Una tappa medio-lunga quasi completamente su asfalto, facile.
Attraversiamo l'affascinante Area Marina Protetta e Riserva Naturale di Torre Guaceto, con le sue baie d'acqua cristallina; poi camminiamo su una provinciale assai monotona, spesso rovinata dalla presenza di immondizia, fino ad arrivare nella grande città portuale di Brindisi.
La tappa rappresenta un'estensione del Sentiero Italia (che termina a Grottaglie), ideata per estendere il cammino pugliese alla bellissima costa salentina.
Immondizia e discariche a cielo aperto ovunque, come si lascia la Riserva di Torre Guaceto.
Segnaletica scarsa e poco visibile (sia del Cammino Materano che della Via Francigena): bene monitorare la traccia GPS.
Lunghi tratti su asfalto, in parte su strada abbastanza trafficata: prestare molta attenzione.
Punti acqua assenti.
Lasciamo il Laghetto di Penna Grossa per arrivare alla spiaggia di Penna Grossa; continuiamo camminando sulla sabbia o lungo sentieri tra la flora della riserva per circa 2 km, fino ad arrivare al bellissimo promontorio di Torre Guaceto. Da qui pieghiamo a destra e proseguiamo verso sud-ovest per qualche centinaia di metri, fino a raggiungere la statale che, svoltando a sinistra, costeggiamo per alcuni chilometri, cambiando lato della carreggiata un paio di volte.
Quindi svoltiamo a sinistra e ci dirigiamo verso la costa; giunti in località Posticeddu, attacchiamo a camminare sulla strada litoranea e la seguiamo per una dozzina di chilometri, fino ad avvicinarci a Brindisi, mantenendo costantemente sulla destra l'aeroporto, fino ad arrivare in vista del Monumento al Marinaio d'Italia - punto ideale per scorgere, sull'altra sponda, le colonne romane che segnavano la fine della Via Appia.
La Via Francigena del Sud, che stiamo percorrendo, è un ramo aggiuntivo della nota via del pellegrinaggio medievale che collegava Canterbury a Roma.
La Francigena fa parte delle molteplici vie romee che conducevano alla Città Eterna: insieme a Santiago di Compostela e Gerusalemme, Roma (città di San Pietro e del papato) era una delle mete di pellegrinaggio del cristianesimo europeo. Tra coloro che arrivavano a Roma per visitare la tomba di Pietro, molti proseguivano il viaggio verso Gerusalemme passando per le antiche vie romane (la via Appia e la via Traiana) verso la Puglia, per poi imbarcarsi nel porto di Brindisi.
Negli ultimi decenni le antiche vie di pellegrinaggio sono diventate un punto di riferimento per i camminatori di tutto il mondo; l'Unione Europea ha attivato numerosi progetti per valorizzarle, riconoscendo nei cammini uno dei componenti fondativi dell'idea di Europa.
La storia di Brindisi è strettamente legata a quella del suo porto.
Già in età messapica era usato come un porto naturale e sembrerebbe che proprio la particolare conformità del golfo, che ricorda il palco di un cervo, abbia dato il nome a Brindisi: dal messapico Brention, tradotto proprio come “testa di cervo”. L'insenatura portuale si divide in tre zone: esterna, intermedia e interna. La parte esterna è caratterizzata dalla presenza di due isole, la parte intermedia è formata da un largo bacino, mentre la parte interna è caratterizzata da due bracci chiamati seno di ponente e seno di levante.
Brindisi è da sempre una porta verso Oriente e fin dall'epoca messapica numerosi sono stati i commerci nell'Adriatico e verso il mar Egeo; in epoca romana la sua posizione favorì lo sviluppo della città rendendola un punto di riferimento per tutto il Mediterraneo: le anfore realizzate a Brindisi sono state ritrovate in ogni angolo. Nel periodo medievale fu il porto da cui partivano le Crociate verso la Terra Santa: particolarmente nefasta fu la sesta, organizzata da Federico II (che amava particolarmente la città), in cui l'enorme massa di persone che si riversò in città favorì il dilagare di una terribile epidemia.
Con l'apertura del canale di Suez, Brindisi divenne uno dei porti di attracco della Valigia delle Indie (la tratta che collegava Londra a Bombay) e la sua importanza fu narrata anche nel libro-capolavoro di Jules Verne, Il giro del mondo in 80 giorni. Dopo fasi storiche alterne (fu capitale del Regno d'Italia per cinque mesi tra il 1943 e il 1944), oggi il porto di Brindisi rimane di estrema importanza sia dal punto di vista turistico (verso i Balcani, la Grecia e la Turchia) sia commerciale (carbone, olio combustibile e gas naturali).
In epoca romana, la Città Eterna fu messa in collegamento con Brindisi attraverso la Via Appia, una delle principali rotte commerciali dell'Italia antica.
Voluta da Appio Claudio Cieco per velocizzare gli spostamenti nell’Italia meridionale e consolidare il dominio romano, fu realizzata tra il IV e il III sec. a. C. ed è una delle opere di ingegneria civile più importanti di quel periodo romano, tanto dal punto di vista commerciale quanto militare e tecnologico. Furono impiegate le più avanzate conoscenze tecnologiche - ad esempio la pavimentazione in pietrisco che, favorendo il drenaggio, permetteva la viabilità con qualsiasi condizione atmosferica. L'importante via di comunicazione, insiema alla via Traiana, fu largamente usata anche durante il periodo medievale, in particolare durante le Crociate.
