Tappa abbastanza breve, molto facile e scorrevole.
Arriviamo al Passo della Futa, dove merita di essere visitato il grande Cimitero Militare Germanico, che accoglie i caduti dell’ultimo conflitto mondiale.
In caso di pioggia, i sentieri sono particolarmente fangosi a causa delle tracce lasciate dai mezzi per il disboscamento. Pertanto, i tratti in pendenza (specie la salita al Monte Citerna) possono risultare molto scivolosi e difficili.
Punti d’acqua assenti.
Lasciamo Montepiano sul sentiero 00, subito in salita (200 m D+ circa), immersi nella faggeta. Superato il dosso di Poggio Mezzana, scendiamo al valico La Crocetta (817 m) e proseguiamo sullo 00, che diventa più largo e carrozzabile. Riprendiamo quota nella fitta foresta di abeti rossi, guadagniamo Poggio Giogana (977 m) e procediamo per un tratto a mezzacosta, aggiriamo il Monte Spicchio dal suo versante nord.
Giungiamo ad un’ampia sella e attraversiamo una strada asfaltata; nelle nostre orecchie rimbomba il rumore delle macchine: sotto di noi passa il tunnel dell’Autostrada del Sole. Affrontiamo la breve salita (150 m D+ circa) al Monte Citerna (958 m): il tratto, pur corto, è molto ripido, occorre dosare le energie. Nella boscaglia scorgiamo i (pochi) resti della Rocca di Migliana e una vecchia trincea della Linea Gotica. Dalla vetta, la vista si estende fino alla città di Firenze.
Scolliniamo e andiamo a prendere la vecchia strada asfaltata, che va scendendo dolcemente nel bosco, per arrivare così allo storico Passo della Futa, che nel corso della Seconda Guerra Mondiale fu teatro di aspre battaglie e che oggi ospita il Cimitero Militare Germanico.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, sulle cime che circondano il Passo della Futa si sono svolti alcuni dei più cruenti scontri avvenuti sul suolo italiano.
La Linea Gotica, che abbiamo incontrato spesso nel cammino delle tappe precedenti, fu infatti qui “bucata” dagli Alleati, che sfondarono le difese naziste tra il Passo del Giogo e il passo della Futa, nel settembre del 1944.
La battaglia fu durissima: i Tedeschi, in previsione dei piani nemici, avevano concentrato in questo tratto alcune delle migliori divisioni, pur decimate e senza riserve, con l'ordine di difendere le posizioni “fino all’ultimo uomo e fino all’ultima cartuccia”; il motto lanciato dal generale statunitense Clark per motivare le sue truppe, d’altra parte, era “a Bologna prima di Natale”.
Una curiosità. Il nome ufficiale della Linea Gotica era Grune-Line, cioè “Linea Verde”: Hitler volle modificare il nome originale, così legato alla popolazione germanica, per paura che la perdita della posizione minasse il morale del suo popolo.
Nel 1955 la Germania ottenne il permesso di costruire un monumento funerario ai propri soldati caduti presso il Passo della Futa.
Il Cimitero Militare Germanico è posto sulle pendici del rilievo, perfettamente inserito nel paesaggio circostante, e sulla cima della collina, sopra la cripta, si eleva una semplice struttura triangolare di pietra, alta 12 metri, una simbolica “scheggia”. Le pietre tombali recano incisi i nomi dei soldati tedeschi qui seppelliti, o la dicitura ein unbekannter deutscher Soldat (“un soldato tedesco ignoto”). Schierate sui prati verdissimi, le lastre di granito ricordano le file ordinate di un esercito.
Dei 110.000 soldati tedeschi morti in Italia, più di un quarto sono in questo cimitero, realizzato senza spazio per la retorica patriottica o militare. Nulla, come 31.000 tombe davanti ai propri occhi, rende evidente e misurabile l’atrocità della guerra: una lezione silenziosa di pace e di umanità.
Gli straccioni sono una pasta preparata facendo cadere l’impasto (realizzato senza uovo) semiliquido nell’acqua bollente.
Vengono tradizionalmente conditi con un pesto di aglio e noci, chiamato anche agliata.
Camping La Futa, presso il passo omonimo. Tel. 055 815297
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Prato.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!