Tappa di media lunghezza, molto facile e con dislivello ridotto, su comodo tracciato in buona parte nel bosco.
Camminiamo nei pressi della vecchia Linea Gotica.
Poco dopo aver lasciato Pracchia, la strada è resa inagibile da una frana, che occorre aggirare.
Unico punto d’acqua al Passo della Collina.
Attraversiamo l’abitato di Pracchia verso sud, quindi attraversiamo il fiume Reno e prendiamo il percorso della Grande Escursione Appenninica, su comoda carrozzabile; iniziamo a salire (300 m D+ circa). Lasciata la carrozzabile, proseguiamo su sentiero giungendo agilmente al Passo Piastreta (897 m), dove ritroviamo il sentiero 00 e la vista si apre sulla Valle dell’Ombrone. La pendenza diminuisce e rientriamo presto su comoda carrozzabile, quindi su strada asfaltata. Giungiamo al Passo della Collina (932 m), sulla vecchia Linea Gotica nazista, dove incontriamo un bar e una fontana.
Proseguendo sullo 00, affrontiamo una piccola rampa (100 m D+ circa) che ci porta sul Poggio di Val Capratica (1.044 m), da cui proseguiamo seguendo la linea della dorsale, alternando la strada carrozzabile a tratti di largo sentiero, in dolce saliscendi per bei boschi di faggi e castagni, fino ad attraversare la statale verso Pistoia e, subito dopo, arrivare al Centro Visite di Cascina Spedaletto (891 m).
Volendo, si può proseguire per circa 5 km sullo 00 e pernottare al Rifugio Pacini, portandosi avanti sulla tappa successiva.
Poco dopo aver lasciato Pracchia, la strada è resa inagibile da una frana, che occorre aggirare.
Unico punto d’acqua al Passo della Collina.
Il pistoiese è sempre stata terra di confine e di guerre, dall’epoca dei Romani (quando passò Annibale) fino alla Seconda Guerra Mondiale: da qui passava la Linea Gotica, costruita dai tedeschi dopo che gli Alleati sbarcarono in Sicilia.
In località Signorino, poco distante dal Passo della Collina, si trovano ancora fortificazioni in cemento armato, gallerie e fortini, posti in alcuni punti strategici per difendere l’accesso al valico.
Oggi queste fortificazioni si trovano in mezzo ai boschi, ma durante la guerra c’erano solo prati che i tedeschi avevano disseminato di mine; alla fine del conflitto fu necessaria la massiccia opera degli sminatori, che persero spesso la vita perché non ci fossero ulteriori vittime, magari tra i bambini che venivano a giocare.
Il pane toscano è una tradizione locale ormai celebre per i versetti danteschi e per il fatto di essere “sciocco”, cioè privo di sale - il che dà risalto alle pietanze locali che accompagna, tradizionalmente ben sapide.
Si ritiene che la sua origine sia legata alla storica rivalità tra la Repubblica di Firenze e quella di Pisa, la seconda delle quali aumentò sensibilmente i dazi sul sale per mettere in difficoltà i rivali; questi ultimi tuttavia reagirono evitando semplicemente l’ingrediente nell’impasto.
Il pane toscano (oggi prodotto DOP) è caratterizzato da una crosta croccante e dal sapore sciapo e appena acidulo.
Centro Visite di Cascina di Spedaletto. Tel. 338 303 7439
Rifugio Luigi Pacini, a Pian della Rasa (a circa dure da Cascina di Spedaletto, lungo il percorso della tappa successiva). Tel. 366 898 5418 - 349 805 7163 - 348 253 4060
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!