L’ultima tappa dell’Alta Via 1 ha una lunghezza significativa e un dislivello importante - ma ben distribuito.
Il panorama è incredibile, grazie alla comparsa del Monte Bianco (4.810 m, il più alto d’Europa) e delle sue cime leggendarie, a cominciare dalla muraglia delle Grandes Jorasses e da Punta Walker, la più alta. Molto graziosa anche la cittadina di Courmayeur, tra le più conosciute delle Alpi.
La tratta dal Vallon del Malatrà a Courmayeur è una variante al Sentiero Italia (che prosegue sull’Alta Via 1, scendendo verso la Val Ferret e attraversando il fondovalle), preferita per motivi panoramici: la facilissima dorsale del Mont de la Saxe è un impagabile balconata sul Monte Bianco.
L’ultimo tratto di salita al Malatrà è molto ripido e appena esposto (brevemente attrezzato con catene e scale).
Lasciata l’AV1 dopo il Vallon del Malatrà, la segnaletica si fa scarsa e occorre aguzzare gli occhi sugli sporadici segnavia: tenere d’occhio la traccia GPS.
Punti d’acqua assenti fino al Rifugio Bertone.
Riprendiamo l’Alta Via 1 e attacchiamo presto la salita (400 m D+ circa) verso il Col del Malatrà: molto distesa e godibile nella prima metà, si fa man mano più scoscesa e, verso la fine, piuttosto esposta (gli ultimi metri sono attrezzati con catena). Il Col del Malatrà (2.934 m) è la porta d’ingresso al regno del tanto atteso Monte Bianco (4.810 m).
Iniziamo la discesa (600 m D- circa) che, eccetto per i primi metri, è agevole. Perdendo quota vediamo spuntare via via l’enorme muraglia delle Grand Jorasses, con la piramide di Punta Whymper (4.184 m) a farla da padrone. Senza scendere al Rifugio Bonatti lungo l’AV1, attraversiamo la piana superiore del Vallon del Malatrà per collegarci al sentiero che sale (200 m D+ circa) al Pas Entre Deux Sauts (2.525 m), da cui scendiamo rapidi (250 m D- circa) nel vallone successivo, assai più stretto e claustrofobico. Poco dopo risaliamo senza strappi (150 m D+ circa) fino al Col Sapin (2.436 m), da cui avvistiamo per la prima volta l’abitato di Courmayeur. Guadagniamo in ripida salita (150 m D+ circa) la cima del Tete de la Tronche (2.582 m): la vista è strepitosa.
Ripresa la marcia, percorriamo la lunga dorsale del Mont de la Saxe, parallelo alla Val Ferret, il tratto è davvero molto godibile. Dopo il Lac du Mont de la Saxe (2.270 m), iniziamo la lunga discesa (1.050 m D- circa): superato il Rifugio Bertone, prendiamo l’ottimo sentiero che scende a Courmayeur. Giunti in località Raffort, passiamo su strada asfaltata e giungiamo infine alla bella cittadina di Courmayeur, meta storica del turismo montano.
Qui finisce l’Alta Via 1 della Valle d’Aosta!
Il Monte Bianco fu scalato per la prima volta l’8 agosto 1798 dai giovani francesi Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard, entrambi di Chamonix; l’ascensione viene tradizionalmente considerata come l’inizio dell’alpinismo: la “conquista dell’inutile”.
La via normale italiana fu invece aperta nel 1890 da Achille Ratti, il futuro papa Pio XI.
Da allora, le sue pareti e le sue cime (di cui 40 superiori ai 4.000 m) sono state terreno di conquista di grandissimi alpinisti, che qui hanno aperto vie sensazionali e vissuto tristi tragedie: da Giusto Gervasutti a Riccardo Cassin, da Lionel Terray a Walter Bonatti, da Carlo Mauri a Pierre Mazeaud…
Una delle cime più note del versante italiano del Monte Bianco è Punta Helbronner, dove sorge la futuristica stazione Skyway Monte Bianco, cui la nuova funivia sale ruotando su sé stessa di 360°.
La cima prende il nome da Paul Helbronner (1871-1938): alpinista, topografo e geodeta (colui che si occupa di misurazione e rappresentazione della Terra). Nel 1906 si dedicò alle misurazioni del Massiccio del Monte Bianco. Il suo enorme e duro lavoro contribuì alla definizione di mappe alpine di grande precisione; pubblicò per primo tutta la descrizione geodetica delle Alpi francesi e delle montagne della Corsica.
In Val Veny, poco distante dalla frazione di Entrèves, di fronte all’immenso ghiacciaio della Brenva, sorge il Santuario di Notre Dame de Guérison, è uno dei più noti della Val d’Aosta. Il luogo è frequentatissimo dai fedeli e le mura interne sono tappezzate di immagini ed ex-voto, appesi dai miracolati.
Il santuario conserva al suo interno anche la statua della Madonna che nel 1904 fu posta in cima al Dente del Gigante (4.013 m) dalle devotissime guide alpine: nel 1954 fu abbattuta da un fulmine, ma i suoi pezzi furono ritrovati e ricomposti dalle guide stesse, che l’hanno recentemente donata al Santuario.
Al centro di Courmayeur è possibile visitare il Museo Alpino Duca degli Abruzzi. Nel museo, voluto dalla Società Guide Alpine di Courmayeur, è possibile immergersi nelle avventure e nelle tecniche che hanno fatto la storia dell’alpinismo internazionale.
Per maggiori info, orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Il rinomato Caseificio Panizzi di Courmayeur, con i suoi negozi sparsi su tutto il territorio, offre ottimi formaggi, latte e yogurt, tutti prodotti con latte a chilometro 0.
Rifugio Bertone, presso Praz de la Saxe. Tel. 347 032 5785
Hotel Croux, a Courmayeur. Tel. 0165 846 735
A Courmayeur si trovano numerose strutture ricettive.
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è Saint Rhemy.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Saint Rhemy, partendo dalla città di Aosta.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!