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Tappa

121

Villanova Pellice > Rifugio Barbara Lowrie

Lunghezza
12.0
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1166
m
-
640
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Piero Basilicò.


Tappa abbastanza corta sulla Grande Traversata delle Alpi, con una salita importante (ma agevole) al suggestivo Colle del Baracun.

Ci avviciniamo al regno del Monviso, il paesaggio si fa sempre più impervio.

Note particolari
Bellezza
periodo
Maggio - Ottobre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Lasciamo il borgo sulla comoda carrozzabile che costeggia il torrente Pellice. Presto inizia la salita verso il Pian dei Morti (450 m D+ circa), molto regolare, tutta nel fondovalle. Oltrepassiamo la Cascata del Pis; poco dopo, un sentiero taglia i tornanti della carrozzabile, con qualche facile strappetto. Passato il Pian dei Morti, siamo poco dopo al Colle della Maddalena; volendo, possiamo effettuare una breve deviazione al Rifugio Jervis, in bella posizione, per fare colazione ammirando la testa della Val Pellice.

Attraversato il torrente Pellice, attacchiamo la vera salita per il Colle del Baracun (700 m D+ circa), sul sentiero che va tagliando deciso la carrozzabile. Usciti dagli alberi, torniamo sulla carrozzabile e la salita si trasforma in un falsopiano a mezzacosta; incontriamo il bel giardino botanico dedicato al naturalista Bruno Peyronel. Poco dopo siamo al Colle del Baracun (2.383 m), su cui sorge il bel Rifugio Barant, con ottima vista sul gruppo del Monviso, che si staglia imperioso.

Ripreso il cammino, iniziamo la discesa (650 m D- circa) verso il fondovalle. Il primo tratto, più deciso, taglia la carrozzabile, che riprendiamo stabilmente a Pian delle Marmotte, dopo il quale la pendenza si fa più dolce e la camminata scorre piacevole fino al Rifugio Barbara Lowrie.


COSA SAPERE

Alle pendici del Monte Granero si trova il Buco del Viso, una galleria di 75 metri scavata nella roccia, per collegare i versanti francese e italiano.

Completato nel 1480, è considerato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna.

Il transito al suo interno è tuttora possibile grazie alla recente manutenzione.


COSA VEDERE

Presso il panoramico Colle Barant, a una altitudine di 2.290 m, troviamo il Giardino Botanico Alpino dedicato al naturalista Bruno Peyronel, originario della Val Pellice.

All’interno del giardino sono presenti più di 300 piante alpine autoctone: le diverse specie sono contrassegnate da cartellini ed è inoltre possibile usufruire di dettagliate schede didattiche.


COSA MaNGIARE

La ricotta del fieno, il saras del fen, è un latticino tipico delle Valli Valdesi.

Per prepararlo si riscalda il siero rimasto dopo la produzione della fontina, si aggiunge del sale amaro o dell'aceto e si fa bollire: si forma così la pasta della ricotta, che viene raccolta con una schiumarola, travasata in una tela e appesa affinché scoli. La ricotta viene poi salata in superficie e avvolta con un'erba chiamata festuca, il fieno appunto da cui prende il nome.

Essendo un tipico prodotto artigianale, le sue caratteristiche organolettiche variano da luogo a luogo e con le stagioni. Il saras del fen è un Presidio Slow Food.


DOVE DORMIRE

Rifugio Barant, presso il Colle del Baracun. Tel. 335 627 6850

Rifugio  Barbara Lowrie, all’ingresso del Pian Fons. Tel. 0121 930077

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Bobbio Pellice, partendo dalla città di Torino.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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