Una tappa molto lunga, tutta in piano, sulla Via Francigena del Sud.
A una prima metà decisamente bruttina si contrappone il piacevole paesaggio del Bosco di Cerano.
La tappa rappresenta un'estensione del Sentiero Italia (che termina a Grottaglie), ideata per estendere il cammino pugliese alla bellissima costa salentina.
La prima parte della tappa, in uscita da Brindisi, si svolge su strade trafficate: prestare attenzione.
Partiamo da Brindisi e attraversiamo il Seno di Ponente (cioè il golfo della città). Passiamo davanti al castello federiciano (non visitabile, è area militare) e costeggiamo tutta la banchina fino ad arrivare le colonne romane. Quindi dirigiamo verso il centro città per poi piegare verso sud, lungo la Via Francigena del Sud. Infine usciamo in aperta campagna, diretti verso sud-est; dopo alcuni km, lasciamo l'asfalto e passiamo su strada sterrata, camminando tra i campi coltivati con la centrale termoelettrica Federico II sulla sinistra.
Giunti nella Riserva Naturale Orientata di Bosco di Cerano, il paesaggio cambia totalmente e troviamo ulivi, viti e canneti; pieghiamo verso est seguendo un torrente semisecco, quindi di nuovo verso sud attraversando il bosco vero e proprio, fatto di carpini neri e lecci.
Usciti dal bosco, il paesaggio è assai meglio della prima parte; proseguiamo tra gli ulivi, alternando tratti di sterrata all'asfalto, fino a giungere a Torchiarolo.
Torchiarolo, con tutta probabilità, fu fondata dagli esuli della città romana di Valesio e distrutta nel 1157 dai Normanni del sovrano Guglielmo il Malo, sceso in Puglia per punire i baroni che si erano ribellati al suo potere.
Si fa risalire il suo nome alla produzione di olio, a ragione della presenza di numerosi torchi per la spremitura delle olive; un’altra ipotesi, invece, lega il nome alle continue incursioni dei Turchi sulla costa adriatica.
La parte Sud della Puglia fu anticamente il territorio dei Messapi (una tribù japigia, insieme ai Dauni e ai Peucezi), provenienti dall'Illiria e giunti nella penisola pugliese intorno al IX secolo a.C..
Il periodo di maggior splendore della civiltà messapica fu tra il V e il III secolo a.C., quando gli insediamenti cominciarono ad essere protetti da cinte murarie. Le città messapiche, prima della dominazione romana, si allearono a fasi alterne, pro e contro le popolazioni italiche - memorabili furono le vittorie e le sconfitte contro la vicina Taranto.
Quella messapica si distinse tra le altre popolazioni japige per la sua vocazione guerriera, ma non mancano testimonianze del suo elevato sviluppo culturale: alcuni dei reperti giunti fino a noi rappresentano le prime testimonianze di scrittura in Italia (V sec a.C.).
Nella campagna di Torchiarolo è presente l'Area Archeologica di Valesio. I ruderi delle strutture (in particolare delle terme) testimoniano la presenza della città messapica, su cui i Romani fondarono Valesio.
I reperti dell’area coprono un arco di storia che va dall'Età del Bronzo al Medioevo.
In mezzo ai campi coltivati tra Brindisi e Torchiarolo emerge una vera e propria oasi naturale: il Bosco di Cerrano, detto anche Bosco di Tramazzone, classificato come Riserva Naturale Orientata Regionale.
Sorge in prossimità dell’enorme centrale termoelettrica a carbone Federico II ed è attraversata da una falda freatica che crea un canalone naturale, chiamato Li Siedi. Dopo tanta pianura, la valle è una vera e propria sorpresa, coi suoi canneti, le radure e i vigneti - sembra di entrare in un luogo fatato. Il bosco occupa un'area di 1.158 ettari ed è quanto rimane della macchia-foresta che un tempo si estendeva fino alla costa.
Nella piccola cittadina di Torchiarolo è possibile ammirare la Chiesa Matrice di Maria SS. Assunta, edificata nel XVI secolo sopra una chiesa romanica; poco distante, troviamo la Corte San Domenico, una casa fortificata risalente al XVII secolo.
Fuori la città, numerose sono le torri che costituivano il sistema difensivo a controllo delle invasioni dal mare; tra queste spiccano la Torre Bartoli e la Torre lo Muccio.
Tradizionali di tutta la Puglia, ma in particolare nel Salento, sono le pettole: palline di pasta lievitata che si possono mangiare sia salate sia dolci.
Leggenda vuole che siano nate a Taranto durante la festa di Santa Cecilia - ma ogni area ha la sua tradizione. Un piatto che non può mancare nelle feste comandate e in particolare nel giorno di San Martino, quando si festeggia il vino nuovo. Possono presentarsi al naturale o farcite con formaggio e olive; oppure dolci, avvolte nello zucchero o nel miele.
B&B Le Volte, a Torchiarolo. Tel. 389 950 7849
B&B Lu Sule, a Torchiarolo. Tel. 333 795 7235
Scuola Materna Suore, a Torchiarolo. Tel. 347 661 5213
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!