Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Alberto Crosazzo.
Tappa molto breve e semplice, tutta in discesa, in gran parte all'ombra del bosco: quel che serve dopo gli intensi giorni passati.
Arriviamo nel bel paesino di Varzo e abbiamo tutto il pomeriggio per riposarci e pucciare i piedi stanchi nel gelido torrente Diveria.
La tappa è una variante al Sentiero Italia (che da San Domenico punta a Varzo rimanendo in bassa valle), scelta per la panoramicità del Sentiero dei Fiori.
Lasciato il Rifugio Crosta, fare attenzione a non considerare il cartello che porta a Varzo in 5 h, facendo fare un giro più lungo del necessario.
Ci immettiamo sul sentiero che punta a Sud (senza considerare il cartello che porta a Varzo in 5 h), attaccando subito la lunga discesa (1.200 m D- circa). Il sentiero, inizialmente appena sconnesso, si fa via via più agevole, ma non è mai comunque troppo ripido. Tra i boschi, spuntano di continuo dei piccoli alpeggi. Molto carino l’abitato di Dreuza.
Infine, arriviamo nel paese di Varzo, dove vale la pena visitare la chiesa di San Giorgio e le antiche viuzze adiacenti.
Varzo fece parte della Repubblica dell'Ossola, una Repubblica Partigiana nata nel settembre del ‘44 ed annientata dai fascisti 40 giorni dopo.
In pur così poco tempo, la Repubblica riuscì a darsi un’organizzazione articolata, istituendo una Giunta provvisoria, e promulgò tra l'altro una costituzione che, istituendo principi democratici, servì da esempio a quella nazionale, negli anni a venire: non a caso alla stesura partecipò Umberto Terracini, futuro presidente dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana.
Da questa esperienza è stato tratto nel 1974 il film "40 giorni di libertà", a cui molti abitanti di Varzo hanno partecipato con orgoglio.
In particolare, la cittadina di Varzo fu teatro di uno degli atti finali della Resistenza.
I tedeschi, in fuga verso la Svizzera, avevano trasportato in treno 1500 casse di tritolo, depositate a 100 m dalla stazione di Varzo, con l’intento di far saltare il tunnel del Sempione (una galleria di 20 km tra Italia e Svizzera, realizzata con grande fatica tra il 1898 e il 1905): se gli Alleati avessero bombardato il convoglio, per impedire l’operazione nazista, Varzo sarebbe stata distrutta. Così molti partigiani, provenienti da tutte le valli dell’Ossola, in collaborazione con agenti svizzeri, spostarono le casse e le fecero brillare distanti dal paese: non ci furono vittime e il tunnel fu salvo.
La torre secolare nel centro di Varzo era una torre di avvistamento, non difensiva, e faceva parte di un complesso di 46 torri, dal confine svizzero fino a Milano, che comunicavano tra di loro con segnali di fuoco e fumo.
Documenti storici ne attestano l’esistenza già nel 1300.
La cuchêla, un piatto dalle mille varianti: all'inizio era fatto di patate cotte nel burro nella pentola di pietra ollare; nella versione di oggi, più ricca, vengono aggiunte le costine di maiale.
Locanda Pasquè, a Varzo. Tel. 0324 73173
Hotel Sempione, a Varzo. Tel. 335 565 2523
B&B dell’Osteria, a Varzo. Tel. 339 778 4356
B&B Alpe Veglia, in frazione Colla di Varzo. Tel 333 406 6271 - 338 337 0174 - 0324 72244
A Varzo sono presenti diverse strutture ricettive.
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è la frazione di Foppiano (Crodo).
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Varzo, partendo dalla cittadina di Domodossola.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
La località raggiungibile con il treno più vicina è Varzo, partendo dalla cittadina di Domodossola.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!