Tappa di buona lunghezza e medio dislivello, nel cuore del Parco dei Nebrodi, la più estesa delle aree protette siciliane.
Si incontrano in più punti dei cancelli di filo spinato che occorre aprire (e sempre richiudere!).
Punti acqua assenti, portare buona scorta.
Lasciamo Villa Miraglia e prendiamo la statale verso destra, per tornare a Portella di Femmina Morta; da lì, prendiamo il largo sentiero sulla sinistra, rimanendo lungo la dorsale o appena sotto di essa, sul versante settentrionale, in dolce saliscendi. Dopo un rettilineo su strada bianca, in tratto pianeggiante e panoramico, prendiamo a salire lievemente (200 m D+ ca.); dopo un paio di chilometri, ci stacchiamo dalla carrozzabile e prendiamo il sentiero verso Monte Pelato (1.566 m), che raggiungiamo agevolmente.
Proseguiamo in saliscendi lungo la dorsale, circumnavigando da nord Pizzo Fauda e giungendo al Colle della Maduna (1.620 m); quindi saliamo nuovamente (100 m D+ ca.) fino a calcare la cima di Pizzo Fau (1.686 m). Con discesa di pendenza regolare (200 m D- ca.) arriviamo a Portella dell'Obolo - dove non ci sono strutture: bene approfittare del servizio navetta per raggiungere il paese di Capizzi, 8 km più a sud lungo la statale.
Non distante da Portella dell'Obolo c'è il paese di Troina, comune virtuoso che negli ultimi anni ha saputo valorizzare il cosiddetto “turismo relazionale”, che vede la popolazione locale accogliere il visitatore come uno di casa. L'antica cittadina si sviluppa alle pendici di un crinale ed è caratterizzata dalla "Piazza", terrazza da cui si può godere di un panorama unico.
Abitata già da Sicani e Siculi, divenne colonia greca e successivamente visse tutte le diverse dominazioni siciliane. Alcuni studiosi ritengono che Troina sia la mitologica Egyon, città della Magna Grecia dove era situato il tempio dedicato alle Dee Madri.
Troina fu anche un importante centro del periodo normanno: Ruggero la scelse come sede della sua corte rendendola di fatto la prima capitale normanna di Sicilia. Fu la prima sede vescovile siciliana e nel 1088 ospitò l'incontro tra Papa Urbano II e il conte Ruggero.
Nel territorio umido di questa zona abbondano i corsi d'acqua, tra cui il torrente Cardoneta che genera la suggestiva cascata di Fontana dell'Angelo, conosciuta anche come Occhialino.
Numerosi nell’area sono i mulini, tra cui quello di Caronia, costruito nella seconda metà del XIX secolo. Caratterizzato dalla forma a rampa, la sua funzionalità è simile a quella delle moderne centrali idroelettriche. Oggi è gestito dall'associazione naturalistica I Nebrodi che lo usa a scopi didattici ed educativi.
Tra i numerosi derivati del suino nero dei Nebrodi c'è la fellata, un tipo di salume tagliato a punta di coltello in pezzi grossolani. Altro prodotto di assoluto pregio è il prosciutto crudo: con almeno 18 mesi di stagionatura, è di alta qualità, con un perfetto equilibrio tra dolcezza e sapidità e ricco di preziosi elementi nutrizionali (omega 3 e omega 6) derivati dal nutrimento dei suino allo stato brado tra boschi di querce e faggi.
A Portella dell'Obolo non sono presenti strutture ricettive. Si può tuttavia raggiungere Capizzi, a 8 km dal valico in direzione sud lungo la statale, utilizzando il servizio navetta.
Affittacamere Nebrodi, a Capizzi. Tel. 392 721 9205
B&B Da Piro, a Capizzi. Tel. 0935 933881
A Capizzi sono presenti diverse strutture ricettive.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Cesarò, partendo dalla città di Catania.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!