Tappa molto lunga ma scorrevole, in buona parte su asfalto. Entriamo nel Cilento, con le sue meravigliose montagne, e godiamo di un aperto panorama dal Varco della Montagnola.
La sezione centrale della tappa è interamente su asfalto, in gran parte senza ombra. Si consiglia perciò di evitare la tappa nelle giornate più calde.
Nella seconda parte del percorso, si attraversano diversi cancelli di filo spinato che occorre aprire (e sempre richiudere!).
Dal rifugio Corcomone proseguiamo per poco su sterrata, quindi passiamo su asfalto e continuiamo su strada per quasi una decina di km, in gran parte allo scoperto, senza ombra, confortati però dal bel paesaggio degli Alburni (e da una fontana, dopo diversi km). Quindi ci immettiamo in una strada asfaltata più grossa e la prendiamo verso sinistra; poco dopo troviamo una nuova fontana e, subito dietro, un'area di sosta. Ancora un paio di km e ci stacchiamo dall'asfalto prendendo una sterrata sulla destra; subito cominciamo la salita al Varco della Montagnola (400 m D+ ca.). Dopo poco più di 1 km, prendiamo una seconda sterrata sulla destra e attacchiamo la serie di tornanti, sempre all'ombra del bosco. Giungiamo a una conca, quindi la pendenza diminuisce e poco dopo siamo al Varco della Montagnola, affacciato sul Monte Motola (1.700 m).
La discesa (300 m D- ca.) è dapprima su sentiero ben ripido, su sassi un po' sconnessi; quindi arriviamo su una sterrata che prendiamo verso sinistra e poco dopo infiliamo di nuovo la strada sterrata; infine svoltiamo a sinistra in una sterrata che ci conduce velocemente al bel rifugio Monte Motola.
Il rifugio Monte Motola fu costruito, negli anni '50, come ricovero della guardia forestale.
Dopo decenni di abbandono, nei primi anni del 2000 il Parco Nazionale del Cilento, Vallo Diano e degli Alburni ristruttura l'edificio e viene dato in gestione soltanto nel 2020 alle ragazze di ArcheoArte. La Società Cooperativa ArcheoArte ha avviato numerosi progetti culturali, legati al territorio: un turismo esperienziale mirato alla promozione del Monte Motola. Tra le tante attività, interessante è quella dei prodotti cosmetici realizzati con le piante della zona.
Il rifugio si trova nel comune di Sacco, situato a cavallo della cordigliera degli Alburni e il Vallo Diano, ampia e fertile pianura tra Campania e Basilicata.
Il primo nucleo abitativo dell'odierna Sacco è il sito archeologico di Sacco Vecchio, posto in cima ad una rupe sulle pendici del Monte Motola. Nel VI secolo d.C. qui si insediarono i monaci basiliani, provenienti dai Balcani, che introdussero il culto di San Nicola trasformato in quello di San Silvestro, in seguito allo scisma tra la Chiesa di Occidente e quella d'Oriente.
Nei pressi della sorgente del fiume Sammaro si trova la cosiddetta grotta di Jacopo dove sono stati rinvenuti reperti dell'età del bronzo; diventò poi un rifugio dei briganti post-unitari.
Lungo il fiume Sammaro, a valle di Sacco, si formano le Gole del Sammaro, una spaccatura nella roccia di circa un chilometro e mezzo che dà vita ad uno scenario naturale di rara bellezza.
Non distante da Sacco c’è il comune di Roscigno, diviso in due parti: Roscigno nuova e Roscigno vecchia. Questo perché dal 1902 gli abitanti del paese originario furono costretti, in seguito a ripetute frane, a trasferirsi nel paese nuovo.
Quello che rimane oggi del vecchio insediamento è il borgo del tutto disabitato, dove il tempo sembra essersi fermato, tanto che viene definita “la Pompei del Novecento”. Un museo a cielo aperto con tanto di custode: Giuseppe Spagnuolo, unico abitante del borgo. Giuseppe si è trasferito in una vecchia casa dopo la morte dell'ultima residente, definendosi il "primo abitante del nuovo millennio". Il borgo è stato utilizzato da molti registi come set storico.
Nella vicina Pertosa si coltiva un prodotto raro, il carciofo bianco di Pertosa.
A differenza del comune carciofo è caratterizzato dal colore molto chiaro che passa da un verde tenue ad un bianco argenteo. Solitamente coltivato in mezzo agli ulivi, in grado di resistere alle basse temperature, dal sapore delicato e dolce, è ottimo da mangiare crudo. Usato in gran parte per il consumo familiare, è protetto dal presidio Slow Food.
Recentemente sono stati avviati progetti di trasformazione del prodotto, realizzando dei carciofini in olio extravergine di oliva dop Colline Salernitane.
Rifugio Monte Motola, in località Motola alle pendici settentrionali del monte omonimo. Tel. 324 636 4817
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus e in treno.
La località raggiungibile più vicina è Polla, partendo dalla città di Salerno con il treno fino ad Eboli, dove si prende il bus per Polla.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!