Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Ilwana Klinke.
Tappa fantastica ma lunga e impegnativa, con diversi saliscendi e un’importante salita da non sottovalutare (dal Passo di Cirone al Monte Orsaro).
La cima del Marmagna (1.852 m) ci regala grandi emozioni: la vista spazia dal Monte Cusna (2.121 m, il re dell’Appennino reggiano) alle aguzze Alpi Apuane, dal Monviso alla Corsica. In basso, brilla il mare del golfo spezzino.
Passiamo la notte presso il magico Lago Santo Parmense.
Il tratto dalla Foce del Fosco al Lago Santo Parmense rappresenta una variante al Sentiero Italia (che dal valico scende direttamente al rifugio), preferita per l’estrema panoramicità delle cime dell’Orsaro, del Braiola e del Marmagna: altamente consigliata.
Poco dopo la Bocchetta di Monte Tavola affrontiamo un breve tratto attrezzato, in traverso, molto facile.
Punti d’acqua assenti: portare buone scorte data la lunghezza della tappa (in buona parte esposta al sole).
Dal Passo della Cisa prendiamo il sentiero 00 (che coincide con la Grande Escursione Appenninica e con il Sentiero Europeo E1) e procediamo in saliscendi, dapprima nel bosco, per poi aggirare lo sperone del Groppo del Vescovo e da lì camminare allo scoperto sull’aerea dorsale, che separa il versante emiliano (dolce, esteso) da quello toscano (ben più ripido e scosceso).
Con diversi saliscendi prendiamo progressivamente quota (200 m D+ circa), fino a calpestare la cima di Monte Borgognone (1.401 m), da cui distinguiamo chiaramente il Monte Orsaro, che ci aspetta nella seconda parte della tappa. Scendiamo agili, rientrando nel bosco, al Passo di Cirone (1.255 m).
Superiamo la strada e la bella cappella in pietra, dedicata alla Madonna dell’Orsaro; quindi attacchiamo la salita (600 m D+ circa) verso l’Orsaro. Nella prima parte la pendenza è poca e regolare; superati i prati del Monte Tavola, rientriamo nel bosco e giungiamo alla bocchetta omonima, da dove ci stacchiamo dal sentiero 00 aggirando da est il Monte Fosco (1.682 m). Superato un breve e facilissimo tratto attrezzato, riguadagniamo la dorsale e lo 00, per risalire con decisione, fuori dal bosco, fino alla cima del Monte Orsaro (1.830 m).
Facendo attenzione a non perdere la traccia, un poco ingannevole, proseguiamo sulla dorsale scendendo (150 m D- circa) alla Bocchetta dell’Orsaro (chi è stanco può proseguire sulla GEA, scendendo direttamente al Lago Santo Parmense, passando per Capanna del Braiola, uno spartano ricovero di emergenza). Risaliamo la china del Monte Braiola (1.815 m), scendiamo alla sella successiva e risaliamo con attenzione (150 m D+ circa) il versante nord del Monte Marmagna, su sentiero leggermente esposto.
Dalla vetta del Marmagna (1.852 m) la vista è totale: dal Monte Cusna (2.121 m, il re dell’Appennino reggiano) alle aguzze Alpi Apuane, dal Monviso alla Corsica. Il mare del golfo spezzino brilla sotto il sole.
Infine, sempre sullo 00, scendiamo alla sella successiva e da lì prendiamo a sinistra il sentiero che scende comodo (200 m D- circa) al Lago Santo Parmense. Stando attenti a non prendere il sentiero che risale alla Bocchetta dell’Orsaro, giungiamo al lago, protetto da un’amena conca e dal fitto bosco.
Il Lago Santo Parmense è il più vasto lago glaciale dell’Emilia Romagna.
Trovandosi a più di 1.500 m di altitudine, in inverno la sua superficie si ricopre di uno spesso strato di ghiaccio, motivo per cui diviene punto di ritrovo per i sommozzatori che praticano le immersioni subacquee sottoghiaccio.
Durante l’ultima guerra, come ricorda una targa affissa all’ingresso del Rifugio Mariotti, il Lago Santo fu teatro di un’aspra battaglia tra fascisti (un’ottantina) e partigiani (nove): attaccati dalle forze soverchianti, i partigiani si barricarono nel rifugio e seppero resistere per ore all’attacco, costringendo le truppe regolari a ripiegare e potendo così fuggire nella notte, quando attraversarono il lago gelato per scendere a valle, dove furono accolti e ospitati dalla gente del luogo.
Sul Passo del Cirone, punto di raccordo tra Emilia Romagna e Toscana, troviamo un cippo di pietra consunta, datato 1828, che segnava il confine tra il Granducato di Toscana e quello di Parma; da qui passava la mitica Via del Sale.
Poco distante, sorge la chiesetta della Madonna dell'Orsaro, di evidente stile romanico, in pietra arenaria. Sotto la possente mole del Monte Orsaro (1.831 m) e circondata dai prati, è davvero un luogo ameno, di pace. La particolarità della chiesetta è che, nonostante l’apparenza medievale, è di recente costruzione: è stata infatti terminata nel 2003 sotto la guida dello scultore pontremolese Luciano Preti.
Al Rifugio Mariotti sono una prelibatezza i tortelloni fritti, un piatto casereccio tipico del Bosco di Corniglio, farciti con un ripieno di patata e porro.
Capanna del Braiola, poco sotto la Bocchetta dell’Orsaro, sul versante est; è un semplice ricovero di emergenza, senza letti, con solo un tavolo e due panche. Sempre aperta.
Rifugio Mariotti, presso il Lago Santo Parmense. Tel. 0521 889334
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla cittadina di Pontremoli.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
La località raggiungibile con il treno più vicina è Pontremoli, partendo dalla città di La Spezia o dalla città di Parma.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!