Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Sabato Giuliani.
Tappa lunga e con dislivello positivo importante: la prima salita, al Pass da Val Mera, non è da sottovalutare per lunghezza e alcune (pur poche) difficoltà.
Sconfiniamo nella Val Poschiavo, in Svizzera, per ammirare l’incredibile Lago di Saoseo (uno degli scenari più magici dell’arco alpino!), quindi ritorniamo in suolo italiano.
La tappa è una variante al Sentiero Italia (che da Livigno percorre tutta la Val delle Mine, la Valle Minestra e la Val Viola), preferita per i panorami assai più vari e l’imperdibile Lago di Saoseo.
Alcuni tratti della pietraia verso il Lago Valletta richiedono esperienza, data la ripidità e la leggera esposizione.
Punti acqua assenti dall’Alpe Vago alla Malga di Campo.
Percorriamo verso sud l’intera Valle di Livigno, sulla bella pista ciclabile, in piano, costeggiando il torrente Spol. Arrivati alla piana di Le Motte, ci dirigiamo verso l’Alpe Lago e da lì prendiamo il sentiero e cominciamo la salita (650 m D+ circa). Percorriamo la Valle Vago; all’incrocio con la Val di Campo, merita una piccola deviazione il ponte tibetano sospeso sul torrente, da cui ammiriamo una bella cascata.
Tornati sui nostri passi, proseguiamo risalendo la Val di Campo: la salita è costante, ma priva di strappi. Giunti quasi alla testa della valle, cambiamo marcia risalendo la Valletta, in direzione del lago omonimo: la prima parte, su pietraia, richiede fiato e passo fermo. Superato lo strappo, si torna a salire gradualmente, sempre su pietraia, godendo della vista di alcuni piccoli laghi glaciali.
Giunti al Pass da Val Mera (2.671 m), punto di confine, ci apprestiamo alla decisa discesa (600 m D- circa) in territorio svizzero. Perdiamo velocemente quota verso il Lagh da Roan, che aggiriamo dall’alto: il tratto è un po’ sdrucciolevole. Dopo una seconda, ripida discesa, giungiamo ad un bel pianoro torboso (Plan da Val Mera); quindi, più dolcemente, discendiamo fino alla Malga Camp, dove avvistiamo la sagoma imperiosa del Pizzo Scalino (3.323 m), che ci accompagnerà per numerose tappe successive.
Dalla malga ci dirigiamo verso il Lago Saoseo (2.028 m), uno dei luoghi più suggestivi delle Alpi: il colore, le forme delle rocce sul fondo del lago, i boschi che lo contornano e, oltre, le severe cime… Riprendiamo il cammino addentrandoci nella Val Viola e tornando a salire (400 m D+ circa) tra i rododendri; a nord spicca l’irta parete del Piz Paradisin. Intravediamo diversi laghetti, fino al più grande Lago da Val Viola. Da lì, prendiamo il sentiero che, superando a mezzacosta il piccolo Lagh dal Dügüral, guadagna il Passo da Val Viola (2.432 m): torniamo in Italia. Un’ultima, breve discesa (100 m D- circa) ci porta al RIfugio Val Viola.
La famiglia di Aldo gestisce il Rifugio Val Viola dal 1972.
Il 6 novembre del 1985 il Rifugio Viola fu bersaglio di colpi di mortaio dalla vicina Svizzera. Quel giorno infatti, durante un’esercitazione, l’esercito elvetico sbagliò clamorosamente la traiettoria dei proiettili, ma per fortuna non colpì il Rifugio. Aldo, lo storico rifugista, era lì: all’inizio i Carabinieri erano increduli e il giorno seguente il rifugio fu circondato dall’esercito italiano.
La proverbiale precisione elvetica…
Lungo la risalita al Passo Viola, in Svizzera, è possibile vedere lo spettacolare Lago Saoseo. I suoi colori sgargianti e l’atmosfera fiabesca rendono questo posto un autentico paradiso in terra: da non perdere.
Al Rifugio Viola non perdiamoci il piatto di polenta e spezzatino, fatto con semplicità e amore: un modo gustoso per riprendersi dalle fatiche.
Rifugio Saoseo, in fondo alla Val Mera (Svizzera). Tel. +41 81 844 07 66
Rifugio Viola, in Val Viola. Tel. 0342 985136
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla cittadina di Tirano con cambio a Bormio.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile con il treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!