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Tappa

361

Calangianus > S. Antonio di Gallura

Lunghezza
23.8
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
501
m
-
674
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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66580416
Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Una tappa di buona lunghezza e scarso dislivello, di trasferimento, priva di particolari punti di interesse ma scorrevole e su buon tracciato.

Note particolari

Tappa da evitare nei mesi centrali estivi.

Punti d'acqua assenti, portarne buona scorta.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Usciti dal centro di Calangianus, proseguiamo su strada asfaltata per presto iniziare una docile salita (250 m D+ ca.); un paio di km dopo ci inseriamo in una strada minore, sulla destra, e continuiamo fino a un ampio passo, ove finisce l'asfalto e prendiamo una sterrata un po' malconcia, in decisa discesa (350 m D- ca.), in buona parte nel bosco. Al termine ritroviamo la strada asfaltata e la seguiamo per poco verso sinistra, prima di riprendere una sterrata sulla sinistra e seguirla in piano; poi la stessa curva di 90° verso ovest e attacchiamo una tranquilla salitina (100 m D+ ca.) che si conclude nei pressi di una cava di marmo; affrontiamo lo stesso dislivello in discesa (con un breve intermezzo su sentiero nel bosco), perciò torniamo su asfalto e non lo lasciamo più: giunti a una rotonda, prendiamo la prima sulla destra, costeggiando l'area industriale, poi una stradina sulla sinistra; con un'ultima salita di poco conto, giungiamo nel centro del paesello.

COSA SAPERE

Il periodo medievale in Sardegna è stato segnato dalla presenza dei giudicati, ordinamenti autonomi che venivano retti da un sovrano chiamato Giudice.

Erano presenti quattro Giudicati: Cagliari, Torres, Arborea e Gallura. La loro nascita pare risalga al VI secolo d. C., quando le popolazioni locali si ribellarono al malgoverno bizantino; anche se sembra più verosimile la versione secondo cui il sistema dei giudicati si affermò dopo le numerose sconfitte inflitte dagli Arabi alla flotta imperiale.

La presenza araba in Sardegna fu contrastata dall'intervento di Pisa e Genova e l’isola divenne di fatto un protettorato delle repubbliche marinare. Come avvenne la divisione dei giudicati non è ben chiaro, sta di fatto che 3 di questi, Cagliari, Torres e Arborea (con centro ad Oristano), trovarono nei centri cittadini il fulcro del loro potere, mentre il giudicato di Gallura rimase acefalo.

La figura del Giudice si appoggiava ad un governo centrale organizzato in diversi ministeri che avevano funzioni amministrative e finanziarie. Fin dalla loro indipendenza, i giudicati fecero gola alla curia romana, ma riuscirono a mantenere la loro indipendenza politica anche nei periodi di dominio pisano e genovese. Si distinguono dagli altri governi della stessa epoca per il fatto di non essere entità patrimoniali, cioè di proprietà del sovrano: il Giudice rappresentava infatti il popolo. Il patto con il popolo, chiamato bannus-consensus, permetteva il diritto di rivolta alla popolazione che poteva legittimamente uccidere il suo re. Un articolato sistema di potere, durato fino all'avvento degli Aragonesi.

COSA VEDERE

Nel borgo di Sant'Antonio si può godere di una meravigliosa vista sul territorio gallurese (nei giorni limpidi si vede anche la Corsica) dal belvedere Lu Naracu - ovvero “il nuraghe” (nella località sorgeva un sito archeologico di epoca nuragica).

Non distante dal borgo di Sant'Antonio di Gallura si può vedere S'Ozzastru, un olivastro selvatico millenario, dall'età stimata tra i 2.500 e i 4.000 anni - alcuni ritengono superi addirittura i 5.000.

Posto nella località Santo Baltolu di Carana, non distante dal Lago del Liscia, è uno degli alberi più vecchi d'Italia e d'Europa. Con i suoi 14 metri di altezza e i 21 di diametro della chioma, viene chiamato anche Su Babbu Mannu, “il grande padre”. I vecchi del luogo sostengono che la vicinanza all'albero abbia delle capacità curative.

Non distante è presente un altro olivastro più giovane, di circa 2.000 anni, che con i suoi rami crea un'affascinante "caverna verde".

Il Lago Liscia è un bacino artificiale nato negli anni '60 in un punto di incontro tra i comuni di Sant'Antonio di Gallura, Luras, Arzachena e Luogosanto.

Fonte di rifornimento idrico per tutta la Gallura, è una località molto suggestiva che è possibile visitare a bordo di un battello turistico caratteristico, che ricorda quelli che solcavano i lunghi fiumi americani.

COSA MaNGIARE

Tradizionale di quest'area è la peretta, un formaggio di latte vaccino a pasta filata dalla forma di pera.

Conosciuta anche come provola sarda, è mangiato sia crudo che fuso, ottimo ingrediente per molte ricette.

DOVE DORMIRE

B&B La Pitraia, a Sant'Antonio di Gallura. Tel. 349 719 9399

Agriturismo Agliuledda, a Sant'Antonio di Gallura. Tel. 079 669405

Aldiola Resort, 4 km fuori da Sant'Antonio di Gallura (sulla traccia della tappa successiva). Tel. 079 668026

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.

Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Olbia.

Qui il LINK per controllare gli orari.

Punto di partenza NON raggiungibile in treno.

“Per una volta ci concediamo il lusso di un albergo coi fiocchi, dove festeggiamo la vittoria ai rigori dell’Italia nella semifinale degli Europei…”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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