Tappa decisamente tosta sia per la notevole lunghezza che per il dislivello; ma molto appagante, specie nella seconda metà, con scenari vasti e selvaggi.
Le chicche del giorno sono la vista da La Cima (il panorama si apre e fa capolino la maestosità del Monte Rosa) e il bel Lago di Larecchio.
La tappa, pur non presentando difficoltà tecniche (i sentieri sono in ottimo stato), è molto lunga e faticosa, con diverse salite impegnative (specie quella da Taceno a La Piana). Si può però spezzare facendo sosta al Bivacco Emilio Greppi (di cui occorre chiedere preventivamente le chiavi).
Punti d’acqua assenti da La Piana fino al Bivacco Bonasson: ricordare di fare rifornimento, ne avrete bisogno.
Ripartiamo sul tracciato GTA. I primi chilometri, abbastanza pianeggianti, scorrono veloci. Avvistiamo nel fondovalle la celebre Ferrovia Vigezzina Centovalli. Prima di Craveggia, ammiriamo lungo il sentiero delle piccole cappelle sacre affrescate, quindi, su strada, proseguiamo fino a Toceno.
Giunti su strada a località Promez, attacchiamo la lunga salita (800 m D+ circa) verso il dosso de La Cima. Pur lungo, il sentiero è nel bosco e su ottimo tracciato: si sale in scioltezza. Arrivati all’alpeggio della Colma di Fuori, usciamo dal bosco e affrontiamo l’ultimo strappo in salita fino a La Cima e percorriamo la dorsale aerea verso est, ammirando il massiccio Monte Rosa e le montagne dell’Ossola e della Val Grande.
Arriviamo a località La Piana (località molto turistica e frequentata) e riprendiamo a salire (250 m D+ circa) verso la Bocchetta di Muino, su sentiero ottimamente battuto. Alla bocchetta (1.977 m) troviamo una bellissima statua lignea che ritrae uno spallone (un portatore). Ripresa la marcia perdiamo quota, costeggiamo i piccoli Laghetti di Muino e siamo al bivacco Emilio Greppi (dove i più stanchi possono interrompere la tappa, a patto di aver chiesto anticipatamente le chiavi). Una breve salita ci porta alla Bocchetta di Ruggia (1.990 m), da cui seguiamo il comodo e panoramico traverso che taglia la parete occidentale di Pizzo Ruggia. Giungiamo alla piccola cappella di San Pantaleone e torniamo a salire (200 m D+ circa) verso la Forcola di Larecchio (2.148 m).
Il passo ci regala una vista stupenda sul Lago di Larecchio, quindi affrontiamo la lunga discesa (500 m D- circa) verso la Valle Agrasino. Dopo un breve tratto in piano, costeggiando il Torrente Isorno, lo guadiamo e affrontiamo l’ultimo sforzo, per risalire (300 m D+ circa) la vallata verso est. Il tratto, complice la stanchezza accumulata, tira ed è a tratti impegnativo, pur non presentando alcuna difficoltà tecnica.
Infine siamo al Bivacco Bonasson; per chi volesse, continuando a risalire il sentiero, a meno di un chilometro si trova il Ricovero Cavegna, un po’ più panoramico. Con il cielo limpido, godiamo di una stellata memorabile: la vallata, chiusa, non subisce alcun inquinamento luminoso.
La Val Vigezzo è anche conosciuta come “la valle dei pittori”, perché già dal 1600 ha ospitato e ispirato numerosi artisti.
E’ anche denominata “la valle degli spazzacamini” perchè moltissimi furono i vigezzini che emigrarono, sia verso le città del Nord Italia sia verso i paesi stranieri, per lavorare come spazzacamini; gran parte di loro erano bambini, più adatti per dimensioni e agilità.
Nel paese di Santa Maria Maggiore è presente un Museo degli Spazzacamini, per mantenere viva la memoria di questo antico lavoro e della fatica di chi lo esercitava (per maggiori info, orari e biglietti, si veda il seguente LINK); ogni anno in paese si svolge il Raduno Internazionale degli Spazzacamini.
A Santa Maria Maggiore è possibile visitare la Scuola delle Belle Arti “Rossetti Valentini”, istituzione ultracentenaria dove un tempo molti giovani della valle apprendevano il disegno e la pittura.
La nomea dell’istituto consentiva agli studenti di andare all’estero, soprattutto in Francia, a cercar fortuna come ritrattisti.
Oggi questa Scuola continua a proporre corsi di arte e ospita una ricca Pinacoteca. Per maggiori info, orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Il castagno (castanea sativa) è sempre stato una risorsa naturale che ha garantito per secoli la sopravvivenza delle popolazioni montane e collinari.
Anche sul confine tra il Piemonte e il Canton Ticino, come lungo tutto il versante sudalpino, la castanicoltura da frutto è stata elemento economico e sociale fondamentale, caratterizzata da una gestione attenta e oculata, regolata da apposite norme statutarie.
Bivacco Emilio Greppi, presso i Laghetti di Muino; 6 letti, coperte e stufa. Chiuso, occorre chiedere le chiavi alla sezione Cai di Vigezzo. Tel. 0324 92158
Bivacco Primo Bonasson, in testa alla Valle Agrasino, presso l’Alpe Cortevecchio. 15 letti, coperte, cucina a gas, acqua corrente. Chiuso, occorre chiedere le chiavi alla sezione Cai di Vigezzo. Tel. 0324 92158
Bivacco Ricovero Cavegna, all’Alpe Cavegna. Letti e cucina a gas. Sempre aperto.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
Punto di partenza raggiungibile in treno, partendo dalla città di Domodossola.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!