Questa tappa è stata documentata grazie al contributo di Giulio Valli.
Tappa di scarsa lunghezza, a bassa quota, molto piacevole, con un’unica salit(in)a alla fine.
Per un giorno, cambiamo altitudine e paesaggio, muovendoci tra i vigneti della Valtellina, ammirando le Alpi Orobie e la sua vetta più alta, l’aguzzo Pizzo Coca (3.050 m).
La tappa è una variante al Sentiero Italia (che riprende quota verso il Monte Cancano, per poi scendere a Prato Valentino) preferita per i diversi paesaggi offerti dalla Strada del Vino e l’interesse culturale (ed enogastronomico!) di Teglio.
Prendiamo il breve sentiero in salita (100 m D+ circa) che conduce all’antica chiesetta di Santa Perpetua, posta all’imbocco con la Val Poschiavo. Dopo aver ammirato la bella vista su Tirano, riprendiamo a camminare lungo la Strada del Vino, che in saliscendi percorre la vallata, attraversando infiniti filari di vigneti ordinatissimi. Il tratto è davvero godibile, anche grazie alla continua vista a sud sulle Alpi Orobie, aldilà della Valtellina. Troviamo begli scorci nei piccoli paesini attraversati (Campagna, Bianzone…).
Infine, giungiamo nella bella cittadina di Teglio, che dà il nome alla Valtellina (gli abitanti di Teglio sono i Tellini). Vivamente consigliata una visita all’antica torre di guardia, in posizione più che panoramica.
La Strada del Vino in Valtellina va da Tirano ad Ardenno, snodandosi per 67 km tra vigneti, antichi terrazzamenti e sapienti cantine. Un ottimo modo per combinare gusto e paesaggi.
Sopra il paese di Teglio si aprono centinaia di vie del contrabbando. La pratica del contrabbando con la vicina Svizzera ha investito l’area per molti decenni: prima si contrabbandava principalmente sale, poi caffè e negli anni Ottanta le sigarette.
Durante la persecuzione nazista, gli Ebrei fuggivano in Svizzera passando per gli stessi passi (come Passo Meden) - spesso venivano derubati o venduti alle autorità naziste dagli stessi contrabbandieri.
Il Mulino di Menaglio, di cui si occupa l’Associazione per la Coltura del Grano Saraceno di Teglio e dei Cereali Alpini dal 2012, cura la valorizzazione delle tradizioni agricole del luogo con visite guidate al mulino e una piccola produzione di farine.
Registrato in Comune dal 1800, è l'ultimo mulino rimasto dei 10 che si trovavano lungo il torrente Rogna.
A Teglio dal 2002 si trova l’Accademia del Pizzocchero, nata dall’esigenza di valorizzare il piatto forte dell’enogastronomia valtellinese, come simbolo di una cultura antica.
Teglio è infatti la patria dei pizzoccheri, piatto famoso in tutto il nostro Paese: sono una sorta di tagliatelle di grano saraceno (detto furmentun) con patate, verza, formaggio casera e burro aromatizzato all’aglio. (VEDI ARTICOLO)
La Valtellina è inoltre terra di ottimi vini rossi, ottenuti a partire da vitigni di Nebbiolo.
Il più nobile dei vini valtellinesi è lo Sfursat (o Sforzato di Valtellina), il primo rosso passito secco italiano ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), nel 2003.
Il suo nome deriva dalla tecnica messa in atto per “forzare” la maturazione delle uve: al termine della vendemmia, esse vengono lasciate per 3 mesi sui graticci (i “fruttai”) all’interno di locali asciutti e ben areati. L’appassimento fa perdere all’uva circa il 40% del suo peso, concentrando i succhi e gli aromi migliori.
Albergo La Rosa, a Teglio. Tel. 0342 780164
Casa Giuliana, a Teglio. 0342 780219
Rifugio Baita del Sole, a Prato Valentino. Tel. 0342 780211
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!