La prima tappa appenninica è abbastanza breve, scorre in fretta e senza difficoltà.
Offre degli interessanti passaggi storici (il paese di Ferrania) e la bella vista dal pizzo della Rocca di Adelasia, luogo di leggende.
Unico punto d’acqua a Ferrania.
Su comodo e largo sentiero in piano, riprendiamo l’Alta Via dei Monti Liguri. Dopo aver ritrovato la strada asfaltata per un breve tratto, prendiamo la carrozzabile sulla sinistra, che va in saliscendi, passando sotto un’imponente teleferica del XIX secolo, tuttora attiva, utilizzata per il trasporto del carbone.
Giungiamo al paese di Ferrania, un tempo sede di un importante stabilimento di produzione di pellicole fotografiche. Lasciamo il paesello e, sempre su ottima carrozzabile, entriamo nei boschi della Riserva dell'Adelasia.
Dopo un primo tratto in piano nell’ampio fondovalle, deviamo a sinistra su sentiero (sempre ben messo) costeggiando il Rio Psigni. Entriamo nel bosco e iniziamo l’unica salita (250 m D+ circa) della giornata, giungendo agilmente alla Rocca dell'Adelasia, un piccolo pizzo di roccia che offre una bella vista sui fittissimi boschi sottostanti.
Proseguiamo su sentiero a mezzacosta, fino ad arrivare sulla strada asfaltata; anziché prenderla, con una curva a gomito, prendiamo la carrozzabile che risale appena, fino alla Cascina Miera.
Quattromila persone ci hanno rifornito per decenni degli strumenti per fissare la nostra memoria storica, lavorando nello stabilimento di Ferrania, nell’omonimo paese: producevano pellicole, stampe diapositive, filmini 8mm...
L’origine dell’azienda risale al 1882, con la fabbrica di dinamite Sipe (Società italiana Prodotti Esplosivi) che, alla fine della Grande Guerra, si convertì alla produzione di pellicola per la nascente industria cinematografica.
In seguito, diventò la Ferrania Technologies e per decenni tutte le famiglie del paese ebbero a che fare con la fabbrica e tutti gli italiani, pur non conoscendo la Ferrania come conoscevano la 500 o la Barilla, fotografarono il mondo attraverso i prodotti di Ferrania.
Nel 1964 venne acquistata da un’azienda statunitense e qualche anno dopo il marchio italiano svanì da ogni prodotto.
Nei decenni successivi la produzione si è modificata, cercando di rinnovarsi continuamente, ma con l’avvento del digitale la produzione è drasticamente calata, di pari passo all’occupazione, fino alla chiusura dell’azienda nel 2017.
Poco a est del Colle di Cadibona, sul versante settentrionale dell’Appennino Ligure, si trova la Riserva Naturale Regionale Adelasia.
Le sue attrattive principali sono le formazioni rocciose, come la Rocca dell’Adelasia, la ricchezza di acqua, a formare rii e cascatelle, e i maestosi boschi di faggi, lecci, castagni.
Dopo decenni di progressivo peggioramento della qualità dell’aria a causa dell’attività industriale locale, la riserva è stata un vero e proprio polmone verde, permettendo un netto miglioramento dell’habitat naturale.
La Riserva deve il suo nome alla leggenda della principessa Adelasia, figlia di Ottone I di Sassonia: leggenda vuole che proprio in questi boschi trovò rifugio, fuggendo con Aleramo, lo scudiero di cui si era innamorata e che aveva sposato contro il volere del padre. Raggiunto il mare i due fondarono la città di Alaxia, l’attuale Alassio.
La cucina ligure, contrariamente a quanto si possa immaginare, non è solo cucina di mare. Poiché in passato era rischioso insediarsi sulla costa, esposta agli attacchi dei pirati, ci sono anche molti piatti coi prodotti dell’entroterra e i sapori del bosco: funghi, tartufi, castagne, salumi e formaggi.
Tra i primi troviamo molte paste ripiene: raviolini alle erbette, ravioli di zucca, di castagne, di borragine o ripieni di verdure, che si accompagnano bene al sugo di coniglio.
Cascina Miera, nella Riserva Naturalistica dell'Adelasia. Tel. 338 693 1783
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Savona.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!