Tappa mediamente faticosa (abbastanza lunga, di dislivello medio) sulla Grande Traversata delle Alpi.
La giornata è appagante sia per il paesaggio (l’incantevole Val Maira e i suoi piccoli, preziosi borghi) sia per gli spunti culturali (tracce di cultura occitana). La cartolina del giorno è certamente il Fremo Cuncunà, il grande masso sospeso nel vuoto.
La discesa dopo Colletto presenta qualche tratto di sentiero fangoso e scivoloso, nel sottobosco: prestare attenzione.
Prendiamo il sentiero della GTA e camminiamo su un lungo traverso molto panoramico, affacciato sul Vallone di Elva e le sue cime: il Pelvo d’Elva (3.060 m), il Monte Chersogno (3.023 m) e, dietro, Rocca La Marchisa (3.072 m). Rimanendo in traverso, entriamo nel Bosco Paulasso fino al Colle San Giovanni, dove troviamo la cappella di San Giovanni, circolare. E’ qui d’obbligo una piccola deviazione: prendendo il sentiero alla sinistra della cappella, in pochi minuti arriviamo al Fremo Cuncunà, un masso piatto sospeso nel vuoto.
Tornati alla cappella, proseguiamo in traverso fino al Colle Bettone, da cui, alternando al sentiero GTA (in questo tratto non sempre in buone condizioni) alcuni pezzi di strada, cominciamo la discesa (900 m D- circa) verso Stroppo. Arrivati alla borgata di Ciamino, prendiamo la vecchia mulattiera, molto comoda e panoramica sull’ormai vicina Val Maira. Superiamo Paschero (una frazione di Stroppo, dove facciamo attenzione ai tanti cani che girano per il paese, senza padrone ma abbastanza mansueti) e, proseguendo la discesa, arriviamo agilmente a Bassura (il maggior centro abitato del comune di Stroppo), con le sue tante locande antiche. Attraversiamo il paese verso ovest, sulla strada principale; usciti dall’abitato, poco prima del ponte, prendiamo il sentiero (non evidentissimo) che scende nel fondovalle. Attraversiamo il Torrente Maira e, sempre sulla GTA, attacchiamo la salita (400 m D+ circa), su comodo sentiero nel bosco, in pendenza costante, mai aggressiva. Dopo un tratto più pianeggiante, giungiamo alla Cappella Madonna (1.301 m).
Riprendiamo in traverso pianeggiante, attraversiamo la borgata di Maurengo (i più stanchi possono approfittare del vicino Rifugio Palent, dove producono un'ottima grappa) e, sempre nel bosco, guadagniamo senza fatica il borgo di Colletto (1.414 m), sulla dorsale, con una bella vista a 360°.
Ripreso fiato, attacchiamo la discesa (350 m D- circa), che regala alcuni passaggi pittoreschi, alternando piccoli borghi a scorci di pareti verticali. La pendenza è talvolta decisa e incontriamo brevi tratti sdrucciolevoli e leggermente esposti, cui prestare attenzione.
Giunti a Combe, percorriamo per poco la strada, in piano, e di nuovo si prende il sentiero della GTA, a mezzacosta, fino a Matalìa; quindi, attacchiamo l'ultima salita (200 m D+ circa), abbastanza regolare, eccezion fatta per qualche strappetto, che i più stanchi possono eventualmente aggirare utilizzando la strada asfaltata che il sentiero va tagliando. Infine, arriviamo alla piccola borgata Chiesa (la più grande frazione di Celle di Macra).
La Val Maira è ormai famosa per il modello di turismo che ha saputo sviluppare: ha saputo dire no agli impianti sciistici mantenendo intatta la sua natura selvaggia. Oggi ha un’ampia offerta di attività di rafting, trekking, sci alpino...
L’origine di questa eccellenza va ricercata negli anni Novanta, quando alcuni giovani di ritorno (decisamente controcorrente), interrogandosi su come riattivare questi luoghi, ebbero l’idea di aprire i Percorsi Occitani, dei sentieri ad anello che ripercorrono l’intera valle. L’iniziativa, molto ben strutturata, consente di esplorare un ambiente naturale tra i meglio conservati del Piemonte e di conoscere un territorio ricco di cultura, tradizioni, arte e storia; la rivalutazione della tradizione musicale occitana ha pure contribuito a risvegliare l’interesse per la valle.
Molti sono i turisti stranieri, in particolare tedeschi e olandesi, che apprezzano l’essenza della Val Maira.
Il Fremo Cuncunà (“la donna accovacciata”, in lingua occitana) è un’enorme pietra sospesa nel vuoto, nelle vicinanze della cappella di San Giovanni di Elva. Con molta attenzione, ci si può affacciare e ammirare l’intera vallata e le montagne intorno. Lo sperone sospeso e le altre rocce sottostanti sembrano rappresentare una donna dormiente, da cui il nome.
In Val Maira è possibile ripercorrere il Sentiero dei Bottai: molti abitanti del luogo si dedicavano alla produzione delle botti che in autunno partivano, percorrendo questi sentieri, fino a raggiungere le Langhe, dove venivano usate per far riposare i celebri vini.
I ravioles sono gnocchetti fatti di patata, farina e acqua, dalla forma cilindrica allungata.
Il nome deriva dalla parola piemontese raviulé (rotolare) che sta ad indicare il movimento che la mano compie per realizzarli. Tradizionalmente sono conditi con burro fuso e toma locale.
Rifugio Palent, poco sopra il borgo di Maurengo. Tel. 349 858 8268
Locanda Maraman (posto tappa GTA), nella borgata Chiesa di Celle di Macra. Tel. 349 532 6880 - 340 900 1573
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Stroppo, partendo dalla città di Cuneo con cambio a Dronero.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!