Tappa piuttosto lunga nel chilometraggio, ma di veloce percorrenza: non ci sono dislivelli significativi e il sentiero è sempre ben percorribile.
Il Lago di Schiazzera e il Laghetto di Pian Fusino sono le meraviglie del giorno, prima arrivare al mitico rifugio, bellissimo e sempre vivo.
Punti d’acqua assenti da località Carette fino al Rifugio Schiazzera: portarne buona scorta.
Perdiamo quota (350 m D- circa) verso il Rifugio Malghera. Giunti al rifugio e visitato il bel Santuario della Madre delle Misericordie, continuiamo percorrendo a mezzacosta l’intera Val Grosina Occidentale. Il tratto è lungo e un po’ monotono, ma scorre veloce grazie alla comoda carrozzabile. Giunti a località Carette, torniamo su sentiero e cominciamo una breve salita (250 m D+ circa) nel bosco; quindi, ritorniamo su traverso in leggero saliscendi, molto panoramico, affacciato sul lontano Adamello e sulle Orobie.
Superiamo il Bivacco Salina (che offre un po’ d’ombra e riposo ai più stanchi) e continuiamo in traverso; una rampa breve ma intensa (100 m D+ circa) ci porta al Monte Croce (chi vuole accorciare può scendere direttamente al Rifugio Schiazzera, in mezz'ora).
Continuiamo verso nord, su una ben tenuta strada militare fatta di pietre, e risaliamo (100 m D+ circa) il crestone della Forcoletta; quindi, in saliscendi a mezzacosta, aggiriamo dall’alto il Pian Fusino. Più in basso, spunta il delizioso Laghetto di Pian Fusino, circondato da rododendri. Giungiamo in breve al Lago Schiazzera, in ambiente selvaggio, dominato a sud-est dall’imponente Monte Masuccio (2.816 m). I più audaci possono provare un tuffo.
Infine, attraversando alcuni ampi pianori, scendiamo (350 m D- circa) comodamente verso il Rifugio Schiazzera.
Siamo in aree che un tempo erano assai interessate dal contrabbando (soprattutto di caffè): l’alta Val Saiento consente infatti un passaggio relativamente facile alla Valle di Poschiavo (attraverso il Passo Portone), motivo per cui molti dei sentieri attuali derivano da quelli battuti dagli “spalloni”, spesso inseguiti dai Finanzieri: il Rifugio Schiazzera stesso nasce da una ex caserma della Guardia di Finanza.
Incerte sono le origini del costume tradizionale di Grosio, di stile orientaleggiante, ancora oggi indossato dalle donne più anziane. Si racconta che la sua provenienza sia legata ai numerosi contatti con la Repubblica di Venezia. Non solo molti degli abitanti di Grosio si arruolavano nell’esercito della Serenissima, ma nella seconda metà del XVII secolo numerosi artigiani grosini emigrarono a Venezia, dove diedero ampie dimostrazioni della loro maestria, tanto da indurre la Serenissima a fare loro un insolito dono: schiave pregiate provenienti dall’Armenia, celebri per la loro altera bellezza.
In Val Grosina, nella località Dosso dei Castelli, è possibile inoltrarsi nel Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio.
La Rupe Magna è un autentico gioiello, un enorme masso pieno di incisioni (quasi 5000!) databili dal IV al I millennio a.C.
Per maggiori info, orari e biglietti, si veda il seguente LINK.
La pestada è l’ingrediente magico che rende speciale qualsiasi piatto locale.
Si tratta di un insaporitore fatto in casa, un battuto di aglio, pepe, sale, foglie di achillea nana e di timo serpillo.
Ogni famiglia ha la sua ricetta segreta e spesso viene aggiunta della grappa o del vino.
Bivacco Grassello, nel traverso lungo la Val Grosina Occidentale; solo tavoli e panche, con stufa. Sempre aperto.
Bivacco Alpe Salina, nel traverso verso il Monte Croce; struttura spartana, dotata di stufa e 6 posti letto. Sempre aperto.
Rifugio Schiazzera, in alta Val Saiento. Tel. 347 260 8250 - 333 529 4429
Punto di partenza NON raggiungibile in macchina.
La località raggiungibile in macchina più vicina è Malghera.
Punto di partenza NON raggiungibile in bus.
La località raggiungibile con il bus più vicina è Grosio, partendo dalla cittadina di Tirano.
Qui il LINK per controllare gli orari.
Punto di partenza NON raggiungibile in treno.
Disponibile in tutte le librerie, il libro propone 25 itinerari dal Sentiero Italia, dalle Valli del Natisone fino alla Barbagia, di varia lunghezza e difficoltà, per chi vuole partire alla scoperta del trekking più lungo del mondo.
Scritto da Yuri e corredato dalle foto di Sara e dalle mappe di Montura, è insieme un racconto e un atlante sparso e ispirazionale delle Terre Alte, tratto dall'esperienza in spedizione: una miscellanea di aneddoti, sapori, incontri e sensazioni... un motivo in più per fare lo zaino!