Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Sonia Cantoni.
Attraversato il Lago di Como verso la ridente Bellagio, affrontiamo una tappa lunga e prevalentemente in salita, contraddistinta dalla scoscesa e impegnativa rampa finale del Monte San Primo (1.682 m), il più alto del Triangolo Lariano.
La cima regala uno dei panorami più vasti del Sentiero Italia nell’arco alpino: un balcone privilegiato su tutte le Prealpi, dalle Grigne ai Corni di Canzo al Resegone..
L’ultima parte della salita al Monte San Primo è davvero tosta per la notevole ripidità, da non sottovalutare.
Unico punto d’acqua in località Paum, 1 km prima del Rifugio Martina. Si consiglia di portarne in abbondanza visto l’afoso clima lacustre.
Ci imbarchiamo sul battello per Bellagio. Una volta sbarcati, possiamo goderci la bella cittadina e approfittare per fare colazione. Quindi, costeggiamo il lago verso sud, superando i bellissimi giardini di Villa Melzi. Giungiamo su strada a località Guggiate, da cui prendiamo il sentiero e iniziamo la lunga salita (1.450 m D+ circa). Il sentiero è in ottime condizioni (spesso lastricato) e in pendenza costante e regolare.
Giunti a Brogno, vale la pena fare una piccola deviazione per andare ad ammirare il vicino Ponte del Diavolo. Proseguendo, sempre su comodo sentiero, giungiamo a località Paum (dove troviamo una fontanella); proseguendo su comoda carrozzabile, siamo al Rifugio Martina (1.231 m).
Ripreso fiato, ci prepariamo alla parte finale, la più difficile. Dal rifugio infatti la salita cambia decisamente pendenza, facendosi via via più ripida. Il tratto finale verso la vetta (che sembra sempre ingannevolmente vicina), propriamente “in piedi”, ci mette alla prova.
Infine, giungiamo sulla cresta e, poco dopo, siamo alla croce di vetta di Monte San Primo (1.682 m). Il paesaggio è incredibile, grazie ai tre lunghi bracci del Lago di Como che liberano lo sguardo: a est spiccano la Grigna Meridionale (2.184 m), la Grigna Settentrionale (2.409 m) e la cresta del Resegone (1.875 m); a sud-est i Corni di Canzo; a nord la mole del Monte Legnone (2.609 m); a ovest troneggia la grande parete orientale del Monte Rosa (4.634 m).
Lasciamo la cima percorrendo la dorsale pianeggiante verso est; superiamo Cima del Costone e perdiamo leggermente quota per prendere la comoda e larga carrozzabile a mezza costa. Viriamo verso sud, rientrando nel bosco, e giungiamo alla Colma del Piano.
A Pian del Rancio, dove nasce il fiume Lambro, sorgeva una colonia dei Martinitt, poi distrutta da una valanga. Quello dei Martinitt era un istituto per orfani, a Milano, chiamato così in onore di San Martino.
Vi sono cresciuti anche bambini che hanno fatto la storia di Milano, ad esempio Angelo Rizzoli, fondatore dell’omonima casa editrice, Leonardo Del Vecchio, proprietario di Luxottica, Edoardo Bianchi, fondatore dell’omonima azienda di biciclette.
Oggi l’Istituto è stato trasformato in Azienda per i Servizi alla Persona.
A Bellagio costeggiamo la Villa Melzi, affacciata sul Lago di Como, di cui è possibile visitare i magnifici giardini all’inglese, impreziositi da numerose sculture e cappelle e ricchissimi di piante rare ed esotiche, alberi secolari da tutto il mondo…
Per maggiori info, orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
La polenta concia (o tòch) è fatta con farina di granoturco e arricchita con formaggio e tanto burro. Accompagna tutti i piatti tipici, dal misultin alla gallina al salame. Una vera delizia, che necessita però di una lunga digestione.
Rifugio Alpetto di Torno, poco sotto il Monte Cornet (4 km circa prima della Colma del Piano). Tel. 349 084 2203
Albergo Miravalle, a Sormano (a 1,5 km dalla Colma del Piano). Tel. 031 683570 - 338 165 0249
Campeggio Fuin, a Pian del Tivano (a 2 km dalla Colma del Piano). Tel. 031 667059
Punto di partenza raggiungibile in macchina.
Punto di partenza raggiungibile in bus, partendo dalla città di Como.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!