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Tappa

241

Campitello Matese > Piedimonte Matese

Lunghezza
18.1
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
366
m
-
1615
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa di buona lunghezza e discreti dislivelli, ma priva di particolari difficoltà, con la quale entriamo in nuova regione, la Campania. I paesaggi sono variegati, dalla piana di Campitello Matese sino allo splendido Lago del Matese.

L'ultimo tratto attraversa gli affascinanti borghi di San Gregorio Matese, Castello del Matese e infine la parte antica e abbandonata di Piedimonte Matese.

Note particolari

I tratti in discesa sono molto ripidi e scivolosi.

La segnaletica non è sempre ben visibile e talvolta è del tutto assente: bene monitorare la traccia GPS.

Alcuni brevi tratti di sentiero sono ricoperti dalla vegetazione.

Nella salita iniziale è facile imbattersi in cani da pastore per la presenza di greggi.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
Paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
Paesaggistico
PERCORSO

Dalla stazione di Campitello Matese, percorriamo il sentiero che costeggia l'intera piana in direzione sud-est. All'altezza del laghetto artificiale incontriamo una carrozzabile e successivamente un sentiero. Prendiamo a salire (150 m D+ ca.) fino ad arrivare a un pianoro dove è probabile trovare le vacche al pascolo. Ci troviamo a est del Colle del Monaco ed è buona cosa tenere d'occhio la traccia GPS, non essendoci segnali CAI.

Giunti al passo (ed entrati così in Campania!) imbocchiamo la discesa (550 m D- ca.), molto ripida ma ben segnalata. Arriviamo così sulle sponde dello splendido Lago del Matese, quindi percorriamo un tratto di strada asfaltata lungo la sponda occidentale. All'altezza dell'area gioco, prendiamo un piccolo sentiero in salita che, dopo pochi metri, si infila all'interno di una faggeta incantata.

Torniamo a salire (200 m D+ ca.) fino a raggiungere nuovamente un passo e la strada asfaltata, superata la quale prendiamo il sentiero sulla sinistra, che scende (450 m D- ca.) fino al borgo di San Gregorio Matese (dove i più stanchi possono interrompere la tappa), che attraversiamo in gran parte fino a intercettare la statale in discesa. Dopo 500 m, al primo tornante imbocchiamo un piccolo sentiero piuttosto sporco che taglia tutti i tornanti della strada, perdendo quota (100 m D- ca.). Proseguiamo lungo una carrozzabile che, sempre in discesa, ci porta a una strada e arriviamo a Castello del Matese.

Giunti al punto più meridionale del paesino, all'altezza della Cappella del Purgatorio, riprendiamo un sentiero molto largo e ben segnato, che scende fino alla parte antica di Piedimonte Matese (200 m D- ca.).


COSA SAPERE

Piedimonte Matese è il comune più grande dell'alto-casertano ed è ricco di chiese barocche.

In passato fu anche sede vescovile, ma l'edificio simbolo della storia cittadina è sicuramente il Palazzo Ducale, sede del potere fin dalla costituzione del comune. Oggi l'edificio, in attesa di essere restaurato, continua a raccontare la storia antica del borgo, in particolare quella poco nota di Aurora Sanseverino, nobildonna della celebre casa nobiliare dei Sanseverino (una delle sette grandi casate del Regno di Napoli) che volle costruire a fianco del Palazzo Ducale un piccolo teatro. Aurora fu poetessa e donna di cultura (nei suoi salotti passarono i più importanti artisti del Regno di Napoli), nonchè un esempio di emancipazione femminile: abile cacciatrice (partecipava alle battute di caccia al cinghiale sui monti del Matese), fu anche un'attrice amatoriale. Della sua produzione poetica sono rimasti soltanto alcuni sonetti per lo più di scarso valore artistico, secondo la critica moderna, ma non secondo il linguista Niccolò Tommaseo che riconobbe il contributo di Aurora Sanseverino nel superamento dello stile barocco e marinista.


Durante l'unificazione del Regno d'Italia, a Piedimonte d'Alife (nome di Piedimonte Matese fino al 1970) si costituì la Legione del Matese, un gruppo di volontari che combatté per l'unificazione della penisola.

