su strada; alternando alcuni brevi tratti su sterrata, saliamo fino a superare la strada statale dell'Etna e delle Madonie; quindi la strada si fa sterrata e, continuando a salire senza fatica, passiamo di fianco a vecchie case in pietra lavica e vigne moderne, benedette dall'azoto rilasciato dal vulcano nel terreno. Giunti sulla strada provinciale, pieghiamo verso sinistra e, dopo qualche centinaio di metri, riprendiamo la sterrata sulla destra.
La salita cambia pendenza e, pur rimanendo su ottimo fondo lastricato, iniziamo a faticare, anche a causa della scarsa ombra; alle nostre spalle rispunta la forma acuminata di Rocca Novara. Poi iniziano ad apparire i primi alberi e, in prossimità di Monte Pomiciaro (1.372 m), entriamo in una pineta; la sterrata si fa più dolce, con ampi tornanti, ed arriviamo al Rifugio Grotta di Palombe, ottimo per fare pranzo (il pozzo fornisce acqua ottima per rinfrescarsi il viso, ma non potabile).
Poco dopo intercettiamo la Pista Altomontana che ci porta ai primi sprazzi lunari, grazie alle colate laviche che attraversiamo, alternate a faggete verdissime. Giunti ad un quadrivio, laddove dobbiamo curvare a sinistra, con una breve deviazione possiamo visitare Grotta dei Lamponi, assai meritevole. Tornati sui nostri passi, ci avviciniamo al Monte Nero; passiamo su buon sentiero e valichiamo la spalla settentrionale del monte; il panorama è sempre più stupefacente, tra distese di sabbia nera e i ciuffi d'erba iridescenti. Infine, su sentierino intuibile che taglia alcune colate, scendiamo (150 m D-) a Piano Provenzana.
Il Parco dell'Etna è stato istituito nel 1987 e si estende per circa 60 mila ettari. I dibattiti sulla conservazione di questo luogo unico al mondo iniziarono negli anni Sessanta, quando il dilagante turismo vide la diffusione di numerosi mezzi di trasporto su tutto il vulcano.
In particolare, il patrimonio boschivo dell'Etna rappresenta un unicum su tutto il territorio italiano ed europeo, con la presenza di molte varietà di piante che crescono soltanto in questo ambiente come la camomilla dell'Etna (Anthemis aetnensis), il caglio dell'Etna, la betulla dell'Etna e tanti altri.
L'area ha visto lo sviluppo di una rigogliosa agricoltura nella fascia pedemontana: uva in tutto il versante Nord-Est, pistacchi (Bronte e Adrano), fragole (Maletto), pesche (Mojo).
Nativo di Linguaglossa era il poeta Santino Calì (1918-1972), uomo di cultura che si impegnò sia nella politica sia nel campo dell’insegnamento, con metodi didattici democratici e aperti alle novità.
Appassionato della lingua siciliana, si occupò di raccogliere le leggende legate all'Etna tra i contadini e pastori che vivevano attorno al vulcano.
A Milo, paese alle pendici dell'Etna, non distante da Piano Provenzana, ha vissuto il famoso cantautore Franco Battiato, scomparso il 18 maggio 2021, proprio quando la spedizione di Va' Sentiero si trovava alle pendici del Monte Etna. Omaggio al grande Maestro.
Su tutto il cono vulcanico sono presenti oltre 200 grotte, nate dallo scorrimento lavico sotterraneo. Quando il flusso lavico comincia a diminuire, il raffreddamento per il contatto con l'aria crea dei tunnel (gallerie di scorrimento), in cui continua a scorrere la lava incandescente.
Molte delle grotte presenti sono conosciute dall'uomo fin da epoche remote e sono state usate storicamente come luogo di culto o di sepoltura. Tra queste c'è la Grotta di Serracozzo, composta da un'ampia camera illuminata da un fascio di luce che proviene dal soffitto. Tra le più note e particolari c'è la Grotta del Gelo, a 2.030 metri d’altitudine, formatasi con l’eruzione del 1614 e così chiamata perché al suo interno c’è un ghiacciaio perenne - il più meridionale d'Europa!
Tra i tanti prodotti siciliani, una delle specialità più note è la pasta alle mandorle, dolce presente in tutto il Meridione e che in Sicilia assume le tradizionali forme della “frutta martorana”: con l’impasto di mandorle e zucchero vengono realizzati dei finti frutti, un capolavoro dell'artigianato dolciario.
La tradizione siciliana è strettamente legata ai conventi e queste creazioni finemente realizzate vengono fatte risalire al convento palermitano della Martorana, nei primi secoli dell'anno Mille.
Tra i vitigni presenti alle pendici dell'Etna, il nerello mascalese è indiscusso protagonista. Le sue uve a bacca nera producono un vino dal sapore intenso che fa propria tutta la ricchezza dei minerali del terreno vulcanico.
Chiamato niureddu mascalisi dai vignaioli etnei, venne introdotto in Sicilia dai Greci arrivati nel VIII secolo a. C. e da allora ha continuato a essere coltivato in questo territorio durante l’Impero Romano e sotto le dominazioni degli Arabi, dei Normanni e dei Borboni. Dal 1968 è stato inserito, insieme a un 20% di nerello cappuccio, come vino principale per la produzione dell'Etna rosso DOC. Vinificato in purezza esprime al meglio tutte le sue qualità: note floreali si affiancano ad un sapore speziato.
Chalet Clan dei Ragazzi, a 3 km da Piano Provenzana (scendendo, in direzione est, a 1.500 m, immerso nella pineta Ragabo); è possibile richiedere il servizio navetta. Tel. 340 735 0907
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Messina.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!