Tappa mediamente lunga e inizialmente tecnica, per la salita al Marguareis attraverso il Canale dei Torinesi.
La cima del Marguareis (2.652 m, il più alto dei Monti Liguri) ci regala però una vista a dir poco emozionante: dopo aver percorso tutte le Alpi, torniamo ad avvistare il mare.
La tappa è una variante tecnica al Sentiero Italia (che prosegue sulla GTA passando per il Rifugio Mondovì), preferita per lo spettacolo a 360° offerto dalla Punta Marguareis.
Il Canale dei Torinesi (dapprima ripido e sdrucciolevole, quindi attrezzato con cavi e scalini) richiede esperienza e passo fermo. La ghiaia su cui si cammina può talvolta smottare: se si è in gruppo, è bene rimanere ben compatti onde evitare incidenti.
Vi è un secondo tratto lievemente esposto (ma attrezzato) appena prima del Colle Palù.
Chi soffre di vertigini, arrivato all’imbocco del canalone può (anziché risalirlo) continuare verso est e valicare la Porta Marguareis, per ricollegarsi quindi all’itinerario al Colle del Pas evitando tutte le difficoltà tecniche.
Punti d’acqua assenti fino a Tetti delle Donzelle, in fondo al Vallone delle Saline.
Lasciamo il Garelli prima dell’alba e ripercorriamo il sentiero della tappa precedente, in piano fino al Laghetto del Marguareis. Quindi lasciamo la traccia della GTA e attacchiamo la salita (600 m D+ circa) alla vetta. Il sentiero va salendo con decisione e arriviamo sulla pietraia del Canale dei Torinesi, dove la pendenza va aumentando su fondo non sempre facilissimo.
Infine, affrontiamo il tratto attrezzato (catene e pioli): pur facile e breve, occorre avere confidenza. Usciti dal canale, torniamo a camminare su buona traccia. Aggiriamo da sud il Colle dei Torinesi e, continuando a salire su buona traccia, arriviamo sulla cima del Marguareis (2.652 m), il più alto dei Monti Liguri. La vista è abbagliante: rivediamo il mare e, se fortunati, la Corsica.
Torniamo verso il Colle dei Torinesi, proseguendo verso est in tranquillo saliscendi e sempre su buona traccia. Passiamo il Colle dei Savonesi e, con un piccolo tratto attrezzato, il Colle Palù (2.486 m); scendiamo decisi (250 m D- circa) verso Piaggia Bella e prendiamo il sentiero che risale verso Cima Pian Ballaur (400 m D+ circa). Il primo tratto sale deciso a Colle del Pas (2.349 m), dopo il quale la salita si fa meno aggressiva (la traccia scompare e occorre affidarsi agli ometti di pietra). La Cima Pian Ballaur (2.603 m) ci accoglie con centinaia di stelle alpine.
Perdiamo rapidamente quota verso il pianoro sottostante, da cui prendiamo la traccia (non facilissima da individuare) verso la vicina Cima degli Arpetti, che offre un bello sguardo verso la Valle Tanaro.
Da qui in poi è tutta discesa (850 m D- circa). Il sentiero scende deciso fino a Gias delle Saline, da cui riprendiamo la GTA; la pendenza si addolcisce e percorriamo agilmente tutto il Vallone delle Saline. Giunti alla borgata di Tetti delle Donzelle, risaliamo appena su largo sentiero a mezza costa e guadagniamo la Colla di Camino, dopo la quale proseguiamo in lungo traverso, scoprendo un ponte tibetano.
Passato il ponte, troviamo sulla sinistra l'indicazione alla gigantesca Grotta delle Vene - che possiamo raggiungere ed esplorare facendo ben attenzione a non perderci. Infine, giungiamo ai vasti prati di Pian Rosso, dove sorge il Rifugio Mongioie.
Il territorio del Parco del Marguareis, istituito nel 1978, comprende una vasta area del versante piemontese delle Alpi Liguri. Le sue cime sono anche chiamate Piccole Dolomiti.
Nel sottosuolo è presente un sistema carsico con 150 km di grotte esplorate, alcune delle quali raggiungono anche i 900 metri di profondità.
Nella frazione di Viozene, nel comune di Ormea, si parla il brigasco, un dialetto ligure di montagna: il borgo fa infatti parte dell’area etno-linguistica della Terra Brigasca (Tera Brigašca). il cui centro è il paese di Briga Marittima (Ra Briga in brigasco).
Il popolo brigasco, a differenza per esempio di quello ladino, presenta marcate differenze linguistiche e culturali rispetto ai popoli confinanti.
Sul sentiero verso il Rifugio Mongioie è possibile visitare la Grotta delle Vene, un dedalo di labirinti che arrivano in profondità e si sviluppano per oltre 4 km.
La grotta è divisa in 5 sezioni, 2 delle quali sono accessibili con la comune attrezzatura da speleologo, mentre per le altre occorre quella da speleologo subacqueo, per la presenza di alcuni sifoni.
La cacciagione è molto usata in questa zona.
È possibile trovare sulle tavole anche il camoscio per il quale, pur essendo protetto, ogni anno è previsto un piano di abbattimento per regolare la crescita della popolazione.
Il modo migliore per accompagnarlo è la polenta saracena, piatto tradizionale dell'Alta Val Tanaro, il cui impasto viene realizzato grazie alla mescolanza di farine di grano saraceno e frumento e alle patate; il tutto viene poi con un sugo di latte, funghi e porri.
Capanna Saracco Volante, sotto Colle del Pas; è un bivacco per speleologi e dispone di un locale invernale sempre aperto, con 10 posti letto e coperte.
Rifugio Mongioie, a Pian Rosso. Tel. 0174 390 196
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Certosa, partendo dalla città di Cuneo.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!