Questa tappa è stata documentata grazie al contributo dei Ciabbattari di Talenti per l'impresa.
Una tappa di media lunghezza e dislivello, priva di particolari difficoltà, con cui camminiamo su suolo dapprima laziale, poi molisano (per la prima volta!), quindi abruzzese.
La chicca del giorno è la salita (opzionale) sul Monte La Meta (2.242 m), che offre uno splendido panorama sul gruppo delle Mainarde.
La tratta rappresenta una variante al Sentiero Italia (che da Rivisondoli piega verso sud-est, in direzione di Pescolanciano, per poi dirigersi a sud-ovest verso Isernia), preferita per l'interesse paesaggistico dei Monti della Meta.
Nel tratto iniziale, da Picinisco fino a Prati di Mezzo, la segnaletica è totalmente assente e la traccia va spesso indovinata.
Nel tratto di salita verso Prati di Mezzo è possibile incontrare dei cani da pastore molto territoriali: prestare attenzione.
Unico punto acqua a Prati di Mezzo.
Da Picinisco prendiamo la strada asfaltata e prendiamo a salire (700 m D- circa) dolcemente verso Prati di Mezzo. Dopo circa 4 km, presso un tornante a gomito, lasciamo la strada e prendiamo una vecchia mulattiera nel bosco, non facile da individuare, assai vecchia e poco battuta, spesso invasa dall'erba alta: la segnaletica è completamente assente e bisogna monitorare la traccia GPS. Proseguiamo così, senza strappi, fino a Prati di Mezzo, dove troviamo un bar e una fontana.
Dopo una pausa, da Prati di Mezzo superiamo un cancello per gli animali e riprendiamo il sentiero, da qui in poi ben segnato; continuiamo a salire (550 m D+ circa) con dolcezza lungo il Vallone della Meta, alternando bosco a prati da pascolo; gli alberi vanno via via scomparendo e giungiamo senza difficoltà alla spalla orientale del Monte La Meta, a quota 1.967 m; da qui, i più allenati possono affrontare la rampa (250 m D+ circa) che conduce alla vetta del montagna, fatica ampiamente ripagata dalla splendida vista sul Lago di Barrea e sui monti circostanti - se limpido, a ovest compare il Mar Tirreno!
Dalla spalla, attacchiamo la discesa (550 m D- circa), dapprima su pietraia, poi su comodi prati; rientrati nella faggeta, arriviamo velocemente alla Sorgente della Fonte. Attraversiamo Piano delle Forme e, virando verso nord, giungiamo al Rifugio Campitelli.
La catena dei Monti della Meta, con le sue cime sopra i duemila metri (la più alta è il Monte Meta, 2.242 m), separa il Lazio dall'Abruzzo e dal Molise.
Una barriera naturale che fu il confine anche per le popolazione italiche dei Sanniti e dei Volsci.
Il Rifugio Campitelli si trova nel comune di Alfedena dove, nella località di Monte Curino, sorgeva la città sannitica di Aufidena.
Conquistata dai romani nel III secolo a.C., durante la terza guerra sannitica, Aufidena era una città composta da fortificazioni (oppida) e posta a controllo della valle del fiume Sangro.
Il primo a scoprire i resti della città sannita fu Antonio De Nino, storico locale, nel 1877.
Poco distante dal bivacco, nel Piano delle Forme, è presente un piccolo stagno frequentato dalla fauna locale. La mattina presto si possono vedere meravigliosi branchi di cervi.
In Abruzzo numerose sono le pietanze a base d'agnello; una delle più gustose è lo spezzatino di agnello cacio e ova. La carne tagliata a tocchettini viene fatta saltare con uovo e pecorino stagionato.
Rifugio Campitelli, in località omonima (incustodito, occorre chiedere le chiavi al Comune di Alfedena). Tel. 0864 87114 - 0864 87432
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla città di Sora.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!