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Tappa

235

Torchiarolo > Lecce

Lunghezza
23.1
Km
Difficoltà*
T
Dislivello*
+
46
m
-
23
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa di buona lunghezza lungo la Via Francigena del Sud.

Dopo una prima parte tra gli ulivi, impreziosita dalla visita all'abbazia di Santa Maria di Cerrate, la tappa si sviluppa su strade trafficate e bruttine. Concludiamo però nel magnifico centro di Lecce, “la Firenze del Sud”.

Note particolari

La tappa rappresenta un'estensione del Sentiero Italia (che termina a Grottaglie), ideata per estendere il cammino pugliese alla bellissima costa salentina.

La seconda parte è tuta su strada abbastanza trafficata: prestare attenzione.

Bellezza
periodo
Tutto l'anno
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Culturale
Enogastronomico
RAGGIUNGIBILITà
Culturale
Enogastronomico
PERCORSO

Lasciamo Torchiarolo e, seguendo le indicazioni per la Via Francigena, prendiamo la carrozzabile tra gli ulivi; dopo 4 km, pieghiamo a sinistra sulla strada asfaltata, quindi di nuovo a destra su carrozzabile e arriviamo sulla provinciale, dove visitiamo la bella abbazia di Santa Maria di Cerrate.

Torniamo su carrozzabile per un paio di km; quindi svoltiamo a destra su una stradina asfaltata, che seguiamo fino a confluire, diversi km dopo, sulla provinciale che conduce a Surbo. Attraversato il paese, avanziamo su strada abbastanza trafficata fino a giungere alle porte di Lecce; costeggiatene le mura, entriamo nel magnifico centro storico.


COSA SAPERE

Lecce è oggi la principale città del Salento.

Durante il periodo messapico veniva chiamata Lupiae; cominciò ad avere una certa rilevanza soltanto con l'arrivo dei Romani ma, fino alla dominazione bizantina, la città di riferimento era Otranto. Soltanto con la dominazione normanna Lecce cominciò a diventare il centro del territorio; nel 1069 Goffredo d’Altavilla vi instaurò la corte.

La città raggiunse il massimo splendore con gli Aragonesi (che seguirono agli Svevi e agli Angioini). Grazie al volere di Carlo V, re di Napoli, la città visse un vero e proprio rinascimento e divenne uno di più importanti centri del Sud Italia, sia dal punto di vista commerciale quanto culturale.


Lecce rappresenta un unicum nel panorama architettonico italiano: la sua forma artistica e architettonica viene definita con un nome specifico - il barocco leccese.

Tale stile è caratterizzato dalle sgargianti decorazioni che rivestono gli edifici, ispirate allo stile plateresco spagnolo (da plata, argento) che imitava la decorazioni delle argenterie. Con la dominazione spagnola aveva cominciato a imporsi un nuovo linguaggio artistico che si proponeva di stimolare la fantasia e l’immaginazione; dopo la battaglia di Lepanto (che allontanò definitivamente il pericolo dei Turchi) l’arte barocca fiorì a Lecce e in tutto il territorio circostante, raggiungendo il massimo splendore nella seconda metà del Seicento e per buona parte del Settecento.

A caratterizzare lo stile architettonico è l'utilizzo della pietra leccese: una pietra calcarea tenera che permette una fine lavorazione (adatta pertanto alle decorazioni barocche), i cui colori caldi donano un'atmosfera unica a tutta la città.


A Lecce, il punto di ritrovo per eccellenza è sicuramente piazza Sant'Oronzo, sulla cui pavimentazione campeggia lo stemma cittadino (la lupa ai piedi dell'albero di leccio).

La piazza è dedicata al santo patrono che salvò la città dalla peste del 1656: la sua statua è situata sopra una colonna votiva, nell'atto di benedire la città. Oronzo fu nominato primo vescovo di Lecce da san Paolo in persona (apostolo di Gesù); vittima delle persecuzioni contro i Cristiani, venne decapitato il 26 agosto del 68 d. C.


COSA VEDERE

Il più celebre esempio di barocco leccese è sicuramente la Basilica di Santa Croce che, insieme all'attiguo Convento dei Celestini (l’attuale prefettura), costituisce il più grande complesso architettonico della città.

