Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Flavia Paparozzi.
Ennesima tappa spettacolare delle Dolomiti ampezzane, di lunghezza media, ma dislivello piuttosto significativo.
Attraversiamo la magica Val Travenanzes, ammirando la Tofana de Rozes (3.225 m, ottava cima delle Dolomiti per altezza), per arrivare infine a uno dei rifugi più spettacolari delle Dolomiti, sulla cima del Lagazuoi (2.835 m), con una vista a 360° ineguagliabile: le Tofane, il Civetta, la Marmolada, il Sella, le Cinque Torri…
Pur in assenza di vere difficoltà tecniche, alcuni tratti possono essere complicati dagli smottamenti dovuti ai corsi d’acqua che incontriamo.
Alcuni tratti di sentiero nel grande pianoro centrale della Val Travenanzes, lungo il rio omonimo, sono difficili da individuare - i segnavia sono rari, sono presenti alcuni ometti di pietra non sempre di facile individuazione: bene monitorare la traccia GPS.
Nello stesso tratto, alcuni guadi vanno valutati attentamente e talvolta è necessario fare giri lunghi per evitare di bagnarsi i piedi.
Unico punto d’acqua al Cason de Travenanzes.
Lasciamo l’Albergo Ospitale per dirigerci su comoda carrozzabile praticamente in piano (poco sotto la strada asfaltata), verso il parcheggio di Valon Scuro. Da lì prendiamo il sentiero che scende appena al Plan de Lòa e torniamo su larga carrozzabile, superando il Ponte Outo con le sue magnifiche viste sulle gigantesche forre sottostanti.
Superato anche il Ponte dei Cordes prendiamo il buon sentiero a destra e cominciamo la lunghissima ma lenta salita (1.350 m D+ circa) lungo la Val Travenanzes. Il tracciato si tiene sul lato meridionale della valle sotto le impressionanti pareti di dolomia annerita dal tempo, da cui fuoriescono sovente sottili cascate. La valle si va aprendo e camminiamo per un buon tratto (spettacolare!) in piano, costeggiando il Rio Travenanzes (qualche volta dobbiamo capire dove e come guadare, anche se la direzione rimane intuitiva).
Dopo una sosta al Cason de Travenanzes, sotto la gigantesca mole della Torre di Nemesis a est e la Torre Fanes a ovest, riprendiamo su buon tracciato, uscendo dagli ultimi alberi. Ammirando le striature dell’immensa Tofana de Rozes ci portiamo gradualmente alla Forcella Travenanzes. Da lì attacchiamo l’ultima porzione di salita, relativamente breve ma più ripida.
In cima ci aspetta la terrazza del Rifugio Lagazuoi, dove ammiriamo un mare di cime leggendarie: Piz Boè (3.152 m), la Marmolada (3.343 m), il Civetta (3.220 m), il Pelmo (3.168 m), l’Averau (2.649 m) e il Nuvolau (2.575 m), le Cinque Torri… E’ una delle viste più entusiasmanti delle Dolomiti (peccato solo per gli impianti di risalita!).
Tra il 2000 e il 2006 i camosci della Val Travenanzes sono stati vittima di una terribile epidemia di rogna sarcoptica che ha colpito tutte le Dolomiti ampezzane.
La mortalità è stata elevatissima ( 70-80%); sui circa 3.000 capi presenti nel territorio ampezzano, si stima ne siano sopravvissuti non più di 800.
Il Parco delle Dolomiti di Ampezzo si innesta sull'attività di gestione delle aree silvo-pastorali svolte dalle Regole ampezzane.
All’inizio della Val Travenanzes si trova l’imbocco del Sentiero dei canyons e delle cascate.
L’itinerario, spettacolare come pochi altri, conduce alla confluenza delle valli di Fanes, Travenanzes e Ra Vales. Lungo il percorso si passano numerosi siti di alta valenza paesaggistica e idrogeologica.
Il susseguirsi di pozze, marmitte e cascate che caratterizza tutto il corso del Rio Fanes è di una bellezza straordinaria; le Cascate Basse di Fanes sono fra le più alte e copiose delle Dolomiti, così come il Canyon di Travenanzes.
Il Monte Lagazuoi durante il primo conflitto mondiale fu teatro della cosiddetta guerra di mina: una delle più grandi follie del genere umano. Data l’impossibilità di stanare i nemici riparati dalle montagne, entrambi gli eserciti presero a scavare tunnel al di sotto delle postazioni avversarie per poi farle esplodere. Spesso i picconatori delle milizie, ridotti a poco più che larve, udivano i soldati avversari picconare a pochi metri di roccia.
La galleria dell’Anticima (parte di un complesso sistema di gallerie e trincee oggi visitabile) fu usata dall’esercito italiano per piazzare 32.664 tonnellate di esplosivo che furono fatte brillare il 20 giugno 1917, lasciando una ferita profondo nella montagna.
I chenedi sono la versione ampezzana dei canederli trentini.
Le famose palle di pane raffermo sono solitamente farcite con speck o lardo, ma per i vegetariani esiste la versione con gli spinaci.
Rifugio Lagazuoi, sulla cima del monte omonimo. Tel. 340 719 5306
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Belluno con cambio a Calalzo e a Cortina d’Ampezzo.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!