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Tappa

257

Piani di Verteglia > Acerno

Lunghezza
27.1
Km
Difficoltà*
E
Dislivello*
+
811
m
-
1281
m
*Cosa vuol dire?

Il simbolo + indica il dislivello positivo (cioè in salita) complessivo della tappa; il simbolo - quello negativo (cioè in discesa).

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Punto di partenza
Punto d'arrivo
Punto acqua
Struttura ricettiva
Punto interesse

Tappa molto lunga e con diversi saliscendi, ma scorrevole nel complesso, con cui attraversiamo il cuore dei Monti Picentini.

Le chicche del giorno sono il Varco di Colla Finestra (1.060 m), che ospita ben due sorgenti (fiumi Sabato e Calore), e la grotta Scalandrone.

Note particolari

Pur priva di difficoltà tecniche, la tappa è molto lunga e richiede buon allenamento.

In alcuni passaggi il sentiero è invaso dalle felci e dai rovi; in quei punti la traccia non è sempre chiarissima e occorre aguzzare lo sguardo per avvistare i segnavia.

Bellezza
periodo
Maggio - Ottobre
PERCORRIBILITà
INTERESSE
RAGGIUNGIBILITà
PERCORSO

Lasciati i Piani di Verteglia procediamo su strada sterrata scendendo appena e costeggiando il laghetto di Acque della Madonna; quindi superiamo una strada asfaltata e continuiamo su sterrata, andando a perdere progressivamente quota (100 m D- ca.) all'interno del bosco di faggi. Con diversi saliscendi (sempre piuttosto corti), dopo alcuni chilometri giungiamo alla sella di Barrizzulo, da cui prendiamo una nuova sterrata che scende facile al Varco di Colla Finestra (1.060 m), da cui nascono i fiumi Sabato (sul versante occidentale) e Calore (su quello orientale).

Attacchiamo un sentiero inizialmente in ripida discesa (250 m D-), che va poi costeggiando il corso del Sabato; il tratto è bellissimo. Poche centinaia di metri prima di giungere in località Casa Rocchi, ci stacchiamo dal torrente e continuiamo su sentiero, in saliscendi piuttosto serrato che ci tiene impegnati a lungo; siamo quasi sempre all'ombra del bosco e, quando ne usciamo, il paesaggio rivela alcune bellissime pareti calcaree, chiarissime; il sentiero è talvolta invaso dalle felci e dai rovi. Dopo una ripida discesa (200 m D- ca.) e una altrettanto ripida salita (150 m D+ ca.) raggiungiamo la grotta di Scalandrone, anticipata da alcuni tavoli da picnic ottimi per fare uno spuntino. La grotta, che merita decisamente una visita, è molto buia e umida (attenzione a non scivolare!), occorre munirsi di torcia e giacca.

Proseguiamo su sentiero fino a ritornare (in prossimità dei Piani di Giffoni) su strada sterrata, che va lentamente risalendo (150 m D+ ca.); poi iniziamo la lunga e docile discesa (300 m D- ca.) verso Serra Cugnolo; dopo un breve tratto su asfalto, prendiamo la sterrata sulla sinistra che risale (100 m D+ ca.) fino a immettersi nella strada che conduce al centro di Acerno, passando tra ville e architetture inaspettate.

COSA SAPERE

I Monti Picentini sono un santuario per le acque potabili: da qui scendono circa 11.000 litri di acqua al secondo. Le numerose sorgenti e le abbondanti precipitazioni nevose e piovose ne fanno la riserva d'acqua più grande del Sud d'Italia e, addirittura, la terza a livello europeo. Oltre a rifornire molte aree campane, le riserve idriche dell'area dei Picentini confluiscono nell'acquedotto pugliese, il cui ramo principale è lungo 250 km e dalla città di Caposele arriva a Santa Maria di Leuca.

All'interno del parco è possibile trovare numerose cascate, tra le quali la cascata della Tufara, la cascata della Madonnella, la cascata del Fascio e la cascata della Lavandaia.

Si dice che il caffè di Napoli sia più buono perché l'acqua è migliore, se è così, è merito delle sorgenti dei Picentini - in particolare del fiume Serino che viene incanalato nell'acquedotto augusteo fino alla città partenopea.

COSA VEDERE

Nel paese di Acerno è presente il Convento dei Frati Minori di S. Antonio, fondato nel 1583 grazie all'autorizzazione di papa Gregorio XIII.

La chiesa del convento è arricchita da tavole e tele raffiguranti le iconografie dei santi. Anche il chiostro del convento aveva numerosi affreschi, ma andarono distrutti. La struttura restaurata è oggi di proprietà del Parco dei Monti Picentini, che sta facendo tornare a vivere questo bellissimo luogo. Nel piano superiore sono presenti le camere adibite a foresteria.


Poco fuori il paese sono presenti i ruderi delle antiche cartiere e ferriere. Nel Settecento qui si sviluppò un vero e proprio distretto proto-industriale: due ferriere, due cartiere e una "valchera" dove si lavorava e tingeva il lino.

COSA MaNGIARE

Rinomata è la fragolata di Acerno: fragole selvatiche o di bosco vengono marinate con zucchero, succo di limone (dello sfusato amalfitano) e liquore Strega della vicina Benevento.

La ricetta, ideata nel 1981, nacque per sfruttare l'enorme quantità di fragole selvatiche che si trovano nei boschi tutt'intorno. Nella fragolata, le fragole rilasciano il loro liquido e generano una golosa soluzione dalla piacevole consistenza e dal perfetto equilibrio. Per i più golosi è consigliata l'aggiunta di panna montata.


DOVE DORMIRE

Affittacamere Valle dei Pioppi, ad Acerno. Tel. 339 487 1914

COME ARRIVARE

Punto di partenza raggiungibile in macchina.


Punto di partenza NON raggiungibile in bus.

La località raggiungibile con il bus più vicina è Montella, partendo dalla città di Avellino.

Qui il LINK per controllare gli orari.


Punto di partenza NON raggiungibile in treno.


“Dormire nella foresteria del convento dei Frati Minori di Acerno è un’esperienza impagabile”

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Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!

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