La costruzione della basilica ha richiesto un secolo e mezzo di lavoro, dal 1549 al 1699. La facciata è una sintesi degli stili architettonici che si sovrappongono in tutto il complesso. L'interno della chiesa, a croce latina, è composto da tre navate e ben sette cappelle per lato, ognuna delle quale arricchite da numerose decorazioni; l’altare dedicato a San Francesco da Paola è considerato una delle maggiori espressioni del barocco leccese. In alto si può ammirare il meraviglioso soffitto ligneo a cassettoni.

La cattedrale venne eletta a basilica soltanto nel 1906, da papa Pio X.


Tra la città vecchia e quella moderna si staglia l'imponente Castello di Lecce, costruito probabilmente dai Normanni, che deve il suo attuale aspetto alle modifiche volute da Carlo V nel 1539 per meglio contrastare le incursioni saracene.

Nel corso dei secoli la struttura venne modernizzata, mantenendo comunque l'attuale forma trapezoidale, contraddistinta dai quattro enormi bastioni. Già nell'Ottocento all’interno del forte venne installato un teatro che oggi, gestito dal Comune, è location di numerose iniziative e sede del Museo della Cartapesta (artigianato tipico leccese).

Per maggiori info su orari e biglietti, si veda il seguente LINK.


Il periodo romano della città si può ammirare in due importanti opere: l'anfiteatro e il teatro.

L'anfiteatro è una delle cartoline di Lecce: situato al di sotto del livello stradale, nella piazza centrale di Sant'Oronzo, poteva contenere fino a 25.000 persone; si presume che buona parte dell'anfiteatro si trovi oggi proprio sotto la piazza, ricoperto dall’azione di terremoti e devastazioni. Probabilmente di epoca augustea, fu scoperto per caso a inizio Novecento, durante gli scavi per la realizzazione di un edificio della Banca d'Italia.

Della stessa epoca è il teatro, scoperto anch'esso nella prima metà del XX secolo.


Tra gli scenari più rappresentativi di Lecce è la piazza del Duomo, un grande cortile dominato dall'architettura barocca, dal fascino unico - particolarmente di notte!

A sormontare la piazza è l'enorme campanile dalla cupola ottagonale, sopra la quale è posta la statua di Sant'Oronzo. La piazza è circondata da numerosi palazzi barocchi, tra cui l'ex seminario e il museo provinciale.


Nella provincia leccese si trova l'abbazia di Santa Maria di Cerrate, stupendo esempio di romanico pugliese, costruita intorno al XII secolo.

Leggenda vuole che Tancredi d'Altavilla abbia avuto una visione della Madonna tra le corna di un cervo (da cui il nome Cerrate) e, in seguito a questo avvenimento, venne costruita l’abbazia. Circondata da uliveti ed alberi da frutto, il monastero prosperò fino al XVI secolo per poi essere abbandonato e saccheggiato dai Saraceni. L'abbazia rappresentò un magnifico esempio di monastero-masseria: all'interno del complesso sono presenti due frantoi ipogei, un mulino e le stalle.

Nonostante l'incuria del tempo, la chiesa conserva la sua splendida bellezza.


COSA MaNGIARE

Una volta arrivati a Lecce non ci si può far mancare una vera golosità: il pasticciotto leccese, un dolce dalla forma ovale di pasta frolla ripieno di crema pasticciera, tipicamente con l'amarena.

Numerose sono le leggende legate alla sua nascita (pare addirittura risalga al 1538); una vuole il dolce sia stato ispirato dalle decorazioni della chiesa leccese di Santa Croce.


Per accompagnare il pasticciotto l’ideale è il caffè alla salentina, particolarmente adatto alle estati torride grazie all’aggiunta di ghiaccio e latte di mandorla.

DOVE DORMIRE

Lobby Collective Hostel, a Lecce. Tel. 0832 724985


Urban Oasis Hostel, a Lecce. Tel. 0832 300050


B&B Casa Mozart, a Lecce. Tel. 349 877 7105


Monastero Benedettine S. Giovanni Evangelista, a Lecce. Tel. 0832 305027 - 338 259 1712


A Lecce si trovano numerose strutture ricettive.


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus partendo dalla città di Ostuni.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“L’abbazia di Santa Maria di Cerrate è un’oasi di bellezza in mezzo agli uliveti devastati dalla xylella”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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