Il 25 agosto del 1860, grazie ai finanziamenti di Beniamino Caso, 435 uomini si radunarono e si misero al servizio di Garibaldi contro le truppe borboniche. La Legione del Matese operò soprattutto nel beneventano e nell'isernino; in particolare fu coinvolta nella battaglia di Pettorano.


Il Matese fu anche teatro d'azione del brigantaggio postunitario, fenomeno che si opponeva all'unificazione del Regno d'Italia con quello delle due Sicilie.

I cosiddetti “briganti” erano in larga parte fedeli alla dinastia borbonica. La strategia utilizzata per contrastare il fenomeno di guerriglia, presente soprattutto nei paesini più sperduti nelle montagne, fu quella del tradimento indotto - ovvero di pagare i briganti per tradire il loro capo. Fu così che nel 1870 cadde Domenico Fuoco, l'ultimo brigante del Matese.


COSA VEDERE

Nel centro storico di Piedimonte è situato il complesso di San Domenico (sorto nel 1394), caratterizzato da un bellissimo chiostro decorato da un ciclo di affreschi (1600/1700) che si estendono lungo i portici costituiti da ben 24 arcate in stile gotico.

Situato alle propaggini del Monte Cila, il complesso di San Domenico ospita il Mu.Ci.Ra.Ma, ovvero il Museo Civico "Raffaele Marocco". Nuovamente inaugurato nel 2013, è dedicato a Raffaele Marocco che nei primi decenni del Novecento si dedicò agli scavi nella vicina area archeologica del Monte Cila, in cui si possono ammirare delle mura megalitiche (VII/VI sec. a. C:). La più importante scoperta del sito è il Corridore del Monte Cila (460 a. C. circa): una statuina del periodo sannita che raffigura un atleta nell'atto di porgere il cinturone della vittoria agli dei, in segno di ringraziamento (oggi la miniatura votiva si trova al Museo archeologico nazionale di Napoli in fase di restauro).


Splendido esempio di architettura tardo gotica è la chiesa di San Biagio, costruita dalla famiglia Iacobucci tra il 1300 e il 1400.

All'interno della chiesa è possibile ammirare un ciclo di affreschi che mette in scena le storie di San Biagio e quelle della Bibbia. Tali affreschi sono riconosciuti come uno dei più alti esempi del tardo gotico campano.


Sopra il borgo di Piedimonte è presente il Lago del Matese, il lago di origine carsica più alto d'Italia.

Al suo interno cresce una rigogliosa vegetazione sommersa, che ospita numerosi pesci: lucci, carpe e tinche. Remando sulla sua superficie con una canoa, si ha la sensazione di sorvolare una vera e propria foresta.


COSA MaNGIARE

Da tempo immemore nella fertile pianura di Alifa, a valle di Piedimonte Matese, si coltiva la cipolla alifana, le cui spiccata dolcezza e sapidità ne fanno un prodotto unico nel suo genere.

Questa speciale varietà di cipolla, dal colore ramato intenso e schiacciata ai poli, era già conosciuta in epoca romana: i gladiatori usavano cospargerla sul proprio corpo per rassodare i muscoli. Anche nel periodo longobardo la cipolla alifana ebbe una straordinaria importanza, tant'è che veniva usata come materia di scambio per gli affitti o come dono prezioso; molti la ritenevano un ottimo rimedio per i mal di testa e, tra le sue preziose virtù, c'era anche quella di contrastare la caduta dei capelli.

Chiamata anche n'zerta (dall'azione di nzertare, cioè realizzare la classica treccia), è stato il prodotto di riferimento dell'area fino agli anni Ottanta dello scorso secolo, quando iniziò un lento declino.

Negli ultimi anni, anche grazie al presidio Slow Food, la sua produzione è tornata a crescere.


In tutta l'area del Matese si trovano ottimi tartufi, di tutte le varietà - in particolare, il tartufo bianco pregiato. Negli ultimi anni sono stati diversi i ritrovamenti di pezzature che superano il mezzo chilo. Nonostante l'ottima qualità, il tartufo bianco del Sannio è ancora poco noto al di fuori dei confini regionali.

DOVE DORMIRE

Albergo Penza, a Piedimonte Matese. Tel. 0823 543181

A Piedimonte Matese si possono trovare diversi B&B.


COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Isernia.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Dopo tanti sali e scendi, la vista del lago pare un miraggio”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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