Tappa molto corta nel chilometraggio ma impegnativa, per dislivello e difficoltà tecniche; tuttavia ci regala scorci... leggendari.
Protagonista della giornata (opzionale, solo per i più esperti) è l’affilata piramide di Pizzo Scalino (3.323 m) che si staglia innanzi all’intero massiccio del Bernina (il primo 4.000 lungo il Sentiero Italia) per una vista unica.
La tappa è una variante tecnica al Sentiero Italia (che sale al Passo Forame e procede verso Passo degli Ometti), preferita per l’indiscutibile emozione regalata dalla vetta panoramica di Pizzo Scalino, un must per i più esigenti ed esperti.
Si tratta di una variante semi-alpinistica: da fare solo se ben equipaggiati e padroni dei propri mezzi.
La discesa, da ambo i versanti, presenta delle difficoltà importanti. La Vedretta dello Scalino, pur richiedendo attrezzatura tecnica adeguata (ramponcini), ha una minore esposizione e risulta più sicura della discesa dal Passo degli Ometti, molto sdrucciolevole.
La traccia non è sempre visibile, a causa del fondo ghiaioso: prestare attenzione ai segnavia e tenere sott’occhio la traccia GPS.
Punti d’acqua assenti: portare buona scorta.
Punto di partenza della tappa NON raggiungibile in macchina.
Partiamo di buon ora, subito in salita (600 m D+ circa) verso la sella a sud-est di Pizzo Scalino; il sentiero non compare su molte mappe, ma comunque è ben segnalato da ometti e segnavia. La salita tira man mano sempre più, tutta su infida pietraia. Giunti sullo spartiacque, pieghiamo verso nord e poco dopo siamo alla sella, da cui avvistiamo la cima di Pizzo Scalino, ormai vicina. Se sufficientemente esperti, saliamo in vetta: il tratto è breve, ma ripido e a tratti molto esposto, su traccia appena presente. Serve passo fermo e concentrazione.
La vetta di Pizzo Scalino (3.323 m) ci regala uno dei panorami più belli delle Alpi Centrali. A nord si staglia il maestoso massiccio del Bernina (4.049 m), con la pala di Pizzo Roseg (3.937 m); a ovest, il granito dell’Adamello; a sud, le Orobie e il loro re, Pizzo Coca (3.050 m); a est, la verdissima Valmalenco e, per la prima volta, il Monte Disgrazia (3.648 m).
Ritornati alla sella, cominciamo la lunga discesa (1000 m D- circa) verso il Rifugio Cristina. Si può prendere il sentiero verso Passo degli Ometti e da lì scendere al rifugio. Tuttavia, la prima parte di discesa presenta una pendenza estrema e un brutto fondo ghiaioso.
In alternativa, sul lato opposto della sella (a ovest), un breve tratto attrezzato con catena (10 m) ci porta sulla Vedretta dello Scalino, con traccia ben battuta. L’attraversamento del ghiacciaio è facile, ma richiede i ramponcini, per precauzione (può affiorare ghiaccio vivo). Giunti in prossimità del Cornetto (2.850 m), un sentiero ben battuto ci fa scendere velocemente verso l’ampio pianoro sottostante. Dopo un ultimo tratto in piano, giungiamo all'Alpe Prabello, un piccolo villaggio in pietra, che ospita il Rifugio Cristina.
Il Pizzo Scalino viene anche definito il “Cervino della Valmalenco” per la sua elegante forma piramidale.
Forse a causa di questa particolare forma geometrica, intorno alla montagna sono sorte svariate leggende. Molti giurano di aver visto strane luci proprio in questi luoghi e per questo motivo ritengono che sia una zona di atterraggio... degli UFO!
Arrivando al Rifugio Cristina si può ammirare lo spettacolo dell’Alpe Prabello.
Il nome è un programma: tante piccole casette in un prato curato e animali che pascolano tutt’attorno. Un posto idilliaco in cui poter trovare pace e silenzio.
Al termine di una lunga camminata non c’è niente di meglio che rifocillarsi con un bel piatto di polenta taragna. Viene fatta con la farina bigia, ovvero la farina di grano saraceno dal caratteristico colore grigiastro.
A cottura quasi terminata viene aggiunta un’abbondante quantità di burro d’alpe, insieme al formaggio casera dop.
Rifugio Cristina, all’Alpe Prabello. Tel. 0342 452398
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è Sant’ Antonio in Val Fontana.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Ponte in Valtellina, partendo dalla città di Sondrio.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!