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Tappa

146

Colle di Creto > Rifugio Barbagelata

Lunghezza
26.1
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
1176
m
-
660
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa molto lunga ma con dislivelli ridotti (solo alcune, graduali salite, mai impegnative).

La camminata è impreziosita dalla cresta molto panoramica tra la cima del Monte Carmo (1.012 m) e il Monte Spina.

Note particolari

La segnaletica è talvolta discontinua e, in alcuni passaggi, è facile confondersi a causa delle tante tracce create dal bestiame di passaggio.

Dopo l’abitato di Scoffera il sentiero è talvolta ricoperto da felci ed erba alta, che a tratti nascondono il tracciato. All'altezza della Sella della Grassina si oltrepassano alcune baracche, presso le quali è possibile  incontrare cani semi-selvatici senza guinzaglio: prestare attenzione.

Unico punto d’acqua a Scoffera.

Bellezza
periodo
Marzo - Novembre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
paesaggistico
RAGGIUNGIBILITà
paesaggistico
PERCORSO

Prendiamo la rotabile che, su terra rossa, va lentamente risalendo (100 m D+ circa) verso l’intaglio della suggestiva Gola di Sisa , appena sotto il Monte Cornua. Su sentiero, aggiriamo da nord il Monte Alpesisa, ammirando dall’alto il Lago di Val Noci. Giunti in falsopiano al Colle Est di Monte Lago, proseguiamo sulla dorsale boschiva fino alla Porta del Fuoco, da cui riprendiamo a salire brevemente (150 m D+ circa) fino alla cima del Monte Carmo (1.012 m).

Ci aspetta un lungo tratto lungo la cresta, molto godibile e scorrevole, fino al Monte Spina, che aggiriamo da nord prima di scendere rapidamente al Passo della Scoffera (674 m), dove i più stanchi possono spezzare la tappa.

Riprendiamo il sentiero dell’AVML, attaccando la lunga, lenta salita (400 m D+ circa) verso il Monte Lavagnola. Dopo un primo tratto a mezzacosta, la comoda salita si sviluppa interamente lungo lo spartiacque, spesso aperto. Superiamo il Monte Castelluzzo (750 m), quindi il valico stradale di Passo La Colla (845 m) e proseguiamo fino ad aggirare da nord il Monte Lavagnola, guadagnando l’omonimo colle (1.080 m); continuiamo sulla dorsale, superiamo il Monte Montaldo (1.136 m) e perdiamo appena quota fino al Passo del Portello, dove troviamo un'antica chiesa di pietra, dedicata alla Madonna della Neve. Su strada asfaltata, giungiamo veloci alla Sella della Giassina.

Dal valico prendiamo una stradina che risale lo spartiacque, per l’ultima parte della tappa. Il tracciato va appena salendo (150 m D+ circa), senza che quasi ce ne accorgiamo. Dopo un paio di chilometri, passiamo su sentiero, saliamo ancora un poco e percorriamo l’ultimo tratto in saliscendi, fino a prendere la strada asfaltata che ci conduce velocemente a Barbagelata.


COSA SAPERE

La Valle Fontanabuona, alle spalle del promontorio di Portofino, è sempre stata terra di emigrazione e vanta discendenze illustri nelle Americhe: nacquero qui i genitori di Cristoforo Colombo, la madre di Frank Sinatra e anche Suor Blandina, la “suora del Far West”, che nel Nuovo Mondo lottò in difesa dei nativi americani e cercò di riportare sulla retta via nientemeno che il bandito Billy the Kid.


La valle era storicamente rinomata per la produzione tessile e in particolare per le sete damascate di Lorsica, dove ogni famiglia aveva un telaio e realizzava tessuti di elevatissima qualità. Purtroppo il paese nel secondo dopoguerra si spopolò e oggi l’antica sapienza artigianale si va perdendo.

COSA VEDERE

Nell’area si trovano numerose cave (ormai in gran parte chiuse) di pregiata ardesia, la pietra usata dovunque per i tetti, le scale e i sagrati delle chiese; se ne possono ammirare grandiose pareti.

Il comune di Lavagna si chiama così proprio per l’abbondante presenza di questo minerale, il cui nome antico era  “lavagna”, esattamente come quelle delle nostre aule scolastiche (fatte appunto di lastre di ardesia), su cui si scrive con i gessetti.

COSA MaNGIARE

I canestrelli di Torriglia (u canestrellettu) sono un dolce tipico della Val Trebbia.

Sono dei biscottini in simil pasta frolla a forma di fiori, ideali per il tè. Hanno un’origine antica, come testimoniato dall’effigie di sette canestrelli su una moneta medievale, il genovino d’oro, coniato dalla Repubblica di Genova nel XII secolo.

Esistono anche documenti del 1576 in cui tali monete venivano nominate “i Canestrelli di Torriglia”, indicando la refurtiva di una rapina.


DOVE DORMIRE

Rifugio Scoffera, presso Passo Scoffera. Tel. 010 907411 - 366 567 9406 - 338 938 1906

Rifugio Barbagelata, presso l’omonima località; incustodito, occorre chiedere le chiavi. Dispone di 12 posti letto, non ha però la cucina. Tel. 0185 95019

B&b Case Poggio, presso Frazione Roccatagliata in località Poggio. Tel. 3496372913

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Genova.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Il maestrale soffia forte sui crinali soleggiati, facciamo fatica a tenere gli occhi aperti”

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Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.  

Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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