Tappa di media lunghezza, ma scarso dislivello e priva di difficoltà tecniche.
Bellissima la seconda parte, con la vista del borgo e del Lago di Barrea dall'alto; la chicca della giornata è senz'altro Matusalemme, il faggio secolare che sorveglia il borgo dall’alto.
Segnaletica spesso assente: occorre monitorare costantemente la traccia GPS.
Punti acqua assenti
Lasciamo Rivisondoli su strada asfaltata e attraversiamo l’estremità occidentale della piana sottostante; quindi, sempre su strada, saliamo appena per aggirare il dosso montuoso che chiude la piana. In cima alla salita teniamo la destra e ci immettiamo nella stradina che scende verso la statale; superatala tramite un sottopasso, attraversiamo su carrareccia la nuova piana antistante e poi pieghiamo a sinistra (senza che vi sia una traccia sul terreno) fino a immetterci in una nuova carrareccia che risale lentamente (150 m D+ circa).
Guadagnata nuovamente la strada asfaltata, la seguiamo per circa un chilometro fino a una rotonda, da cui puntiamo verso sud addentrandoci su carrareccia tra i prati di una lunga vallata. Giunti al termine, superiamo una sbarra e ci infiliamo nel bosco di faggi salendo (200 m D- circa) su strada forestale alla spalla orientale del Colle della Monna. In cima, lasciamo la carrozzabile e passiamo su sentiero in traverso, che poco dopo inizia a scendere (300 m D- circa) senza grosse difficoltà; giunti in una conca boschiva, risaliamo appena (100 m D+ circa) fino a una sella dove ci stacchiamo dal sentiero per procedere in facile traverso, fuori sentiero (fondamentale seguire la traccia GPS), e andare ad ammirare Matusalemme, un incredibile faggio plurisecolare dalle forme inaudite. Molto bella la vista su Barrea e sul suo lago.
Torniamo su sentiero e attacchiamo, verso il borgo, la facile e veloce discesa (1.450 m D- circa), lungo la quale vale la pena affacciarsi per ammirare il profondo canyon scavato dal fiume Sangro.
A Barrea vi può capitare di imbattervi in un personaggio vestito da Garibaldi o da luparo: si tratta del mitico Pasetta, uomo leggendario e dall’entusiasmo contagioso. Non perdete l'occasione di farvi raccontare una delle sue tante avventure: il Pasetta ha avuto una vita ricca di storie, ne ha per tutti i gusti.
L'attuale borgo di Barrea, stupendo esempio di incastellamento medievale, nacque intorno all'anno Mille a seguito dell'arrivo dei monaci benedettini.
Dopo la distruzione del primo monastero da parte dei Saraceni, i Benedettini decisero la costruzione del nuovo convento sopra uno sperone difficilmente attaccabile (è uno dei rari esempi di monasteri fortificati), poco distante da dove oggi sorge il borgo. Del convento rimane lo Studio: l'origine del nome di questo edificio non è ancora chiara, un’ipotesi è che qui fosse presente uno scriptorium, mentre un’altra sostiene che il nome sia dovuto alla presenza di una scuola pubblica finanziata dall'Università di Barrea (congregazione medioevale che gestiva le proprietà silvo-pastorali), che acquistò l'edificio quando lo stesso fu abbandonato dai monaci.
Purtroppo lo Studio non è visitabile a seguito dei danni subiti dal terremoto del 1984.
Il Lago di Barrea fu realizzato nel 1951 con lo sbarramento del Sangro all'imbocco della forra proprio al di sotto del borgo; la diga è ancora oggi utilizzata per la produzione di energia elettrica.
Il bacino, su cui si affacciano anche i paesi di Villetta Barrea e Civitella Alfedena, è lungo circa 5 km e costituisce un'area protetta, per l’importanza faunistica. Nonostante ciò, è permessa la balneazione e numerose sono le spiagge che offrono servizi turistici. Lungo le sponde del lago è presente anche una bella pista ciclabile e pedonale.
Sulla sommità del centro storico è possibile visitare il Castello di Barrea, caratterizzato da due torri, una a base quadrata e una a base circolare. La più antica, quella a base quadrata, fu costruita insieme al castello intorno all’XI secolo dai feudatari Di Sangro; il torrione circolare fu aggiunto nel 1400 dai Caldora. Un tempo il castello era usato come riparo per la popolazione locale, oggi è la location di numerosi eventi culturali.
Nel borgo si trova l'Antiquarium della Civiltà Safina, un museo che racconta dell'epoca in cui la zona era abitata dai Sanniti, la popolazione italica che visse negli attuali Abruzzo e Molise.
Nella località di Colleciglio è stata scoperta una necropoli con decine e decine di tombe complete di corredi funerari, molte delle quali sono di bambini al di sotto dei dieci anni. Dagli scavi si presume che l'area di Barrea, chiamata anche Vallis Regia, fu abitata dai Sanniti Pentri a partire dal VII secolo a.C.; tra i ritrovamenti spicca una tomba monumentale ove sono stati rinvenuti i resti dell'armatura di un guerriero, probabilmente il capo clan, chiamato il Guerriero di Barrea, dalle forti similitudini con il guerriero di Capestrano.
I campi intorno a Barrea sono pieni di orapi, conosciuti anche come spinaci selvatici, che si possono cucinare in zuppe insieme ai fagioli oppure nelle frittate. La ricetta più famosa? Gli gnocchetti con gli orapi: saltati con un po' di guanciale, gli orapi vengono usati come condimento di semplici gnocchetti di farina ed acqua, il piatto tipico del pastore.
Ogni anno, il 13 agosto, a Barrea si tiene la Sagra degli orapi.
Camping La Genziana, a Barrea. Tel. 334 367 8101
Ostello dagli Elfi, a Barrea. Tel. 339 527 5982
Camping Wolf, a Civitella Alfedena (5 km dopo Barrea, lungo il Sentiero Italia). Tel. 338 652 3192
A Barrea sono presenti diverse strutture ricettive.
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla cittadina di Sulmona con cambio a Rivisondoli.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!