Tappa breve, ma con una lunga e significativa salita al Monte Fumaiolo (1.406 m), ricompensata da un vasto panorama su tutto l’Appennino centro-settentrionale..
Scopriamo le storiche sorgenti del Tevere e le sue belle cascate.
Costeggiando la strada asfaltata, ci portiamo su sentiero in località Ca’ di Gallo. Quindi, rimanendo sullo stesso percorso, attacchiamo la lunga salita (550 m D+ circa) al Monte Fumaiolo. Giunti al Passo di Montecoronaro, prendiamo la strada che sale verso l’abitato di Montecoronaro e ritroviamo il sentiero 00, che seguiamo tagliando i tornanti della strada.
Giunti in prossimità del Poggio Mula d’Oro, la pendenza va riducendosi e, attraversando l’ampio pianoro dei Barattieri, giungiamo in località I Sodi (1.284 m). Pieghiamo sulla strada a sinistra, quindi poco dopo riprendiamo il sentiero sulla destra. Vale la pena fare una piccola deviazione per salire sulla vicinissima cima del Monte Fumaiolo (1.406 m), che offre un vasto panorama: dalla riviera romagnola al Monte Amiata, dalle vette dell’Appennino marchigiano (Alpe della Luna, Monte Nerone, Monte Catria) alla dorsale appenninica settentrionale (Monte Falco, Monte Falterona...).
Tornati sui nostri passi, scendiamo al Valico del Fumaiolo e prendiamo il comodo sentiero che in breve ci conduce alle sorgenti del fiume Tevere. Proseguendo nel bel bosco di faggi in facile discesa (200 m D- circa), andiamo a incrociare la strada asfaltata, la seguiamo verso destra per un centinaio di metri, quindi riprendiamo il sentiero a sinistra, ammirando le Cascate del Tevere e la falesia di Balze, ritrovo di tanti arrampicatori; ritrovata la strada (poco distante si trova un campeggio), la seguiamo fino all’abitato di Balze.
L’origine del nome del Monte Fumaiolo è oggetto di discussione. Vi sono diverse teorie: una indica le sue vette siano spesso circondate da folte nubi (i “fumi”); un’altra chiama in causa invece i numerosi carbonai che utilizzavano le foreste del monte per la produzione di carbone, facendo così fumi; un’ultima sostiene che il nome originale fosse “Fiumaiolo”, per il fatto che ospita le sorgenti di tre fiumi, Savio, Marecchia e… Tevere.
Nel 1923 Benito Mussolini decretò una modifica dei confini tra le province di Forlì e Arezzo per includere la sorgente del Tevere, "fiume sacro ai destini di Roma", nella sua provincia di nascita, Forlì. Per sancire l'avvenimento, presso la sorgente fu inaugurato un monumento marmoreo con i simboli della Roma imperiale (l'aquila e la lupa capitolina) e nel paese di Balze di Verghereto fu posta una colonna proveniente dal Foro romano, ad indicare l'inizio della strada che sale verso il monte.
Sicuramente, è suggestivo bere l’acqua limpida e fresca del fiume che bagna la Città Eterna.
Da Balze, un veloce sentiero porta all’ameno Eremo di S. Alberico, fondato in una gola dal monaco Romualdo (il fondatore dell’Eremo di Camaldoli), prima dell’anno Mille.
Nel corso del XV sec. l’eremo fu accorpato all’ordine dei camaldolesi. Porta il nome di un monaco appartenente all’ordine cavalleresco di San Giorgio, che qui decise di ritirarsi a vita ascetica.
Luogo dalla marcata spiritualità, ospita tuttora un eremita: bene rispettare il silenzio e la quiete che qui regnano indisturbati.
Il tortello di patate alla lastra è uno street food d’antan della montagna tosco-romagnola e dimostra la capacità della gente di montagna di inventare una ricetta saporita, sostanziosa e genuina, con pochi e semplici ingredienti.
Fin dai tempi antichi i pastori, durante la transumanza, portavano con sé grandi scorte di questi tortelli.
La pasta è fatta di farina, acqua e sale e stesa in una sfoglia sottile, il ripieno è la mescolanza di patate lesse e insaporite con lardo, cipolla, sedano, carota, salvia, pomodoro, aglio, uova, noce moscata e pecorino. Tagliati poi in riquadri, vengono cotti su una pietra refrattaria (la “lastra”) a diretto contatto con il fuoco, il che dà sapore e colore caratteristici. Molto gustosa anche la versione detta “bartolaccio” (o bartlàz, in dialetto), ripiena di patate, pancetta e formaggio.
L’origine del tortello alla lastra pare essere antichissima e risalire ai barbari orientali che qui arrivarono dopo la caduta dell’Impero Romano: il tipo di cottura era infatti sicuramente congeniale a popolazioni nomadi, che evitavano così di doversi portare dietro il pentolame.
Campeggio Tiber, circa 1 km a nord di Balze. Tel. 0543 906620
Fumaiolo Paradise Hotel, a Balze. Tel. 0543 917785
Albergo Bellavista, a Balze. Tel. 0543 906630
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Cesena con cambio a Bagno di Romagna.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!