Quando nel mondo avvengono crisi umanitarie derivanti da guerre o catastrofi naturali i governi e le ONG si possono rivolgere alle basi di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD). La prima di queste basi fu installata proprio a Brindisi nel 2000.
Se a est è l'area portuale a caratterizzare la città, nella parte nord è l'aeroporto del Salento a farlo, occupando buona parte del territorio cittadino. Costruito negli anni Venti come aeroporto militare, ha mantenuto questo status fino al 2008, anno in cui è stato aperto anche ai voli civili.
La tradizione militare di Brindisi ha una storia antica che continua nelle antiche strutture: significativa è la presenza del comando della Marina Militare all'interno del Castello Svevo che costituì uno dei più importanti castelli del sistema difensivo voluto da Federico II di Puglia. Viene chiamato anche castello di terra per distinguerlo dal castello alfonsino situato sull'isola di Sant'Andrea, all'ingresso del insenatura del porto, usato come struttura militare fino al 1984.
Poco fuori dalla città è stata attiva per tutto il Novecento una base aerea americana; durante la guerra nei Balcani da qui partivano gli aerei militari della NATO. Durante e dopo quel periodo, la città si distinse per la grande solidarietà offerta dai suoi cittadini ai rifugiati.
Numerose sono le chiese interessanti presenti in città. Tra le tante vogliamo segnalare la chiesa romanica di San Giovanni al Sepolcro, dalla pianta circolare e gli interni ornati di affreschi (risalente al XII secolo, oggi è chiusa al culto); la cattedrale di San Giovanni Battista, posizionata tra i resti delle mura romane e il mare, costruita anch'essa nel XII secolo, con un enorme campanile; poco fuori dal centro abitato c'è la chiesa di Santa Maria del Casale al cui interno si possono ammirare gli affreschi trecenteschi - la facciata è arricchita da fasce di disegni ornamentali composti da pietre bicolori.
Uno dei simboli della città sono le colonne romane, situate nel mezzo dei due canali che si ramificano nel porto interno e a lungo (erroneamente) associate alla costruzione della Via Appia. Probabilmente costruite tra il II e III secolo d. C., data la posizione centrale rispetto all'entrata del porto avevano il ruolo di salutare chi entrava in città dal mare; fungevano da base per due enormi statue bronzee. La storia delle colonne non si limita al loro scopo celebrativo: sotto la scalinata spirò il poeta romano Virgilio, di ritorno da un viaggio in Grecia; inoltre, una delle due colonne, che crollò nel 1528, fu regalata alla città di Lecce.
Alcuni sostengono che la colonna con in cima il leone di San Marco a piazza San Marco a Venezia sia una riproduzione delle colonne brindisine.
Dal novembre del 1933 un'altra opera accoglie i naviganti che entrano in città: il Monumento al Marinaio, costruito durante il fascismo per commemorare i 6.000 marinai caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
A forma di timone, rivestita dalla pietra di carparo, alta ben 53 metri, la struttura è stata progettata da Luigi Brunatti. Nel II dopoguerra furono tolti i fasci littori ai lati.
Il Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo nasce alla fine dell'Ottocento e conserva i reperti della civiltà messapica rinvenuti nel territorio brindisino e nei fondali della provincia; vi si trovano anche resti dell'epoca romana e medievale.
Dal 1992, soprattutto, la collezione è arricchita dai Bronzi di Serrone, rinvenuti nel tratto marino di fronte a Punta del Serrone; rappresentano uno splendido esempio dell'arte dell'età romana imperiale. L'ingresso del museo è adornato dal cosiddetto portico dei Templari, composto da due arcate gotiche di carparo.
Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
Tipico prodotto del brindisino è la ricotta forte, una crema spalmabile ottenuta dalla fermentazione della ricotta. Il nome indica il suo spiccato sapore che arriva ad essere leggermente piccante.
È usata in molti modi: nel sugo per la pasta, nel ripieno per i panzerotti - è ottima spalmata sulla bruschetta con le acciughe sotto sale.
I vini di Brindisi fanno parte dell'Appia dei vini: oltre il Brindisi rosato DOC e il Brindisi rosso DOC, a spiccare su tutti è la malvasia nera di Brindisi.
Il vitigno d'origine greca, il cui nome è una contrazione della roccaforte bizantina di Monemvasia, è diffuso in tutto il Mediterraneo e in tutta italia, dove solitamente è vinificato in bianco. La malvasia Nera di Brindisi, dal colore rosso rubino con riflessi violacei, è usata anche per la produzione di vini rosati.
B&B Mare Nostrum, a Brindisi. Tel. 328 861 6413
Parrocchia Cattedrale, a Brindisi (si dorme sul pavimento, occorre avere un materassino). Tel. 083 152 1157
B&B Via Lata, a Brindisi. Tel. 3473817920 - 0831223045 (9 posti letto)
A Brindisi sono presenti numerose strutture ricettive. Per informazioni e aiuto, chiedere a Fabio Mitrotti. Tel. 347 822 7836
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Carovigno, partendo dalla città di Brindisi.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
La località raggiungibile con il treno più vicina è Carovigno, partendo dalla città di Brindisi.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!